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Dopo otto mesi di Trump e un’estate segnata dall’accordo commerciale di Turnberry, qual è lo stato dell’Unione?

Il nostro ultimo sondaggio, realizzato con Cluster 17, rivela una tendenza di fondo: l’opinione pubblica europea sembra formulare una domanda che non trova offerta.

Alla vigilia del suo discorso sullo stato dell’Unione, la maggioranza degli intervistati — anche in Germania — desidera vedere le dimissioni di Ursula von der Leyen.

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I progressi tecnologici pongono un problema strutturale alle forze armate: il reclutamento e la motivazione della fanteria.

Come convincere una società matura, libera e che aspira alla democrazia ad arruolarsi in una guerra di logoramento disumanizzante?

Dopo aver studiato attentamente la guerra in Ucraina, uno dei più brillanti ufficiali dell’esercito francese, che scrive sotto pseudonimo per garantire maggiore libertà di espressione, propone un nuovo studio — da leggere per prepararsi.

La sottomissione dell’Europa nell’estate del 2025 è un momento di svolta.

Assoggettandosi a un avversario contro il volere dei propri cittadini, l’Unione è venuta a mettere in causa un principio che si credeva intangibile in Europa: la forma repubblicana di governo.

Per Andrea Capussela, forze politiche innovative dovrebbero cogliere questo momento.

Nata a Mantova, Carla Sozzani è diventata l’incarnazione della quintessenza milanese, con un look sempre impeccabile.

Ex redattrice di moda, fondatrice del mitico 10 Corso Como, concept store ante litteram, incarna quel raro mix di rigore lombardo e audacia milanese.

Tra un risotto al salto e i misteri del design e del Duomo, l’abbiamo incontrata per farci svelare il segreto della più discreta capitale della moda.

Quando scende in treno a Vico Equense dalla sua università di Cambridge, Helen Thompson ha sempre uno o due volumi di Roberto Calasso nella valigia.

L’estate scorsa ha letto Moby Dick guardando il mare.

Dal suo primo incontro con il Vesuvio — “a dodici o tredici anni”—, non l’ha mai lasciato.

Per l’economista inglese, il golfo di Napoli è stata “un punto di partenza simbolico”.

«Il silenzio con cui l’Europa ha risposto alle intimidazioni di Donald Trump ha fatto il giro del mondo, risuonando come un’ammissione della nostra impotenza. Spetta ora a noi ridare all’Europa una voce forte — quella dei popoli uniti, consapevoli del loro peso e determinati a costruire insieme il loro destino».

Uno spunto di dottrina firmato Dominique de Villepin.