L’uso di armi nucleari, biologiche, radiologiche e chimiche non è mai stato così a portata di mano. Con dispositivi leggeri come i droni o lo sviluppo di stampanti 3D, l’accesso alle tecnologie belliche potrebbe trasformare significativamente la minaccia terroristica. E l’annus horribilis del Covid-19 lo ha purtroppo dimostrato.
La (de)militarizzazione, il disarmo, e il controllo di armi e mezzi della violenza rappresentano questioni sociali ed economiche centrali rispetto agli eventi che scuotono il Myanmar. Secondo Francesco Buscemi, tali questioni sono centrali perché forniscono molteplici chiavi di lettura degli eventi legati al cosiddetto colpo di stato, e al contempo rappresentano potenziali arene socio-economiche tramite cui scardinare e ripensare le relazioni tra società e istituzioni (statali e non-statali) su basi trans-etniche ed intersezionali.