Sono bastati dieci giorni all’Hayat Tahrir al-Sham (HTC) per conquistare le città di Aleppo, Hama, Homs e poi Damasco, domenica 8 dicembre, ponendo fine a più di mezzo secolo di governo della famiglia al-Assad. Il dittatore siriano si è rifugiato a Mosca, dove ha ottenuto asilo per lui e la sua famiglia.

La brutale caduta del regime dovrebbe portare a un nuovo equilibrio in Siria e nella regione.

  • Secondo il Ministero degli Esteri russo, Assad si è dimesso e ha dato istruzioni al Primo Ministro siriano per garantire una transizione pacifica del potere 1. Grazie al sostegno della Russia, uno dei suoi principali alleati, era riuscito a rimanere al potere nel 2015.
  • Con il crollo dell’“asse di resistenza” iraniano e dei suoi alleati indeboliti o caduti, l’esercito israeliano ha esteso il suo controllo sulle alture del Golan alla zona cuscinetto demilitarizzata creata nel maggio 1974 a seguito della risoluzione 350 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
  • Questo territorio si trova sul lato siriano del confine ed è sorvegliata dalla Forza di osservazione per il disimpegno delle Nazioni Unite (UNDOF). È la prima volta che Israele prende il controllo di un territorio in Siria dalla guerra del 1973.

Durante il fine settimana, Israele ha colpito i siti siriani in cui si ritiene siano immagazzinate armi chimiche per evitare che cadano nelle mani dei ribelli. Oggi lunedì 9 dicembre gli attacchi israeliani proseguono in tutta la Siria per distruggere le capacità militari dell’ex regime siriano (sistemi di difesa missilistici e antiaerei, razzi, ecc.) 2. L’esercito statunitense ha inoltre dichiarato di aver colpito più di 75 obiettivi dello Stato Islamico nel Paese per impedire al gruppo terroristico di approfittare della situazione.

Mentre Israele sta approfittando del caos generato dalla caduta del regime di Assad per aumentare il suo controllo sulle alture del Golan, la Russia rischia di perdere il controllo delle sue basi in Siria.

  • Le forze ribelli siriane dell’HTC avrebbero dato a Mosca 48 ore di tempo dopo le dimissioni di Bashar al-Assad per porre fine alla sua presenza militare nel Paese 3.
  • Fonti ucraine riferiscono che la Marina russa abbia ritirato la sua ultima nave (la fregata Admiral Grigorovitch) da Tartus, domenica 8 dicembre. Sembra che le ultime armi e attrezzature militari russe siano state evacuate dalla base aerea di Hmeimim 4.

La perdita di Tartus avrà un impatto significativo sulla capacità della Russia di proseguire le sue operazioni in Africa e nel Mediterraneo. Le principali alternative per il posizionamento della marina russa nella regione, come Algeria, Egitto, Sudan o Libia, non offrirebbero a Mosca gli stessi vantaggi strategici garantiti dalla base di Tartus.

Note
  1. Foreign Ministry statement, Ministero degli Affari Esteri russo, 8 dicembre 2024.
  2. Neri Zilber, “Israel hits suspected chemical weapons sites in Syria“, Financial Times, 9 dicembre 2024.
  3. Frederik Van Lokeren, The Russian Navy and the fall of Tartus, Russian Fleet Analysis, 8 dicembre 2024.
  4. Pubblicazione Telegram di Головне управління розвідки МО України, 8 dicembre 2024.