In un testo pubblicato sul Grand Continent, « Contro l’automobile« , lo scrittore Andrea Coccia spiega un’osservazione all’apparenza paradossale : « È più facile immaginare la fine del mondo che la fine delle automobili ». Osserva che, nonostante le immense difficoltà del settore automobilistico nel 2020/2021, in tutta Europa e nel mondo, piani di aiuto molto generosi sono venuti in soccorso dei grandi gruppi industriali per salvarli dal fallimento – e questo in diretta contraddizione con gli obiettivi della transizione ecologica al centro della politica europea.
Per spiegare il potere del settore automobilistico, Andrea Coccia risale ai massicci investimenti che l’industria automobilistica ha fatto nel settore pubblicitario per imporre la necessità dell’automobile nel nostro immaginario. Sostenendo la fine della breve storia dell’automobile, chiede di non considerare l’auto come una necessità ma come una dipendenza, di lottare contro il tempo di viaggio inutile al lavoro diffondendo il telelavoro, e di smettere di rendere l’auto una questione personale.
Ma possiamo davvero immaginare un mondo senza auto ? Come sarebbero i trasporti in un mondo tale ? Come si possono trasformare le città per raggiungere questi obiettivi ? E come possiamo evitare crescenti disuguaglianze e una situazione in cui l’abbandono delle automobili è una scelta possibile per gli abitanti delle città, mentre il resto della popolazione rimane dipendente da esse per le sue necessità di viaggio ?
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