L’industria automotive europea è di fronte a un cambiamento epocale : a partire dal 2035, le aziende europee non potranno più vendere automobili endotermiche, una scelta presa dagli Stati membri per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti. Il futuro della mobilità passerà dunque, in larga parte, dal motore elettrico, una rivoluzione che presenta notevoli sfide industriali e infrastrutturali.
Molte case automobilistiche, in particolare le europee, si sono adattate e hanno annunciato di essere in grado di raggiungere questo obiettivo, altre lo ritengono velleitario, una polarizzazione che si ritrova anche nei partiti politici : non tutti sono convinti della scelta.
A questo tema di fattibilità, si aggiunge la questione industriale e di dipendenza da fornitori extraeuropei. Non soltanto, oggi, le due principali aziende che producono veicoli elettrici sono americana (Tesla) e cinese (Byd), ma in particolare la Cina controlla gran parte della catena del valore delle batterie. Il settore automotive è fondamentale in Europa per questioni occupazionali, di valore aggiunto e di innovazione : riuscirà a reggere la transizione e la concorrenza dei nuovi attori cinesi e americani ?
Infine, esistono le incognite infrastrutturali. L’Europa riuscirà, in dieci anni, a garantire una rete di ricarica elettrica per le auto comparabile alle stazioni di carburante attuali, e soprattutto a dotarsi di una capacità energetica tale da sostenere i picchi di domanda di elettricità ?
Per discutere di tutto questo il prossimo lunedì del Grand Continent ha invitato
- Leonardo Ugo Artico, head of industry and skills development Motus-E
- Giuseppe Giulio Calabrese, direttore del CNR-IRCrES, Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile
- Carlo Alberto Carnevale Maffè, Professore di strategia alla SDA Bocconi
- Fabrizia Vigo, responsabile relazioni istituzionali ANFIA
Come tutti i lunedì del Grand Continent, l’ingresso è libero ma è necessario registrarsi a questo link. L’evento si terrà al LUISS LOFT.
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