Secondo le nostre stime, la difesa di Israele è costata almeno 7 volte di più dell’attacco iraniano

Nei giorni successivi all’attacco iraniano del 13-14 aprile sono state pubblicate diverse stime dei costi di difesa di Israele.

• Il generale di brigata israeliano Reem Aminoach, consigliere economico dell’ex capo di Stato maggiore dell’IDF, ha stimato nelle ore successive all’attacco che il costo totale della difesa di Israele “è stato dell’ordine di 4-5 miliardi di shekel” – circa 1,2 miliardi di dollari¹

• Ieri, lunedì 15 aprile, Yehoshua Kalisky, ricercatore presso il think-tank israeliano Institute for National Security Studies (INSS), ha quantificato la cifra in 560 milioni di dollari.

• Kalisky ha spiegato brevemente la sua metodologia, che consisteva nel prendere in considerazione “il costo dell’intercettazione della metà dei missili e dei droni iraniani, compreso l’uso del sistema di difesa aerea David’s Sling, nonché il costo del mantenimento in volo di 100 aerei da guerra israeliani per sei ore, compresi carburante e armamenti”².

Secondo i nostri calcoli, che forniscono una cifra approssimativa, l’Iran ha speso l’equivalente di 49,15 milioni di dollari per il suo attacco. Questa cifra tiene conto del costo unitario dei 170 droni Shahed lanciati sul territorio israeliano (circa 35.000 dollari ciascuno), dei 30 missili da crociera (1 milione di dollari ciascuno) e dei 120 missili balistici (110.000 dollari ciascuno)³.

Per calcolare il costo della difesa del territorio israeliano, sono stati presi in considerazione diversi fattori:

• Mentre sembra che tutti i 170 droni e i 30 missili da crociera siano stati distrutti vicino o nello spazio aereo israeliano, i funzionari statunitensi hanno affermato che la metà dei 120 missili balistici iraniani “non sono stati lanciati o si sono schiantati in volo prima di raggiungere il loro obiettivo”⁴.

• La cifra calcolata tiene conto solo delle armi utilizzate per intercettare i proiettili iraniani e dei costi di volo degli aerei da combattimento israeliani, americani, francesi, britannici e giordani, a seconda dei modelli utilizzati dai diversi eserciti⁵.

• Per ottenere una cifra più accurata, avremmo dovuto conoscere il numero di personale, infrastrutture e attrezzature specificamente necessarie per rispondere all’attacco iraniano. Tenendo conto del costo del dispiegamento di due navi americane nel Mediterraneo orientale (la USS Arleigh Burke e la USS Carney), la cifra finale in questo caso potrebbe aumentare significativamente.

• Per calcolare il numero di missili lanciati, abbiamo utilizzato le comunicazioni pubbliche (talvolta imprecise) relative al numero di proiettili intercettati da ciascun Paese. Poiché gli Stati Uniti hanno distrutto 80 droni e almeno 6 missili balistici, sembra che abbiano contribuito finanziariamente quasi quanto lo Stato israeliano.

Il costo dei proiettili utilizzati per intercettare i droni e i missili iraniani varia sostanzialmente, i nostri calcoli rivelano però una costante: sebbene il 99% dei proiettili sia stato distrutto, un attacco massiccio di questo tipo è relativamente sostenibile dal punto di vista finanziario, mentre il costo difensivo è estremamente elevato. Sebbene un sistema Patriot disponga di una tecnologia sufficientemente avanzata per intercettare un missile balistico con relativa facilità, il costo del missile è in media 40 volte superiore al costo del proiettile.