Mercoledì 1 dicembre, Washington ha chiesto l’estradizione della direttrice finanziaria di Huawei, per sospette violazioni delle sanzioni contro l’Iran. È una richiesta che segnala un cambiamento di metodo per le autorità statunitensi : la transizione dai tradizionali strumenti di protezione aziendale ai procedimenti giudiziari guidati dal Dipartimento di giustizia. L’obiettivo finale dell’operazione sembra essere quello di proteggere il mercato statunitense dalla concorrenza cinese nel mercato strategico 5G.

  • Il caso Huawei è il sintomo di un salto di qualità della guerra tecnologica sino-americana attorno al mercato del 5G. L’iniziativa degli Stati Uniti è una prima frattura dopo l’armistizio raggiunto da Washington e Pechino in Argentina, dove si è svolto l’ultimo G20.
  • La ripresa delle sanzioni ora è più vicina. L’affaire Huawei segnala anche una nuova chiave di lettura per la guerra commerciale di Donald Trump contro Pechino.
  • La paura principale degli Stati Uniti non sembra tanto la deindustrializzazione di gran parte della disabitata Rust Belt americana, quanto l’avanzata tecnologica della Cina in diversi settori del futuro, a partire dal piano « Made in China 2025 », che oggi Washington sta cercando di frenare in ogni modo.