Il primo risultato atteso alla COP 28 è la presentazione della prima edizione del Global Stocktake, previsto dall’Accordo di Parigi, e la conclusione della fase di discussione politica dei risultati.

  • La fase tecnica si è svolta dal giugno 2022 al giugno 2023, strutturata su due dialoghi a Bonn e uno alla COP 27 a Sharm-El-Sheikh. 
  • Il Global Stocktake è fondamentale nella misura in cui può portare a una correzione della traiettoria con la rivalutazione al rialzo dei Contributi determinati a livello nazionale (NDC), la base dell’Accordo di Parigi, che stabiliscono lo sforzo di riduzione delle emissioni per ogni Paese1.
  • Il Segretario Esecutivo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici ha dichiarato al termine dell’ultima conferenza di Bonn, nel giugno 2023, che gli impegni assunti dalle parti erano «lontani dall’essere sufficienti» e che sarebbe stata la «risposta» al Global Stocktake, determinato alla COP 28, a consentire di misurarne il successo.

Il finanziamento della lotta contro il cambiamento climatico e l’adattamento è un altro tema chiave per la negoziazione alla COP 28.

  • A settembre, i Paesi africani si sono riuniti a Nairobi per il primo Vertice africano sul clima, con l’obiettivo di sancire nella Dichiarazione di Nairobi la base per una posizione comune dei 54 Paesi africani.
  • Le parti hanno concordato di sollecitare i Paesi ricchi a raggiungere il loro obiettivo del 2009 di 100 miliardi di dollari all’anno per combattere il cambiamento climatico.
  • Nelle conclusioni del vertice è stato incluso anche un appello per una carbon tax globale.
  • Il finanziamento della transizione energetica e dell’adattamento al cambiamento climatico è una delle questioni prioritarie per i Paesi a basso e medio reddito. 
  • Lo Zambia, alle prese con una crisi del debito e con un processo di ristrutturazione dal 2020, è alla guida del gruppo di negoziazione africano per la COP 28.

Anche la creazione del Loss and Damage Fund, approvata alla COP 27, è fonte di tensione. Su questo tema, le posizioni assunte svelano l’opposizione tra i 134 Paesi del G77+ Cina e i Paesi del Nord, guidati dagli Stati Uniti. Diverse sessioni di negoziazione su questo tema sono già fallite in vista della COP 28, compresa quella del 20 ottobre in Egitto.

  • Uno dei principali punti di disaccordo riguarda la sede del Fondo: la maggioranza dei Paesi del Nord e gli Stati Uniti vogliono che il Fondo sia situato presso la Banca Mondiale, una proposta respinta dai Paesi del Sud raggruppati nel G77+Cina.
  • Anche la forma di finanziamento e i criteri di ammissibilità sono un punto di disaccordo, con gli Stati Uniti contrari a un finanziamento basato principalmente sulle donazioni, come richiesto dai Paesi del Sud.
  • Pur sostenendo l’istituzione del Fondo, gli Stati Uniti rifiutano anche l’idea di stabilire un legame tra il finanziamento e il riconoscimento della ’responsabilità’ degli emettitori storici per i disastri in questione – un legame rivendicato dai Paesi del Sud. L’inviato speciale di Joe Biden per il clima, John Kerry, ha dichiarato ai rappresentanti della Camera dei Deputati il 13 luglio che gli Stati Uniti «non pagheranno risarcimenti» ai Paesi colpiti da disastri climatici.

Infine, si toccherà la questione di come abbandonare i combustibili fossili e il ritmo di riduzione della produzione e del consumo saranno oggetto di particolare attenzione in questa COP, presieduta dall’amministratore delegato della principale compagnia petrolifera emiratina. 

  • I Paesi che si sono riuniti informalmente nella High Ambition Coalition, compresi gli alcuni Stati insulari, la Francia e l’Irlanda, si sono dichiarati a favore di una riduzione graduale della produzione e dell’uso di combustibili fossili2.
Note
  1. Aruna Chandrasekhar e Josh Gabbatiss, « Who wants what at the COP28 climate change summit », Carbon Brief, 20 novembre 2023. 
  2. High Ambition Coalition Ministerial Statement on the Global Stocktake, 31 ottobre 2023.