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L’invasione dell’Ucraina ci avvicina alla fine di un mondo, e ci allontana dalla fine dell’interregno. La forma del nuovo ordine globale continua a delinearsi sotto i nostri occhi, sempre più precisa, sempre più inquietante – fino alla prossima crisi.

Due immaginari apocalittici si affrontano oggi in Europa. In questo spunto di dottrina, Ivan Krastev decritta le fratture profonde che agitano il continente in questi anni Venti.

Alle soglie dell’anno 2022, l’ex presidente della Commissione europea si sofferma sui grandi cambiamenti permanenti che l’Europa e gli europei devono affrontare. Per l’uomo che aveva voluto una Commissione “politica”, il calvario del coronavirus potrebbe aver permesso all’Unione di liberarsi del “neoliberismo sfrenato e senza vergogna”.

Quale sarà il posizionamento internazionale del governo Scholz? Attraverso cinque grandi questioni – l’Unione Europea, il Green Deal, la Cina, la Russia e la difesa – Lorenzo Monfregola presenta un quadro utile a capire come la Germania si proietterà fuori dai propri confini nei prossimi anni.

Come punto di equilibrio, il Consiglio – questa istituzione di “prima istanza” ormai al centro della dinamica politica dell’Unione – può articolare una propria dottrina? Nell’intervista più lunga del suo mandato, il suo presidente, Charles Michel, discute la sua comprensione delle dinamiche geopolitiche interne, le lezioni dell’Afghanistan e gli ingredienti essenziali per articolare una narrazione europea comune tra Cina e Stati Uniti.

Lo stato neoliberista occidentale sembra ormai esaurito, sacrificato sull’altare della pandemia e della crisi economica. Prendendo ispirazione dal modello cinese e imparando dal passato, Joe Biden e alcuni leader europei si stanno muovendo verso un modello di Stato più interventista, segnando l’inizio di una nuova era – la cui natura, progressista o regressiva, è ancora da determinare.

A cavallo tra il Mediterraneo e l’Europa continentale, a partire dall’inizio del secolo i Balcani sono stati lasciati fuori dal gioco geopolitico a causa delle loro limitate dimensioni economiche e demografiche. Eppure, pur lontani dai grandi temi scottanti, sono la scena di un confronto informale tra le tre grandi potenze: Stati Uniti, Unione Europea e Cina, con quest’ultima che approfitta della stagnazione del processo d’integrazione europea per imporsi come partner essenziale.