La caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria in pochi giorni ha colto di sorpresa la maggior parte dei servizi di intelligence. Sebbene gli europei abbiano accolto con favore l’esilio del dittatore, non hanno una posizione unificata sull’HTS – il gruppo di ribelli guidato da al-Jolani – o sulla loro politica nei confronti di Damasco.
La prima reazione è stata quella di sospendere l’esame delle domande di asilo dei cittadini siriani.
- Sono già 16 gli Stati membri ad aver preso questa decisione (aggiornamento al 15 dicembre) – tra cui l’Italia, la Germania e la Polonia.
- Da venerdì scorso, l’Austria offre un “bonus di ritorno” di 1.000 euro ai siriani che decidono di rientrare nel loro Paese 1.
- Più di 100.000 domande di asilo da parte di richiedenti siriani sono attualmente in attesa nell’Unione Europea.
L’UE aveva imposto sanzioni contro il regime siriano e sospeso le relazioni bilaterali con Damasco nel maggio 2011 a seguito della violenta repressione della popolazione siriana da parte di Bashar al-Assad. Tali sanzioni sono state prorogate a maggio fino al 1° giugno 2025, ma potrebbero essere revocate prima a seconda dei progressi della transizione politica avviata dall’HTS.
- Kaja Kallas ha dichiarato ieri, domenica 15 dicembre: “L’Unione non ritirerà le sanzioni contro la Siria finché i suoi nuovi leader non garantiranno che le minoranze non siano perseguitate e che i diritti delle donne siano tutelati all’interno di un governo unificato che ripudia l’estremismo religioso” 2.
- La scorsa settimana, la nuova Alta rappresentante ha affermato che è ancora troppo presto per riconoscere il governo di transizione siriano, poiché l’HTS è considerato un gruppo terroristico dall’UE e dagli Stati Uniti. In occasione di una visita in Giordania, ha affermato che “la Siria si trova di fronte a un futuro speranzoso ma incerto”.
Tuttavia, i contatti ufficiali con l’HTS sono aumentati negli ultimi giorni: Antony Blinken ha annunciato sabato 14 dicembre che gli Stati Uniti hanno stabilito “contatti diretti” con il gruppo. Lunedì mattina, prima della riunione del Consiglio, Kallas ha dichiarato di aver chiesto a un diplomatico europeo di alto livello in Siria di “recarsi oggi a Damasco e stabilire un primo contatto con il nuovo governo del Paese” 3.
Anche la questione dei curdi, una popolazione concentrata nel nord-est del Paese, dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione da parte degli europei, ritiene Hugo Micheron: “I curdi gestiscono le prigioni e i campi che ospitano i jihadisti, in particolare quelli di origine straniera, soprattutto europei […] L’Europa può fare molto e soprattutto non deve rimanere passiva in questo contesto altamente instabile”.
Note
- “Freiwillig zurück nach Syrien: Innenministerium vergibt 1000 Euro für “neuen Start”“, Der Standard, 13 dicembre 2024.
- Suleiman Al-Khalidi, “Syria sanctions relief premature for now, top EU official says“, Reuters, 15 dicembre 2024.
- Pubblicazione su X (Twitter) di Matthias Eichenlaub, 16 dicembre 2024.