Politica

Lettura estesa

Dopo un soggiorno a Palo Alto, Carl Schmitt si trasferisce a Washington. Ma è davvero possibile consolidare un impero se lo scettro passa nelle mani dei giganti del digitale?

Questa terza e ultima parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin esplora gli elementi più radicali e contraddittori della teoria politica che ispira le élite controrivoluzionarie trumpiste.

«Ogni rivoluzione dipende da un gruppo di persone giovani e di talento disposte a superare i propri limiti. In questo momento, Washington pullula di questi giovani rivoluzionari».

Nella seconda parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin, abbiamo cercato di comprendere la teoria del potere di colui che ispira la nuova élite reazionaria che vuole sovvertire la democrazia americana.

Questo pomeriggio a Monaco, il vicepresidente degli Stati Uniti non ha parlato molto di sicurezza — e ha accennato solo di sfuggita all’Ucraina, a Putin e alla Russia.

Convinto che «la principale minaccia [per l’Europa provenga] dall’interno», prendendo di mira le élite politiche e desiderando abbattere le barriere erette contro l’estrema destra in Germania, J. D. Vance ha articolato per la prima volta la visione massimalista della Casa Bianca di Donald Trump per il continente: un cambiamento di regime.

Traduciamo e commentiamo questo discorso che tutti gli europei dovrebbero leggere.

Restaurare l’impero — con i geek al comando. Inaugurare una nuova era — quella dell’Illuminismo nero. Trasformare lo Stato in una startup e rinchiudere gli individui giudicati inutili. Mescolando Matrix e Aristotele, il blogger neo-reazionario Curtis Yarvin vuole porre fine al «fallito esperimento democratico degli ultimi due secoli» e instaurare una nuova monarchia. Potrebbe far sorridere, ma l’autore ha l’attenzione della cerchia ristretta di Trump: bisogna prenderlo sul serio.

Traduciamo e commentiamo la sua recente intervista al New York Times.