Dall’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e dalla successiva campagna militare israeliana contro Hamas, le Nazioni Unite, attraverso il proprio Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari, e altre organizzazioni internazionali si sono basate principalmente sui dati forniti da Hamas per valutare il numero delle vittime nell’enclave.

In assenza di ONG e organismi indipendenti in grado di censire i morti a Gaza, questa cifra è diventata il principale indicatore per testimoniare la brutalità e quantificare la letalità della campagna militare israeliana. Tuttavia, esistono numerose zone d’ombra sulla metodologia utilizzata dall’organizzazione terroristica.

  • Hamas comunica il numero delle vittime (morti e feriti) nella Striscia di Gaza attraverso due organizzazioni: il Ministero della Salute di Gaza e l’Ufficio governativo per i media (GMO).
  • Per allertare sulla situazione nell’enclave, le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare, si basano quasi esclusivamente su questi dati per aggiornare i loro bilanci umanitari.
  • I rapporti pubblicati alla fine di marzo 2025 da questi due organismi rivelavano tuttavia importanti divergenze riguardo alla composizione demografica del bilancio umano: il GMO sottostimava notevolmente i decessi maschili, sovrastimando nella stessa proporzione quelli femminili e infantili 1.
  • Allo stesso modo, dall’ottobre 2023, circa 4 000 persone che figuravano in uno degli elenchi di Hamas sono state aggiunte e poi rimosse, il che suggerisce il permanere di alcuni errori nelle banche dati di Hamas 2.

Al fine di registrare il numero dei decessi, il gruppo utilizza ora due tipi di elenchi: uno basato sulle informazioni fornite dagli ospedali dell’enclave e, dal gennaio 2024, un secondo proveniente da moduli online attraverso i quali i palestinesi possono segnalare i decessi presumibilmente non identificati. In nessun caso vengono fornite informazioni sull’appartenenza o meno delle vittime alle file di Hamas.

  • Oltre a questi due elenchi, il gruppo terroristico si basava anche su informazioni pubblicate dai media, sulle quali esistono pochi dettagli.
  • A partire dall’aprile 2024, Hamas ha avviato un processo di revisione della propria metodologia che è culminato otto mesi dopo, lo scorso dicembre, con la fine dell’utilizzo dei dati provenienti da «articoli di stampa» 3.
  • Tuttavia, tale revisione non ha comportato una revisione del numero totale delle vittime, il che suggerisce che i presunti decessi siano stati trasferiti ad altri elenchi.
  • Inoltre, tra dicembre 2024 e maggio 2025 sono stati registrati almeno cinque aumenti discreti del numero delle vittime. Questi riflettono le segnalazioni di decessi da parte di famiglie o parenti.

A seguito di una significativa revisione al ribasso da parte delle Nazioni Unite di quasi il 50% del numero di bambini e donne uccisi a Gaza tra il 6 4 e l’8 5 maggio 2024, il portavoce del segretario generale dell’ONU, Farhan Haq, ha dichiarato che tale modifica era dovuta a una «revisione di routine» e si inseriva in un contesto di «confusione bellica» 6. In realtà, rifletteva l’introduzione di una distinzione tra morti «identificati» e «non identificati».

  • Questa distinzione ha fatto seguito a una modifica introdotta da Hamas alcune settimane prima nei suoi comunicati, senza tuttavia che l’ONU mettesse in discussione la metodologia utilizzata.
  • Tutti gli elementi disponibili indicano che i decessi «non identificati» corrispondono in realtà ai morti segnalati dai «rapporti dei media» sopra citati.
  • Tuttavia, queste constatazioni di decesso non si basano su rapporti dell’obitorio né su corpi da identificare. Ciò può comportare una significativa sovrapposizione tra diversi meccanismi di conteggio (in particolare quelli degli ospedali) e ipotesi potenzialmente errate sul numero totale dei morti.

Tutte le recenti analisi indipendenti sul numero di morti nella Striscia di Gaza concludono che è irrealistico fornire una cifra precisa e definita, vista la distruzione di parte del sistema ospedaliero dell’enclave e le vittime i cui corpi giacciono ancora sotto le macerie.

A febbraio, uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet ha stimato il bilancio delle vittime a 64.000 morti tra ottobre 2023 e giugno 2024, una cifra superiore del 41% a quella pubblicata da Hamas all’epoca 7.

  • L’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari pubblica aggiornamenti settimanali sulla situazione umanitaria a Gaza per allertare la comunità internazionale sulla necessità di porre fine al conflitto.
  • Questa comunicazione regolare consente alle agenzie di stampa e ai principali media di informare il pubblico quasi in tempo reale sull’evoluzione della situazione nell’enclave, proprio come fanno le forze armate russe e ucraine con i dati pubblicati quotidianamente sugli sviluppi del fronte.
  • Tuttavia, questa strategia espone le Nazioni Unite al rischio di errori metodologici che vengono poi riportati dai media.
Note
  1. Gabriel Epstein, Assessing the Gaza Death Toll After Eighteen Months of War, The Washington Institute for Near East Policy, maggio 2025.
  2. «How many people have died in Gaza?», The Economist, 8 maggio 2025.
  3. Assessing the Gaza Death Toll After Eighteen Months of War.
  4. Hostilities in the Gaza Strip and Israel – reported impact | Day 213, United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, 6 maggio 2024.
  5. Hostilities in the Gaza Strip and Israel – reported impact | Day 215, United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, 8 maggio 2024.
  6. Haiti, Sudan, Afghanistan & other topics – Daily Press Briefing, YouTube, Nations unies, 13 maggio 2024.
  7. Zeina Jamaluddine, Hanan Abukmail, Sarah Aly, Oona M R Campbell et Francesco Checchi, «Traumatic injury mortality in the Gaza Strip from Oct 7, 2023, to June 30, 2024: a capture–recapture analysis», The Lancet, février 2025