Europa

Mario Draghi: “Propongo un cambiamento radicale”

Capitalismi politici in guerra

La neutralità strategica dell’Austria, una conversazione con il Cancelliere federale Karl Nehammer

Politica
Lettura estesa

“Non c’è un’etica condivisa lungo la supply chain”: stiamo per far deragliare le catene del valore con i nostri valori?

In un mondo rotto e sempre più regolamentato, le multinazionali che avevano puntato su una crescita globalizzata e su un diritto uniforme rischiano di disgregarsi. Per Fabio Londero, General Counsel del gruppo siderurgico friulano Danieli, le conseguenze negative dell'”effetto Bruxelles” potrebbero essere fatali.

«Lo stato naturale delle cose rimane la lotta tra grandi potenze. Nel mondo di oggi, la geopolitica sta tornando in auge e la Russia non ha dimenticato la propria illusione imperiale. Ecco perché la vostra guerra è stata un campanello d’allarme per l’Unione Europea. Dal 24 febbraio 2022, questa guerra non è stata solo una questione di assistenza militare e finanziaria per la maggior parte di noi, ma è stata soprattutto una rivoluzione nella nostra mentalità… Ora dobbiamo anche cambiare l’intero quadro istituzionale dell’Unione Europea per adattarlo a questa nuova realtà geostrategica».

Oggi gli ucraini avrebbero dovuto festeggiare il Natale. Ma lo scorso luglio il presidente Zelensky ha emanato un decreto che sposta la data della festività al 25 dicembre. Le origini di questo gesto politico, che pone fine a un eccezionalismo spesso percepito come atavico e avvicina l’Ucraina all’Occidente, si trovano anche nella storia dei calendari. Jean-Benoît Poulle fa il punto della situazione.

In Valle d’Aosta, il Ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha aperto la prima edizione del Grand Continent Summit. Con questo discorso molto seguito, ha fatto il bilancio della presidenza spagnola dell’Unione e disegnato le prospettive dell’Europa nel prossimo decennio. Tra realismo e ambizione, bisognerà camminare con cautela sullo spartiacque