mario draghi


Era l’extrema ratio: per mancanza di accordo tra i partiti, il Parlamento italiano ha rieletto al Quirinale il presidente della Repubblica uscente, Sergio Mattarella. Per Giovanni Orsina e Lorenzo Castellani, che analizzano le tappe di questa elezione, questo è un sintomo che indica un cambiamento del sistema politico in Italia.

Secondo il giornalista al quale il primo ministro italiano ha concesso, dopo la caduta di Kabul, la sua unica intervista a oggi, Mario Draghi ha approfittato del caos lasciato dal ritiro americano dall’Afghanistan per cercare di chiamare l’Europa, e più in generale l’Occidente, ad assumere il suo ruolo centrale sulla scena diplomatica.

Dalla scuola dai gesuiti ai più alti livelli della burocrazia nazionale ed europea, la traiettoria di Mario Draghi è quella di un uomo che ha compreso il funzionamento delle regole dell’Europa del XXI secolo per usarle a proprio vantaggio. In questo ritratto particolarmente vivido, Ben Judah ricostruisce la serie di scommesse che hanno portato Draghi fino alla Presidenza del Consiglio.

Il tecnopopulismo origina da uno scollamento tra politica e società: lungi dal risolvere questa frattura, i tecnopopulisti la esacerbano, erodendo le basi della rappresentanza democratica. La chiave per uscire da questa situazione di stallo sta nella ricerca di nuove forme di intermediazione politica.

Il governo Draghi rappresenta una nuova stagione per l’Italia, e rimette il paese al centro delle questioni internazionali europee e transatlantiche. In questo studio, Jean-Pierre Darnis mostra come, rilanciando il trattato del Quirinale con la Francia, il nuovo presidente del Consiglio sta elaborando un’agenda che guarda oltre i confini della penisola.