Tra il 7 ottobre e il 10 novembre, il Ministero della Sanità di Gaza – un organismo controllato da Hamas i cui dati e statistiche devono essere trattati con cautela – ha contato 11.078 vittime nell’enclave (anche se non viene fatta alcuna distinzione tra civili e combattenti)1.

  • Secondo Michel Goya, l’intensità della campagna di bombardamenti israeliana rende questa cifra credibile2.
  • Secondo l’ONG Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, Israele ha sganciato più di 25.000 tonnellate di esplosivi sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre3.

Il Ministero degli Esteri israeliano ha rivisto al ribasso il numero di vittime dell’attacco di Hamas, da 1.400 a «circa» 1.2004. Questa cifra è comunque superiore al numero totale di vittime civili israeliane registrate in Israele, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania dal 2000, secondo i dati dell’ONG israeliana B’Tselem.

  • In questo sanguinoso conflitto, le donne, i bambini e i neonati sono le principali vittime a causa della violenza bellica e del ridotto accesso ai servizi sanitari5.
  • Dal 7 ottobre, l’UNICEF stima che più di 4.600 bambini siano stati uccisi e più di 9.000 feriti6.
  • La mattina di mercoledì 15 novembre, l’esercito israeliano è entrato nel complesso ospedaliero di Al-Shifa, il più grande complesso medico della Striscia di Gaza.

Poche ore prima, John Kirby, coordinatore del Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti per le comunicazioni strategiche, ha dichiarato che l’intelligence statunitense ha confermato che Hamas e la Jihad islamica stavano usando l’ospedale «per nascondere e sostenere le loro operazioni militari e per tenere degli ostaggi»7.

Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel vicino oriente (UNRWA), che ha perso 102 lavoratori nell’enclave dal 7 ottobre, «quasi 1,6 milioni di persone sono state sfollate nella Striscia di Gaza», ossia l’80% della popolazione totale8.