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Key Points
  • La lunga manovra russa per accerchiare Kiev sta proseguendo, ostacolata dalla resistenza di Chernihiv nel nord. Il principale sforzo russo, tuttavia resta concentrato sulla presa di Kharkiv.
  • La progressione della 58a Armata verso Zaporozhie è molto lenta e evidenzia l’incertezza sulla priorità russa a sud, tra l’oriente e l’occidente.
  • Il combattimento urbano ha preso una piega “siriana”, alternando una lenta pressione militare e pressioni sulla popolazione per arrendersi. Con un rischio a medio lungo termine: l’ascesa di gruppi autonomi radicali ucraini – di estrema destra – che potrebbero parassitare l’esercito territoriale ucraino e rafforzare il discorso propagandistico di Vladimir Putin sulla minaccia neonazista.
  • Lo scioglimento del gelo e della neve, la “stagione delle cattive strade” (rasputitsa), rendendo il terreno fangoso, costringe le operazioni sui grandi assi asfaltati.

Sono passati sette giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e la situazione complessiva ha subito pochi cambiamenti rispetto a ieri.

La lunga manovra russa per avvolgere Kiev continua, ostacolata dalla resistenza di Chernihiv nel nord. Lo sforzo russo è concentrato su Kharkiv, ormai sempre più vicino al centro della città. Mentre Mariupol è stata catturata nel sud, notiamo una sovraestensione e un rallentamento delle forze russe in questo settore.

Tuttavia, l’Ucraina occidentale offre ancora opportunità di manovra. Come già notato, la manovra ucraina è quasi interamente difensiva e urbana, con alcuni contrattacchi locali, spesso efficaci nei sobborghi di Kiev e nel Donbass.

La stima della durata totale dei combattimenti continua ad aumentare. Per il momento, i maggiori combattimenti sono stimati in mesi, ma c’è una forte probabilità che la guerriglia urbana si protragga per anni.

Sul fronte di Kiev

La manovra di avvolgimento continua, guidata dalla 36a Armata a ovest, probabilmente insieme a elementi della 5a Armata, e dalla 20a Armata a est (Borodienka) a circa 60 km da Kiev.

La 41a Armata nel nord, rinforzata da forze bielorusse e apparentemente dalla fanteria navale russa dal Pacifico, sembra ancora ostacolata da una forte resistenza concentrata nel punto chiave di Chernihiv.

Sul fronte nord-est

I combattimenti continuano nella zona di Sumi con l’accerchiamento e l’investimento di Kharkiv da parte della 1ª ABG, sostenuta dai rinforzi della 6ª Armata, avvicinandosi al centro della città. L’artiglieria è stata utilizzata in maniera estensiva, la cattura di Kharkiv risulta al momento essere chiaramente il principale sforzo bellico russo.

La speranza dell’esercito russo è di ottenere rapidamente una prima grande vittoria a Kharkiv per continuare la manovra verso Luhansk – in modo da unirsi all’8a Armata, una manovra che potrebbe essere già in corso – e soprattutto per spingersi a sud verso il Dnieper.

Sul fronte sud-est

L’accerchiamento di Marioupol da parte della 49a Armata è ormai reso evidente dai vari bombardamenti che hanno colpito la città. Non sembra invece che sia stata ancora investita dalle truppe: è possibile che i russi cerchino di ottenere la sua resa.

La progressione della 58a Armata verso Zaporozhie è stata molto lenta, evidenziando l’incertezza sulla priorità russa a sud, tra est e ovest (Kherson).

Sul fronte sud-ovest

Nella prossimità dell’estuario del fiume Dnepr, la cattura della città di Cherson è quasi completata da parte del 7° AAD, Spetsnaz e altri elementi della 22° Armata. La testa di ponte è stata conservata sul Dnieper, lasciando all’esercito russo la possibilità di ulteriori manovre verso Odessa.

Bielorussia-Ucraina occidentale

A occidente, è in corso una concentrazione della 35a Armata e delle forze aereomobili. L’obiettivo di una conquista di “tutta l’Ucraina” che sembra essere emerso dalla conversazione tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin la mattina del 3 marzo, sembra confermarsi.

Appunti

Il doppio rischio di una svolta “siriana”

Il combattimento urbano sta prendendo una piega “siriana”, alternando una lenta pressione militare – complesse operazioni di accerchiamento molto localizzate, avanzamenti di colonne, nel migliore dei casi, di qualche centinaio di metri al giorno – e forti pressioni sulla popolazione per arrendersi. Il cosiddetto metodo della “porte de sortie” (porta di uscita) potrebbe essere concepito in Ucraina? I combattenti accetterebbero di partire in una sorta di “Idlib” ucraina?

Un altro rischio “siriano” è l’ascesa di gruppi autonomi radicali ucraini – di estrema destra – che potrebbero parassitare l’esercito territoriale ucraino e rafforzare il discorso propagandistico di Vladimir Putin sulla minaccia neonazista.

La stima delle perdite umane e materiali del conflitto

Ufficialmente le stime iniziali delle perdite militari indicano il numero di soldati russi uccisi arrivando a 498, il numero di feriti corridponde invece a tre volte tanto. Le cifre reali potrebbero corrispondere a almeno il doppio, il che sarebbe già considerevole per una sola settimana di combattimenti. Le perdite ucraine mi sembrano essere dello stesso ordine.

Il sito web Oryx parla di 529 veicoli da combattimento russi persi per 180 da parte ucraina – per principio sottostimati e probabilmente di più a causa della carenza di immagini che documentino le perdite ucraine – tra cui 65 carri armati russi e 29 ucraini, così come 100 veicoli da combattimento di fanteria russi e 42 ucraini.

Da entrambe i fronti e per l’insieme delle attrezzature, la proporzione è la stessa: un terzo distrutto o danneggiato, un terzo abbandonato e un terzo catturato. Si tratta di un segno inconfondibile di combattimenti frammentati con unità tagliate fuori dalla logistica e rapide avanzate e ritirate da entrambe le parti a livello locale.

La capacità di recuperare, riparare o riutilizzare i veicoli abbandonati diventa fondamentale con le unità avanzate di manutenzione da combattimento. Un ostacolo alla manovra da entrambe le parti, ma soprattutto da parte russa. Lo scioglimento del gelo e della neve, la “stagione delle cattive strade” (rasputitsa), rendendo il terreno fangoso, costringe le operazioni sui grandi assi asfaltati.

Alcuni appunti conclusivi

Tre osservazioni, non necessariamente correlate.

  • Da un lato, c’è un rischio di dissonanza cognitiva interna da parte delle truppe russe: a forza di coltivare la segretezza – con una buona dose di disprezzo per i soldati – si finisce per raccogliere brutte sorprese.
  • Due soprese strategiche: l’assenza di droni russi dal conflitto è notevole. Si parla, ma è ancora da confermare, di un attacco antinave da parte ucraina. La possibilità ucraina di adoperare materiale progettato per attaccare e distruggere una nave sarebbe une elemento importante.
  • Infine, occorre fare attenzione ai selection bias: la guerra in Ucraina si svolge nell’era dello smartphone e produce una quantità impressionante di immagini, ma non è necessariamente nei luoghi dove si trovano i giornalisti e dove si può concretamente filmare e condividere i filmati che stanno accadendo gli avvenimenti principali. Né la sovrarappresentazione di ciò che sta accadendo a Kiev – in particolare le esplosioni violente – dovrebbe farci sottovalutare i combattimenti molto intensi che si svologno altrove nello stesso momento.