Key Points
  • La guerra di movimento si è trasformata in una guerra d’assedio.
  • L’esercito russo deve ora condurre simultaneamente tre grandi assedi (Kiev, Kharkiv e Mariupol), per un’area totale di 1600 km2 di territorio urbano da conquistare.
  • Oggi e domani vedremo un’intensificazione degli sforzi per conquistare Kharkiv: l’esercito russo spera di minare il morale ucraino acquisendo più capacità di manovra.
  • Kiev ha la massa critica per diventare un fronte permanente di guerriglia latente, sul modello di Baghdad

Aggiornamento sulle operazioni in Ucraina 2 marzo, sesto giorno dall’inizio della guerra (il bollettino dei primi cinque giorni è disponibile a questo link).

La guerra d’assedio è cominciata

La situazione generale è invariata rispetto alla logica dello scenario che abbiamo studiato ieri.

La guerra di movimento si è trasformata in una guerra d’assedio. Il principale sforzo russo è la concentrazione sulla chiusura e gli investimenti di Kiev. Lo sforzo secondario è l’assedio di Kharkiv e Mariupol e l’attacco a Kherson.

La dimensione aerea

Le attività aeree ucraine sono crollate, con l’eccezione del ricorso ai droni, in particolare i TB2 turchi, che rimangono molto efficaci. I cieli sono strettamente monitorati da sistemi di stazioni radar montati su aerei di sorveglianza russi dotati di sensori passivi e radar a lungo raggio in grado di rilevare contatti aerei e terrestri a grandi distanze. Malgrado l’annuncio degli aiuti europei sull’invio di aerei da combattimento alle forze ucraine, sono scettico sulla prospettiva concreta di rafforzare le forze ucraine. 

La difesa antiaerea ucraina (batteria S 300) è ancora attiva e mantiene una capacità di disturbo. Vale la pena notare la debolezza delle difese antiaeree degli eserciti europei, che sono state in gran parte sacrificate dagli aggiornamenti strategici successivi e sono quindi difficilmente in grado di fornire assistenza in questo campo, con l’eccezione dei sistemi di difesa aerea portatili, i missili leggeri terra-aria a spalla (MANPADS).

Sul fronte di Kiev

L’accerchiamento occidentale di Kiev continua con la 36a Armata e la 76a Divisione d’Assalto Aereo (AAD). L’importante convoglio russo di cui parlavamo ieri serviva a rinforzare queste due importanti unità.

Questo rinforzo serve prima di tutto come supporto (artiglieria, veicoli schierabili sul campo per l’attraversamento dei fiumi) per lo sforzo locale sull’asse occidentale di Kiev con penetrazioni a nord-ovest, e la ricerca dell’accerchiamento della città da ovest e sud-ovest.

Combattimenti pesanti continuano a Chernihiv, vicino al confine bielorusso. Forze ingenti sono state avvistate a Bobrovytsya, a 40 km dalla 41a divisione dell’esercito a nord di Kiev, e ancora più vicino alla 20a armata nella zona di Sumy.

È ormai evidente che l’esercito russo si sta preparando per una battaglia a lungo termine. L’insieme delle tre armate e la 76a AAD ammonta a un ordine di grandezza di 50.000 uomini.

Sul fronte di Charkiv

A Charkiv, le operazioni di accerchiamento sono in corso e gli attacchi stanno diventando più intensi. Un nuovo tentativo di incursione nella città dovrebbe svolgersi oggi o domani.

I russi sperano in un effetto a cascata (caduta del morale ucraino, ritorno della capacità di manovra) dopo la cattura di Charkiv.

Sul fronte meriodionale

Nel sud-est, abbiamo osservato una concentrazione degli sforzi su Mariupol e un apparente arresto dell’avanzata verso Zaporozhie. 

Nel sud-ovest, l’attacco a Kherson con il 7° AAD e la brigata Spetsnaz ha portato a una ritirata ucraina.

Sul fronte bielorusso

In Bielorussia, la 38a Armata è ancora ferma. Si osserva una concentrazione di mezzi aerei mobili nell’estremo ovest della Bielorussia e a sud di Minsk.

Nonostante la smentita del presidente Lukašėnka, la Bielorussia, un regime ormai di fatto a sovranità limitata, è entrata in guerra e il suo esercito è pienamente coinvolto nel conflitto. È probabile che le forze bielorusse si rivelino ancora più deboli di quelle russe.

La guerra all’Ucraina e l’impegno bielorusso nelle operazioni cominciano a provocare forti reazioni interne. La Bielorussia è senza dubbio l’anello debole di questo nuovo “Patto di Varsavia”. Non è escluso che un ritorno di manifestazioni che porrebbe seri problemi alla conduzione delle operazioni.

Conseguenze e prospettive strategiche

La Russia si trova in una situazione quasi senza precedenti. Il suo esercito deve condurre simultaneamente tre grandi assedi con annesse battaglie urbane secondarie. L’area totale delle tre grandi città (Kiev, Kharkiv e Mariupol) rappresenta 1600 km² di ambiente urbano da conquistare. Stiamo parlando di un territorio che corrisponde a quattro volte l’area di Grozny in Cecenia che l’esercito russo ha impiegato dalle cinque alle sei settimane per conquistare.

Si tratta di uno sforzo colossale che assorbirà la maggior parte della fanteria russa e richiederà l’intervento degli ausiliari della Guardia Nazionale, di cui fanno parte le unità della Cecenia e del Daghestan, che non sono eserciti regolari, così come tutte le milizie disponibili.

È probabile che le forze sulla linea del fronte saranno rinforzate dalle unità ancora disponibili nel resto della Russia, nella 2a e 4a armata in particolare. Con una conseguenza strategica: l’esercito russo è praticamente interamente immobilizzato in Ucraina e probabilmente per molto tempo.

L’Ucraina, d’altra parte, ha la massa critica per diventare un fronte di guerriglia latente e permanente sul modello dell’Iraq dopo l’invasione statunitense del 2003.

Lo stallo russo: un problema logistico

I problemi logistici incontrati dall’esercito russo sembrano essere causati innanzitutto dall’eccessiva modularità dell’organizzazione delle forze prima dell’offensiva e da eserciti e divisioni sovradimensionati rispetto alle normali capacità di supporto: i collegamenti abituali tra le varie unità sono stati interrotti.

In secondo luogo, i problemi logistici russi possono essere interpretati in funzione dell’impiego spesso isolato delle unità di combattimento, che sono rapidamente tagliate fuori dai loro collegamenti con la catena logistica, come dimostra il numero insolito di veicoli abbandonati.

L’esercito ucraino, anch’esso frammentato e disperso, ha problemi simili in misura minore (il numero di veicoli abbandonati è un buon indicatore). A questo si aggiunge la debolezza delle risorse e delle riserve ucraine.

Una lezione per gli Europei ?

Tra le principali innovazioni da esplorare, la costituzione di una struttura di supporto rapida e discreta, che vada ben oltre le capacità del Comando delle Operazioni Speciali francese e l’invio improvvisato di qualche pezzo di equipaggiamento.

Dopo averli combattuti per anni (Mali, Afghanistan…), forse dovremmo immaginare l’attuazione di una capacità di guerriglia.