Mediterraneo

Lettura estesa

Ex ministro della Salute e oppositore di Benjamin Netanyahu, Nitzan Horowitz è al centro della vita politica e intellettuale di Tel Aviv. In quest’intervista, denuncia la responsabilità dell’attuale Primo ministro facendo allo stesso momento un appello all’unità necessaria davanti alla guerra.

Almeno 150 persone sono state rapite dopo l’attacco scatenato da Hamas il 7 ottobre. Perché un numero così impressionante? Bisogna capire che l’organizzazione sfrutta la la dottrina dello Stato ebraico sugli ostaggi e i dispersi, facendone un’arma. In dieci punti sintetici Étienne Dignat, autore di La Rançon de la guerre (PUF, 2023), ci fornisce il contesto di questa guerra degli ostaggi: ci spiega cosa significa questo rapimento di massa e perché pone a Israele un dilemma politico e militare cruciale

In Israele, l’unità nazionale prevale per il momento di fronte all’attacco terroristico di Hamas. Solo Haaretz ha scelto di rompere questa tregua politica per lanciare un attacco molto violento a Benyamin Netanyahu, il Primo Ministro israeliano. La sua argomentazione in due tempi ne fa il principale colpevole di una situazione che il movimento islamista è stato capace di sfruttare.

Carlo Maria Martini, gesuita, biblista finissimo, cardinale e arcivescovo di Milano è tra i principali ispiratori della dottrina che ha difeso papa Francesco a Marsiglia: «L’immigrazione è davvero un’occasione storica per il futuro dell’Europa… un grande appello della Provvidenza per un nuovo modo di vivere». Riproponiamo questa visione cattolica che si oppone radicalmente a quella di matrice orbániana di «un’Europa bianca e cristiana».

In una lunga intervista, lo scrittore italiano racconta della sua giovinezza trascorsa in Puglia, tra Bari e un paesino della provincia: un periodo che gli ha permesso di incontrare la civiltà contadina, la malavita, la piccola borghesia arricchitasi in fretta alla fine degli anni Ottanta. Un’esperienza fondamentale per costruire la sua idea di letteratura. Un nuovo episodio della nostra serie estiva «Grand Tour».

A maggio si svolgerà uno degli eventi politici più importanti dell’anno: le elezioni presidenziali in Turchia.

Dopo aver costruito un regime autoritario e competitivo, personalizzato all’estremo, il presidente turco rischia di perdere il potere? Nell’anno del centenario della Repubblica di Turchia, la partita sembra essere definitivamente cambiata.

Per comprendere l’ampio contesto di queste elezioni, apriamo, in dieci punti, una finestra sulla Turchia di oggi

In Italia, una falsa rivoluzione ha condannato un’intera generazione a vivere ipnoticamente in uno spettacolo ripetitivo. La Terza Repubblica, che avrebbe dovuto sostituire la Seconda Repubblica emersa dallo shock del 1992, non è mai nata.
In questo affresco storico, Marco Damilano ricostruisce il mondo in cui è emersa la figura politica di Meloni.

Una cluster analysis dei risultati delle ultime elezioni legislative negli 8.000 comuni italiani rivela la struttura dell’elettorato italiano.

Secondo questa lettura, è il Nord – senza le sue grandi città, senza la Toscana, senza la Valle d’Aosta e senza l’Alto Adige – a governare l’Italia. Le opposizioni, invece, dominano nel Mezzogiorno.

Uno studio a firma di François Hublet.

In questa prosopografia, David Allegranti e Francesco Maselli ci portano dietro le quinte del prossimo governo Meloni. Al di là delle funzioni più visibili, il percorso degli alti funzionari e dei consiglieri di questa nuova fase tratteggiano il nuovo volto del potere romano — nell’era del tecno-sovranismo.