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Yair Golan è un generale riservista ed ex deputato del partito di sinistra Meretz. Si è opposto alla legge di riforma della giustizia di Benyamin Netanyahu ed è stato fortemente criticato dai membri del governo, con alcuni parlamentari che hanno persino chiesto il suo arresto. La mattina del 7 ottobre, quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele, è salito sulla sua auto e si è diretto verso il Nova festival, dove sono stati uccisi più di 260 giovani. È riuscito a salvare molti di loro, che si erano nascosti nei campi e nella boscaglia. Lo abbiamo incontrato per conoscere le ripercussioni della guerra di Sukkot in Israele.

Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, il conflitto israelo-palestinese potrebbe tornare a diventare un conflitto arabo-israeliano, suggellando così il fallimento della politica di Benyamin Nethanyau. Abbiamo intervistato Henry Laurens, titolare della cattedra di storia contemporanea del mondo arabo al Collège de France per tentare di definire la nuova fase apertasi con la guerra del Sukkot in questa lunga storia.

Il numero delle vittime israeliane e palestinesi della guerra del Sukkot continua a salire, quattro giorni dopo che Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele. La risposta militare israeliana nella Striscia di Gaza si sta intensificando, mentre rimane la possibilità dell’apertura di un secondo fronte al confine con il Libano.

Almeno 150 persone sono state rapite dopo l’attacco scatenato da Hamas il 7 ottobre. Perché un numero così impressionante? Bisogna capire che l’organizzazione sfrutta la la dottrina dello Stato ebraico sugli ostaggi e i dispersi, facendone un’arma. In dieci punti sintetici Étienne Dignat, autore di La Rançon de la guerre (PUF, 2023), ci fornisce il contesto di questa guerra degli ostaggi: ci spiega cosa significa questo rapimento di massa e perché pone a Israele un dilemma politico e militare cruciale

La fatwa emessa nel 1989 dall’Ayatollah Khomeini aveva come obiettivo di imporre il suo dominio sui gruppi sunniti più radicali. Il politologo Gilles Kepel analizza la lunga rivalità tra queste denominazioni, che hanno avuto come risultato l’attentato a Salman Rushdie da parte di un Musulmano Sciita.

In questa cronaca in forma di diario, Gilles Kepel analizza quella che si dovrebbe ormai chiamare la “guerra degli undici giorni” tra le forze armate israeliane e Hamas mettendo al centro del gioco gli attori regionali, nel contesto particolare dell’insediamento della nuova amministrazione americana.

In questa conversazione con Alice Fill, lo storico Lorenzo Kamel si sofferma sui movimenti di fondo che spiegano il recente aumento delle tensioni tra Israele e Palestina. Dando ampio spazio alla storia della regione e alla natura dei differenti attori, nonché alle forze presenti sul territorio, offre un’analisi su vari livelli per comprendere le questioni legate al riacutizzarsi del conflitto.