Prospettive


Per comprendere il contesto globale delle rivolte che hanno scosso la Francia, l’economista irlandese Philip Pilkington parte da un grafico non commentato a sufficienza: dimostra una caduta senza precedenti dei consumi alimentari delle famiglie francesi. Da Bakhmut a Nanterre, si sta aprendo una spaccatura? La guerra si allarga, sbaglieremmo ad ignorarlo 

La guerra si è estesa al territorio russo. Colpo di Stato? Guerra civile? Ribellione? Lawrence Freedman fa il punto della situazione per capire come Prigozhin sia arrivato a ribellarsi al suo padrone. Un’immersione vertiginosa nei meccanismi interni del potere russo, dal Cremlino al fronte ucraino

Emmanuel Macron e Sergio Mattarella si preparano a inaugurare la mostra «Naples à Paris» al Louvre per ricucire ancora una volta il rapporto tra i due paesi: come trovare una continuità negli sconvolgimenti della relazione franco-italiana degli ultimi anni? Jean-Pierre Darnis propone un nuovo concetto per cogliere i contorni di una relazione sempre più politicizzata

La Napoli del terzo scudetto è una città che sembra aver reintegrato i limiti di un’Europa “normale”, tecnocratica, ricollegata ai processi di trasformazione del capitale finanziario. Una lettura urbana e antropologica della vittoria dello scudetto, firmata Paolo Mossetti

Si dice spesso che l’Europa si trasforma. È difficile descrivere come. Ma nella turbolenza del nuovo disordine, il bipolarismo tra Cina e Stati Uniti rimane la forza gravitazionale strutturante. Impone logiche duali, costringendo l’Europa a prendere una posizione – l’Unione non ha, forse, che quattro strade possibili

Per Pasquale Annicchino, l’Italia di Meloni è «una navicella alla deriva nel mare post-cristiano che è diventata la società occidentale». In mezzo a questo oceano tempestoso agitato da guerre culturali d’importazione, essa mantiene una rotta fragile, in equilibrio su una corda tesa e con poco spazio di manovra: quanto potrà resistere?

L’Europa si costruisce davvero nelle crisi? Per l’economista Enrico Spolaore, si tratta di una scommessa rischiosa: l’Unione potrebbe ancora finire per disfarsi durante la prossima tempesta. Per prepararsi a questa eventualità, il futuro dell’integrazione dovrà puntare ai settori in cui le economie di scala e di portata sono maggiori

Tra un ministro che parla di «sostituzione etnica» e dei decreti molto duri sulle ONG e sui diritti umani, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna.

In un’ennesima mutazione genetica, la politica italiana dimostra ancora una volta di essere in grado di separare la retorica dagli atti concreti, e che il vincolo esterno è troppo forte per essere spezzato

Certo, l’ambiguità permane: tra un ministro che parla di «sostituzione etnica», in riferimento all’immigrazione e degli atti legislativi molto duri nei confronti delle navi gestite dalle ONG e dei diritti dei rifugiati, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna