Lo abbiamo già scritto molte volte in questa Lettera : le prossime elezioni europee saranno un test importante per l’idea che l’Europa ha di sé e la capacità di proiettare i propri interessi nel mondo. Nei giorni scorsi, i termini più evidenti di questa scelta hanno continuato a definirsi : dalle elezioni in Svezia all’ingresso di Salvini nell’associazione sovranista di Steve Bannon, fino al rifiuto da parte di Macron del processo degli Spitzenkandidaten, la politica europea sta assumendo una rilevanza sempre maggiore. Con questa edizione della Lettera, quindi, abbiamo cercato di sollevare un po’ lo sguardo dal dibattito quotidiano e fare un triplice esercizio : cercare di capire le tendenze di lungo periodo che determinano l’interesse europeo ; analizzare gli aspetti, piccoli e grandi, che potranno influenzare le decisioni da qui al prossimo maggio ; e trovare degli esempi di successo e di ispirazione per l’azione dell’Unione nel mondo.
Una dimensione cruciale su cui si giocherà il futuro dell’Europa è ovviamente l’economia. Dopo dieci anni dalla crisi finanziaria globale e a pochi mesi dalla fine del quantitative easing, guardare cosa succede attorno a Francoforte e sulle principali piazze finanziarie è fondamentale. Per questo è interessante il discorso che Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha tenuto ad Atene il 30 agosto : come riporta Cyprien Batut, se il banchiere tedesco loda il rafforzamento istituzionale seguito alla crisi, esclude ogni possibilità di maggiori integrazione come gli Eurobond. Ma se l’architettura complessiva dell’Eurozona appare più solida, alcune banche singole non se la passano molto bene. È il caso di due delle principali banche tedesche, Deutsche Bank e Commerzbank, vicine di ufficio dello stesso Weidmann, che saranno sospese dai principali indici della borsa di Francoforte per eccesso di ribasso. Si tratta di una crisi di sistema, scrive François Hublet, che potrebbe rendere una fusione tra i due istituti irrinunciabile. L’economia, infine, è anche al centro della campagna elettorale in Baviera, che rischia di avere delle conseguenze importanti sulla politica europea, sostiene Pierre Mennerat nel suo reportage.
Allo stesso modo però, a scrutare l’orizzonte emergono anche delle opportunità per l’Unione. È il caso delle criptovalute : all’ultimo incontro di Ecofin del 7-8 settembre, i ministri delle finanze dell’Unione hanno discusso una prima possibilità di regolamentazione, per ridurre i rischi e l’incertezza e allo stesso tempo massimizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Anche dal Giappone arrivano buone notizie : la decisione di Mitsubishi Shipbuilding Company di entrare sul mercato navale europeo, di cui scrive Jessy Périé, dimostra la solidità del rilancio della relazione tra Europa e Giappone, in tempi di guerra commerciale. Infine, Clémence Pèlegrin fa un salto in avanti e cerca di capire se il nucleare, tabù in molti paesi dell’Unione, potrebbe essere la soluzione per i futuri bisogni di energia.