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L’elezione di Milei è storica. Per la prima volta un autoproclamato libertario è alla testa di una grande democrazia. John Tomasi e Matt Zwolinski, specialisti della questione, ripercorrono la storia del libertarismo, dalla metà dell’Ottocento ai giorni giorni. Con una domanda di fondo: come si fa a governare quando si vuole abbattere lo Stato?

Possiamo imitare i metodi degli illiberali per uscire dall’illiberalismo? Questa è una delle domande che si pone l’opposizione polacca mentre si prepara a formare una coalizione di governo. Marcin Matczak, noto avvocato vicino all’opposizione, e Katarzyna Skrzydłowska-Kalukin, specialista di questi temi, riflettono sulle tracce lasciate dal partito di Jarosław Kaczyński. Comunque vada, dopo otto anni di governo del PiS, la democrazia polacca si è già trasformata.

Dall’Ucraina a Gaza, la guerra si estende. Il mondo si frattura sotto i nostri occhi. Benché prudente sull’idea di una seconda Guerra fredda, Carlo Galli dipana i punti di tensione e scontro che definiscono il nostro mondo, forte di una convinzione: «Il conflitto odierno è solo geopolitico, non ha come posta in palio una visione del mondo». Un’intervista essenziale.

L’oscillare dell’attenzione strategica degli Stati Uniti tra diversi teatri regionali, dall’Europa all’Asia, passando per il Medio Oriente, non è un gioco a somma zero. Le conseguenze delle scelte di non intervento degli Stati Uniti si faranno sentire in maniera sempre più estesa nei nostri anni Venti, mettendo il Paese davanti a un dilemma che culminerà nelle elezioni presidenziali del 2024.

Gli obiettivi climatici degli accordi di Parigi non saranno raggiunti. La lotta ecologica radicale sembra illusoria, persa nella trappola di un mondo fratturato. In questo contesto, Luca Picotti traccia il profilo della linea realista che secondo lui si imporrà: un ambientalismo difensivo che cercherà di adattare, per quanto possibile, le nostre società alla futura catastrofe.

L’Internazionale reazionaria ha un piano. Il suo metodo? La politica estera complottista. Il suo fronte? L’Argentina, dove il reazionario Javier Milei ha appena vinto le elezioni presidenziali contro il peronista Sergio Massa. Bernabé Malacalza e Juan Gabriel Tokatlian illustrano la preoccupante svolta diplomatica che Buenos Aires potrebbe prendere con Milei al potere.

Ormai è cosa fatta. Pedro Sanchez ha appena prestato giuramento per un nuovo mandato. Durante la seduta del 15 novembre, il candidato socialista ha presentato con chiarezza l’alternativa che, a suo avviso, segnerà il passo della Spagna politica nei prossimi anni: progresso e coesione contro arretratezza e odio. Pubblichiamo il testo integrale di questo discorso, che segna un nuovo corso per la sinistra spagnola.

In Spagna, Pedro Sanchez dovrebbe giurare come Primo ministro mercoledì. Secondo Manuel Escudero, ambasciatore spagnolo presso l’OCSE e principale artefice della politica economica di Sanchez, il leader del PSOE, lungi dall’attentare alla Costituzione spagnola, ha al contrario saputo cogliere le radici di un sentimento politico profondo. Contrapponendo il nazionalismo all’indipendentismo, la sua strategia per rimanere al potere mira a reintegrare la Catalogna e i Paesi Baschi, dando loro alcune garanzie.