Gilles Gressani

Direttore

Gilles Gressani è direttore del Grand Continent e presidente del Groupe d’études géopolitiques, insegna a Sciences Po.


Da Curtis Yarvin a Bronze Age Pervert, passando per Peter Thiel e Nick Land, abbiamo appena pubblicato la prima bibliografia commentata dei principali ideologi di una delle correnti più influenti, violente e pericolose che influenzano la Casa Bianca — l’Illuminismo Oscuro.

Per cercare di comprendere e definire in cosa consiste questo pensiero neoreazionario, abbiamo intervistato i due ricercatori che hanno coordinato questo lavoro pionieristico.

Ogni settimana pubblicheremo la traduzione e il commento di un testo inedito.

“Se davvero si vuole uno scudo, quello offerto oggi da un Papa americano è uno scudo formidabile”.

Nessuno ne parla per il momento, ma la scelta del nome del primo papa statunitense potrebbe in realtà trovarsi in una lettera enciclica, Testem Benevolentiae, redatta da Leone XIII nel 1889 per denunciare un pericolo per la Chiesa alla fine del XIX secolo, “l’americanismo”.

Secondo Pasquale Annicchino, di fronte alla morsa imperiale di Donald Trump, il nuovo pontefice potrebbe avere scelto di evocare questo contesto in modo discreto e programmatico.

Dopo un soggiorno a Palo Alto, Carl Schmitt si trasferisce a Washington. Ma è davvero possibile consolidare un impero se lo scettro passa nelle mani dei giganti del digitale?

Questa terza e ultima parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin esplora gli elementi più radicali e contraddittori della teoria politica che ispira le élite controrivoluzionarie trumpiste.

«Ogni rivoluzione dipende da un gruppo di persone giovani e di talento disposte a superare i propri limiti. In questo momento, Washington pullula di questi giovani rivoluzionari».

Nella seconda parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin, abbiamo cercato di comprendere la teoria del potere di colui che ispira la nuova élite reazionaria che vuole sovvertire la democrazia americana.

Le conseguenze dell’inazione climatica trascendono le linee di partito. Che si voti a destra o a sinistra, il degrado o addirittura la scomparsa delle risorse naturali non è solo una questione politica. Per garantire la prosperità a lungo termine dell’Europa, sono necessarie risorse considerevoli e una strategia: il rapporto Draghi offre una tabella di marcia.

“Trump offre con Elon Musk e le sue innovazioni tecnologiche futuristiche la prospettiva di una presa di potere globale per i cristiani bianchi – mentre collabora con Putin, che considera un alleato”.

Dopo la netta sconfitta di Harris, la sinistra americana deve reinventarsi di fronte all’egemonia di una nuova formula politica portata da Trump – ma come? Facciamo il punto con Patrick Weil (Le président est-il devenu fou? , Grasset, 2022).

Dall’Ucraina a Gaza, l’Austria vuole usare la sua neutralità come una leva: nel cuore di un’Europa che si sta riarmando, aspira a essere una potenza per la pace.

Per scoprire come, abbiamo chiesto al Cancelliere federale Karl Nehammer la strategia di Vienna per influenzare il nuovo ciclo politico e utilizzare il suo posizionamento per costruire ponti con il Sud.

Carlo Maria Martini, gesuita, biblista finissimo, cardinale e arcivescovo di Milano è tra i principali ispiratori della dottrina che ha difeso papa Francesco a Marsiglia: «L’immigrazione è davvero un’occasione storica per il futuro dell’Europa… un grande appello della Provvidenza per un nuovo modo di vivere». Riproponiamo questa visione cattolica che si oppone radicalmente a quella di matrice orbániana di «un’Europa bianca e cristiana».

Sulla Cina, gli Stati Uniti hanno sviluppato la Dottrina Sullivan. L’UE sta cercando la propria. In questa intervista esclusiva concessa dopo il dibattito al Consiglio dei ministri di Stoccolma e un G7 che sembra confermarne le conclusioni, l’Alto rappresentante dell’Unione europea definisce una nuova configurazione in una prospettiva geopolitica. Per affrontare il rapporto con la Cina, l’Unione Europea deve partire dai propri valori e interessi e proporre un orizzonte strategico di sicurezza comune

«Per più di settant’anni ci sono stati momenti difficili, ma non ci siamo mai trovati nella situazione di pensare che la costruzione europea non avesse senso. Oggi la questione si pone»

In una nuova intervista con Il Grand Continent, Pascal Lamy fa il punto su ciò che l’attuale sequenza racconta del futuro di un’Unione che rischia di dissolversi in un mondo segnato dalla frammentazione e dalla guerra dei capitalismi politici

Dopo le Dottrine della Cina di Xi Jinping, lanciamo una nuova serie settimanale. Ogni mercoledì esamineremo il punto nodale della geopolitica contemporanea, il confronto tra Cina e Stati Uniti, in termini di capacità politica di entrambi i sistemi di guidare, trasformare, sviluppare innovazione, industria, tecnologie digitali e scienza. Chiedendoci quindi: che cosa dobbiamo fare? Un’intervista con Alessandro Aresu e Louis de Catheu, che ci aiuteranno nel condurre questa serie.

Alle soglie dell’anno 2022, l’ex presidente della Commissione europea si sofferma sui grandi cambiamenti permanenti che l’Europa e gli europei devono affrontare. Per l’uomo che aveva voluto una Commissione “politica”, il calvario del coronavirus potrebbe aver permesso all’Unione di liberarsi del “neoliberismo sfrenato e senza vergogna”.

Come punto di equilibrio, il Consiglio – questa istituzione di “prima istanza” ormai al centro della dinamica politica dell’Unione – può articolare una propria dottrina? Nell’intervista più lunga del suo mandato, il suo presidente, Charles Michel, discute la sua comprensione delle dinamiche geopolitiche interne, le lezioni dell’Afghanistan e gli ingredienti essenziali per articolare una narrazione europea comune tra Cina e Stati Uniti.

Michel Onfray si è spacciato a lungo per un rappresentante delle classi popolari. Mentre la sua nuova rivista Front populaire lo colloca senza alcun dubbio all’estrema destra dello spettro politico, due storici, che avevano già parlato di lui nel 2010, discutono sulle colonne del Grand Continent i miti con cui è stata costruita questa personalità mediatica. Nelle loro parole scopriamo un falsario e un manipolatore di testi, il peso della cui voce ne esce fortemente indebolita.

Abbiamo incontrato Fabrizio Barca, statistico ed economista, coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità. Aldilà dei ruoli istituzionali da lui ricoperti – dalla Banca d’Italia all’OCSE, dal Ministero Economia e Finanze alla carica da Ministro per la coesione territoriale, Barca si presenta innanzitutto come portatore di una visione e di un’etica chiara e convinta, che fa della lotta alle diseguaglianze il punto di partenza per ogni discussione. In questo delicato momento di crisi e di cambiamento politico italiano, condivide un’analisi socio-politica del Bel Paese, indicando qual è, a suo avviso, la strada da seguire – sinceramente a sinistra.