Politica

Lettura estesa

Ne “Il mondo al contrario”, un generale dell’esercito italiano traccia la sua visione pessimistica della società contemporanea, mettendo in fila con un linguaggio marziale e piuttosto colorito una serie di passaggi razzisti, xenofobi e omofobi. Il libro è in testa alle classifiche italiane e ha diviso profondamente il governo di Giorgia Meloni: il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sollevato il militare dal suo incarico, ma molti esponenti dell’esecutivo lo hanno difeso

Nazionalisti europei allo specchio. Mentre tutto il continente osserva la crescita di Vox, Giorgia Meloni tiene d’occhio la situazione: se i suoi alleati spagnoli dovessero prendere un posto decisivo nel governo, la sua posizione continentale ne uscirebbe rafforzata. Ma Vox e Fratelli d’Italia sono d’accordo su tutto? Una rassegna in dieci punti dei loro accordi e disaccordi

Nel suo nuovo saggio, Leader per forza (Rizzoli), l’ex capo di gabinetto di Mario Draghi e Paolo Gentiloni tratteggia quali sono le caratteristiche più importanti di un capo, e perché spesso i leader migliori diventano tali per necessità. In questa conversazione, piena di aneddoti sui mesi passati a Palazzo Chigi, l’ex consigliere italiano riflette sulla crisi della democrazia e sulle possibili soluzioni per restare competitivi di fronte alle autocrazie

Tra un ministro che parla di «sostituzione etnica» e dei decreti molto duri sulle ONG e sui diritti umani, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna.

In un’ennesima mutazione genetica, la politica italiana dimostra ancora una volta di essere in grado di separare la retorica dagli atti concreti, e che il vincolo esterno è troppo forte per essere spezzato

Certo, l’ambiguità permane: tra un ministro che parla di «sostituzione etnica», in riferimento all’immigrazione e degli atti legislativi molto duri nei confronti delle navi gestite dalle ONG e dei diritti dei rifugiati, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna

Assisteremo davvero a un aumento del numero di migranti che arrivano in Europa attraverso gli sbarchi in Italia?

Mentre Giorgia Meloni cerca di smuovere l’agenda di Bruxelles su questo tema, i governi europei non nascondono di essere allineati alle politiche italiane: contrastare il più possibile le partenze irregolari e convincere i Paesi terzi a rimpatriare chi arriva. Facciamo il punto con il ricercatore Matteo Villa