Dopo quaranta giorni di guerra del Sukkot, stanno emergendo le prime valutazioni dell’impatto economico su Israele e sui territori palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.

  • Secondo Bloomberg, la guerra costa all’economia israeliana 260 milioni di dollari al giorno1.
  • Per quanto riguarda la risposta del Governo Netanyahu in termini di bilancio, l’idea di prendere i fondi inizialmente destinati alle spese volute dai partiti più nazionalisti della coalizione è stata recentemente oggetto di controversie interne. Questi tagli al bilancio rispetto alla spesa originariamente prevista sono stati incoraggiati dalla Banca d’Israele, che il 15 novembre ha messo in guardia da un eccessivo ampliamento del deficit, ammonendo che la spesa aggiuntiva per la sicurezza dovrebbe essere effettuata all’interno di «un quadro di bilancio responsabile»2.
  • L’impatto della guerra e le prospettive negative per l’economia israeliana sono visibili anche sui mercati finanziari. Il premio di rischio sui titoli di debito israeliani rispetto al tasso privo di rischio è ora più alto di 25 punti base rispetto al 6 ottobre. 
  • Il tasso di cambio dello shekel rispetto al dollaro si è leggermente ripreso all’inizio di novembre, ma rimane a livelli record rispetto agli ultimi cinque anni. 

Oltre al tributo umano, le perdite materiali ed economiche nella Striscia di Gaza sono considerevoli.

  • L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che almeno il 61% dei posti di lavoro nell’enclave sia andato perduto – per un totale di 182.000 unità3.
  • La Cisgiordania non è stata risparmiata dalle conseguenze del conflitto: 208.000 cisgiordani hanno perso il lavoro – il 24% della popolazione occupata. La perdita di reddito da lavoro per l’intera Cisgiordania è stimata in 12,8 milioni di dollari al giorno.
  • I 20.000 palestinesi con visti di lavoro rilasciati dalle autorità israeliane, che normalmente consentono loro di lavorare in Israele, hanno perso il lavoro.  

La guerra sta aggravando una situazione economica già molto precaria nei territori palestinesi della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.

  • Il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza ha raggiunto il 46,4% nel secondo trimestre del 2023. In Cisgiordania, sebbene più basso e per periodi di inattività più brevi (6 mesi rispetto ad una media di 14 mesi nella Striscia di Gaza), la disoccupazione si è attestata al 13,4% nello stesso trimestre.
  • Anche prima dei bombardamenti della guerra del Sukkot, la percentuale di palestinesi che avevano difficoltà a trovare un alloggio a prezzi accessibili era già del 29%.