Dopo le Dottrine della Cina di Xi Jinping, lanciamo una nuova serie settimanale. Ogni mercoledì esamineremo il punto nodale della geopolitica contemporanea, il confronto tra Cina e Stati Uniti, in termini di capacità politica di entrambi i sistemi di guidare, trasformare, sviluppare innovazione, industria, tecnologie digitali e scienza. Chiedendoci quindi: che cosa dobbiamo fare? Un’intervista con Alessandro Aresu e Louis de Catheu, che ci aiuteranno nel condurre questa serie.
Nel suo ultimo libro Traduire Hitler (Héloïse d’Ormesson, 2022) , Olivier Mannoni rievoca l’immenso lavoro che ha dato origine a una nuova traduzione del Mein Kampf, realizzata in collaborazione con una équipe di storici diretta da Florent Brayard e Andreas Wirsching (Historiciser le mal, Fayard, 2019).
Domenica, la coalizione guidata da Giorgia Meloni dovrebbe vincere le elezioni legislative, spingendo la leader post-fascista alla testa del paese. Per capire come l’elettorato si è trasformato dal 2018, bisogna interessarsi ai suoi segmenti politico-ideologici.
Uno studio inedito di Jean-Yves Dormagen che analizza i gruppi che compongono le coalizioni italiane, ma che possono anche dividerle.
Capire la dottrina della Cina di Xi Jinping, una conversazione con David Ownby
La dottrina della Cina di Xi JinpingDa oggi, il Grand Continent pubblicherà una volta a settimana una traduzione commentata di un testo fondamentale, inedito in italiano, di un intellettuale pubblico che scrive e lavora nella Cina di Xi Jinping. Una serie diretta dal sinologo David Ownby.
La solidarietà strategica dopo il vertice di Madrid, una conversazione con il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg
GuerraAll’indomani del vertice di Madrid, il Segretario Generale della NATO si confronta con il Grand Continent sulla dottrina che ha guidato la sua azione fin dall’inizio del suo mandato. Mentre l’Alleanza Atlantica si prepara ad accogliere la Svezia e la Finlandia, egli ammette che la NATO è anche un’arena di negoziati e attriti, ma sostiene la necessità di una solidarietà strategica tra i suoi membri.
È ormai fattuale: bisognerà continuare a fare i conti con la nuova estrema destra. Fino a che, presto, non sarà più una novità sulla scena politica. Al posto di stupirsi, a ogni tornata elettorale, dei risultati dei rappresentanti di questa tendenza politica in Europa e di lamentarsi dello spostamento verso destra del dibattito pubblico, Steven Forti si pone l’obiettivo di capire le caratteristiche comuni di questi fenomeni politici.
Si tratta di un paradosso ben conosciuto e collaudato: mentre sembra incapace di produrre cambiamenti strutturali, l’Unione reagisce sempre meglio e più rapidamente alle crisi. In questa panoramica, Riccardo Perissich ripercorre le trasformazioni che potrebbero delineare la forma dell’Europa dopo la guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina non ha ricomposto un mondo in blocchi. Ma perché gli occidentali si sono sorpresi di trovarsi “soli al mondo”? Secondo Mario Pezzini, la via d’uscita dall’interregno in Europa consiste nell’affrontare i problemi repressi e nel costruire alleanze strategiche.
L’invasione dell’Ucraina ci avvicina alla fine di un mondo, e ci allontana dalla fine dell’interregno. La forma del nuovo ordine globale continua a delinearsi sotto i nostri occhi, sempre più precisa, sempre più inquietante – fino alla prossima crisi.
A pochi giorni dal vertice di Versailles e una settimana dopo gli sconvolgimenti nell’UE e il discorso di Olaf Scholz sulla difesa, abbiamo chiesto a Pascal Lamy di proporre una diagnosi e indicare alcune prospettive.