Politica

Lettura estesa

Tra un ministro che parla di «sostituzione etnica» e dei decreti molto duri sulle ONG e sui diritti umani, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna.

In un’ennesima mutazione genetica, la politica italiana dimostra ancora una volta di essere in grado di separare la retorica dagli atti concreti, e che il vincolo esterno è troppo forte per essere spezzato

Certo, l’ambiguità permane: tra un ministro che parla di «sostituzione etnica», in riferimento all’immigrazione e degli atti legislativi molto duri nei confronti delle navi gestite dalle ONG e dei diritti dei rifugiati, l’esecutivo mantiene la sua ambivalenza, affiancando alla normalizzazione nei confronti dei partner europei un’agenda conservatrice e a tratti nazionalista in politica interna

Assisteremo davvero a un aumento del numero di migranti che arrivano in Europa attraverso gli sbarchi in Italia?

Mentre Giorgia Meloni cerca di smuovere l’agenda di Bruxelles su questo tema, i governi europei non nascondono di essere allineati alle politiche italiane: contrastare il più possibile le partenze irregolari e convincere i Paesi terzi a rimpatriare chi arriva. Facciamo il punto con il ricercatore Matteo Villa

A maggio si svolgerà uno degli eventi politici più importanti dell’anno: le elezioni presidenziali in Turchia.

Dopo aver costruito un regime autoritario e competitivo, personalizzato all’estremo, il presidente turco rischia di perdere il potere? Nell’anno del centenario della Repubblica di Turchia, la partita sembra essere definitivamente cambiata.

Per comprendere l’ampio contesto di queste elezioni, apriamo, in dieci punti, una finestra sulla Turchia di oggi

La Belle Époque è finita, e l’Europa non può più improvvisare. Nel 2022, un risveglio brutale ha scosso i dogmi del commercio dolce, con il rischio di instaurare nuove credenze: l’interdipendenza comporta dei rischi, non è detto che il disaccoppiamento crei un ambiente meno rischioso. Favorendo una riduzione generale degli scambi si potrebbero accelerare malintesi, paure nazionalistiche e panico sulle questioni di sicurezza.

Una prospettiva sull’attualità firmata da Nicholas Mulder

La vera vittoria di Vladimir Putin non è stata aver neutralizzato l’opposizione e messo a tacere l’opinione pubblica. È aver orchestrato un’apatia generalizzata, una passività mista a paura, alimentando il caos.

Da un anno Benjamin Quénelle discute con i russi di quello che sta succedendo – ecco la sua testimonianza

“Dall’Ucraina, alla Moldavia, ai Balcani occidentali, al Regno Unito e alla Norvegia, costruiremo un grande continente più unito, coordinato, forte ed economicamente integrato”.
Il Segretario di Stato per l’Europa francese delinea quattro elementi costitutivi per realizzare la sovranità continentale—uno spunto di dottrina firmato Laurence Boone.

Dopo le polemiche suscitate dai suoi ultimi interventi, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera ha scelto le colonne del Grand Continent per spiegarsi. Al di là della metafora della “giungla e del giardino”, in questa approfondita intervista cerca di delineare i contorni di una “svolta di potenza” per l’Unione europea e sottolinea il suo desiderio di lasciare un’eredità diplomatica.