Dopo essere stato approvato dalla Camera il 22 maggio, il disegno di legge di bilancio di Trump sarà ora esaminato dal Senato, dove i repubblicani non possono permettersi di perdere più di tre voti (la procedura parlamentare di budget reconciliation consente di evitare l’ostruzionismo). Sebbene i senatori della Camera alta non sembrino intenzionati a modificare in modo sostanziale il testo, nonostante le stime indicano che potrebbe aumentare il deficit di quasi 4.000 miliardi di dollari in 10 anni, numerose voci si sono comunque levate contro il disegno di legge.

  • Questo prevede diversi punti ritenuti rischiosi da alcuni legislatori: la perdita dell’assicurazione sanitaria per quasi 9 milioni di americani entro la fine del decennio (preoccupazioni espresse da senatori come Susan Collins o Josh Hawley), la riduzione del budget del Programma di assistenza alimentare supplementare (SNAP) di 300 miliardi di dollari, l’abolizione dei crediti d’imposta sbloccati dall’Inflation Reduction Act di Biden (contestata da Lisa Murkowski, Thom Tillis o John Curtis) e l’assenza di tagli di bilancio significativi (critica avanzata da Ron Johnson, Mike Lee o Rick Scott).
  • Il calendario serrato fissato dai repubblicani rischia inoltre di esacerbare ulteriormente le tensioni già evidenti all’interno del GOP, che mira a consentire a Trump di firmare la legge entro il 4 luglio, data dell’anniversario della firma della Dichiarazione di Indipendenza.
  • Dalle prime leggi di budget reconciliation adottate negli anni ’80, occorrono in media 152 giorni tra l’adozione da parte del Congresso della stessa risoluzione di bilancio e la promulgazione della legge, il che porterebbe la firma del bilancio di Trump al 9 settembre di quest’anno.
  • Nel 2017, tuttavia, erano stati necessari solo 56 giorni per il Tax Cuts and Jobs Act, contro i 357 per l’IRA sotto Biden nel 2022.

Un’altra grande sfida potrebbe ritardare ulteriormente l’approvazione del bilancio: la Camera ha incluso nel testo diverse disposizioni che potrebbero non superare i test previsti dalla cosiddetta regola di Byrd 1. Sebbene la procedura di riconciliazione consenta l’approvazione di una legge con una semplice maggioranza di 51 voti (anziché 60), il testo è comunque soggetto a varie regole. Solo le misure relative alla spesa pubblica, alle entrate e al tetto del debito del governo federale possono infatti essere incluse in una legge di budget reconciliation.

Tra le misure più suscettibili di essere contestate dalla consigliera parlamentare del Senato, incaricata di interpretare la regola di Byrd, figurano:

  • Disposizioni che riprendono il contenuto del REINS Act, una proposta di legge che dal 2009 non riesce a superare il vaglio del Senato e che mira a rafforzare considerevolmente il potere del Congresso nel riesame e nel blocco delle normative federali ;
  • Un moratorio di 10 anni che vieterebbe agli Stati di adottare regolamenti volti a disciplinare l’intelligenza artificiale ;
  • Una procedura accelerata che fissa a un anno il termine massimo per il periodo di esame necessario al rilascio di permessi per la costruzione di nuovi gasdotti ;
  • Il divieto di utilizzare i fondi del programma Medicaid per coprire le cure destinate alle persone transgender, in linea con l’agenda di Trump ;
  • L’obbligo per i richiedenti asilo di versare una tassa di 1.000 dollari per presentare la propria domanda 2.

I dibattiti che si aprono oggi al Senato sul bilancio di Trump domineranno la scena politica americana nelle prossime settimane. La capacità del presidente di mantenere l’unità del suo schieramento — composto al Senato da ultraconservatori fiscali, libertari e moderati — rappresenta la prima grande prova politica del suo secondo mandato. La minaccia di un default già a settembre o ottobre aumenta inoltre la pressione sul bilancio federale che grava su Washington.