Il leader supremo Ali Khamenei, che molto probabilmente potrebbe essere il bersaglio di prossimi attacchi, ha pubblicato in mattinata un breve comunicato che riprende la consueta retorica minacciosa nei confronti di Israele.
- “Molti comandanti e scienziati sono caduti martiri sotto gli attacchi del nemico. I loro successori e colleghi prenderanno immediatamente il loro posto, se Dio vorrà. Il crimine del regime sionista gli prepara un destino amaro e doloroso, che senza dubbio riceverà” 1.
- Khamenei non ha tuttavia ritenuto nel suo comunicato che gli Stati Uniti fossero responsabili dell’attacco, contrariamente a una delle recenti posizioni dello Stato iraniano.
- Infatti, il 22 maggio, il ministro degli Esteri Abbas Araqchi aveva spiegato in una lettera indirizzata alle autorità americane che l’Iran avrebbe ritenuto gli Stati Uniti responsabili di qualsiasi attacco israeliano contro gli impianti nucleari iraniani 2.
- Teheran ha anche annunciato che non parteciperà più ai negoziati nucleari indiretti con gli Stati Uniti previsti per domenica 15 giugno in Oman.
Altre reazioni sottolineano soprattutto l’illegalità dell’attacco alla luce del diritto internazionale, il che potrebbe preparare il terreno per una risposta più limitata in termini di intensità.
- Il presidente della Repubblica, Massoud Pezechkian, pur sottolineando il passato storico della nazione iraniana — “anche se gli iraniani non hanno mai iniziato una guerra negli ultimi duecento anni, non esiteremo a difendere la nostra terra natale” – chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire, invitandolo a “difendere la sua dignità e la sua ragion d’essere contro il crollo del sistema internazionale”.
- Aggiunge che l’Iran non aspetterà l’approvazione della comunità internazionale prima di rispondere a Israele 3.
- Il vicepresidente Mohammed Âref ha concentrato i suoi messaggi di cordoglio alle famiglie dei leader militari uccisi 4.
- Mohammed Javad Zarif, negoziatore dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015, fa appello a un passato ancora più antico: “L’Iran resterà orgogliosamente in piedi come ha fatto negli ultimi millenni” 5.
La valorizzazione lirica del martirio dei comandanti iraniani uccisi è onnipresente nei discorsi, in linea con la tradizione della Repubblica islamica.
- Il presidente del parlamento iraniano, Mohammed Qalibaf, dopo aver invocato vendetta contro Israele, ha dichiarato: “Giuriamo in nome di Dio e del sangue puro dei nostri fratelli martiri che difenderemo voi e il nostro amato Paese come una montagna. Il sangue dei martiri è la nostra luce e da loro abbiamo imparato la lezione della perseveranza” 6.
- Il generale Moussavi, che ha sostituito Ali Baqeri, comandante in capo delle forze armate iraniane, ha anche dichiarato che “la bandiera issata con il sangue dei martiri non cadrà. Il sangue dei martiri non rimarrà nel suolo”.
- Come spiega Farhad Khosrokhavar, il culto dei martiri è il fondamento ideologico del regime iraniano sin dalla guerra Iran-Iraq. Nel cuore di Teheran si trova il museo della “Difesa sacra”, in cui è istituzionalizzato un culto nazionale nei confronti dei martiri.
- Questo martirologio affonda le sue radici sia nella storia dello sciismo che nell’interpretazione che ne ha dato Ali Shariati, uno degli ideologi della Rivoluzione del 1979, che ha cercato di combinare il dolorismo sciita con un pensiero proletario di sinistra a vocazione rivoluzionaria.
L’attacco israeliano, avvenuto proprio mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica aveva appena adottato una risoluzione che condannava l’Iran, è interpretato da diversi responsabili politici iraniani come un’offensiva dell’Occidente contro la Repubblica islamica.
- Mohammed Khatami, presidente iraniano dal 1997 al 2005 e figura di spicco del movimento riformista, la cui dottrina di politica estera era quella del «dialogo delle civiltà», ha pubblicato un comunicato in cui dichiara: «Va notata la coincidenza di questo atto criminale con il voto di una risoluzione contro l’Iran, promossa dagli Stati Uniti e dai paesi europei in seno all’AIEA» 7.
- Personalità moderate sembrano adottare un discorso che identifica un complotto occidentale contro le potenze emergenti, relativamente vicino o almeno paragonabile a quello di un ultraconservatore radicale come Hassan Abbasi.
Gran parte della popolazione iraniana percepisce questi attacchi come un attacco contro l’Iran nel suo complesso, e non solo contro le sue installazioni militari, tanto più che la maggior parte degli attacchi hanno preso di mira grandi centri urbani. I video diffusi nella mattinata del 13 giugno mostrano lunghe file di auto in uscita da Teheran 8 e edifici del centro città parzialmente distrutti dai bombardamenti 9.
- Le città iraniane non subivano bombardamenti di tale portata dalla guerra Iran-Iraq, dal 1980 al 1988.
Note
- پیام رهبر معظم انقلاب اسلامی خطاب به ملت بزرگ ایران در پی جنایت سحرگاه امروز رژیم صهیونیستی, Sito ufficiale della guida suprema, 13 giugno 2025.
- Dichiarazione di Abbas Araqchi su X, 22 maggio 2025.
- این صدای یک ملت است و یک دولت؛ ما آغازگر جنگ نبودیم, Sito della presidenza della Repubblica, 13 giugno 2025.
- پیام معاون اول رئیسجمهور در پی تجاوز رژیم صهیونیستی به خاک کشورمان, Siti del governo iraniano, 13 giugno 2025.
- Dichiarazione su X, 13 giugno 2025.
- «قالیباف: زمان انتقام است», Irna News, 13 giugno 2025.
- «سید محمد خاتمی: رژیم صهیونیستی روی همه جنایتکاران تاریخ را سفید کرد», Jamaran News, 13 giugno 2025.
- Video su X, 13 giugno 2025.
- Video su X, 13 giugno 2025.