Lunedì 9 dicembre, Robin Zeng, amministratore delegato di CATL, il principale produttore cinese di batterie, è stato a Madrid dove ha incontrato il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, per discutere l’apertura di un terzo stabilimento europeo del gruppo, previsto a Saragozza, nell’ambito di una joint venture con Stellantis. Questo incontro avviene dopo che la Spagna si è astenuta dal voto sulle tariffe aggiuntive proposte dall’UE per i veicoli elettrici cinesi, una decisione che ha sorpreso, considerando che Madrid inizialmente era favorevole all’indagine avviata dalla Commissione Europea nell’ottobre 2023.

Attualmente, sono ben avviati 10 progetti per la costruzione di impianti di batterie da parte di operatori asiatici, che dovrebbero concretizzarsi nei prossimi anni. Al contrario, solo 5 dei 16 progetti annunciati dagli operatori europei sono effettivamente in fase di sviluppo 1.

Nonostante i numerosi tentativi, i produttori europei stanno faticando a creare una solida catena di produzione di veicoli elettrici all’interno dell’UE.

  • Alla fine di novembre, il produttore svedese di batterie Northvolt ha dichiarato bancarotta, nonostante fosse riuscito ad accumulare un portafoglio ordini del valore di 55 miliardi di euro e fosse considerato un potenziale futuro campione europeo.
  • Nel frattempo, a fine ottobre, Volkswagen ha annunciato l’intenzione di chiudere fino a tre fabbriche in Europa, un passo senza precedenti nella sua storia. In questo scenario, i produttori cinesi come BYD, che vantano una struttura verticalmente integrata, riescono a produrre a costi significativamente più bassi, rendendosi così più competitivi.

Gli europei sono in netto ritardo rispetto ai concorrenti cinesi, che hanno avviato la loro transizione verso l’elettrico già alla fine degli anni 2000. Gli operatori europei, oltre a faticare nel reclutare un numero sufficiente di tecnici qualificati — mentre CATL conta ben 21.000 ingegneri dedicati esclusivamente alla ricerca e sviluppo — devono anche fare i conti con elevati costi energetici.

  • Grazie alle innovazioni tecnologiche che hanno portato a una significativa riduzione dei prezzi delle batterie negli ultimi anni (-20% tra il 2023 e il 2024), i produttori europei faticano maggiormente ad aumentare la loro capacità produttiva rispetto ai concorrenti cinesi.
  • Inoltre, gli investitori europei sono sempre più riluttanti a puntare sui campioni europei, a causa del calo delle vendite di veicoli elettrici: -27% in Germania lo scorso anno e -5% a livello continentale nei primi 10 mesi del 2024 2.
  • Per garantire un vantaggio competitivo alle aziende europee, Bruxelles sta valutando l’idea di richiedere ai produttori cinesi che aprono fabbriche in Europa di condividere il loro know-how tecnologico. Questa misura potrebbe essere parte di un bando di gara che permetterebbe loro di accedere a sovvenzioni destinate allo sviluppo della capacità produttiva di batterie in Europa 3.

Lo sviluppo di un’industria europea dei veicoli elettrici, basata su materie prime sostenibili e una catena di produzione pulita, è stata una delle raccomandazioni di Mario Draghi nel suo rapporto pubblicato a settembre: “Per avere successo, l’Unione dovrà sviluppare una strategia coerente per tutti gli aspetti della decarbonizzazione, dall’energia all’industria”. L’ex presidente della BCE ha stimato che, per raggiungere gli obiettivi elencati nel rapporto, saranno necessari tra i 750 e gli 800 miliardi di euro all’anno.

Note
  1. Stefan Nicola, Wilfried Eckl-Dorna, Tom Fevrier e William Wilkes, “Europe’s Big Battery Ambitions Are Failing, and China Is Benefiting“, Bloomberg, 10 dicembre 2024.
  2. After Northvolt’s failure, who will make Europe’s EV batteries?“, The Economist, 28 novembre 2024.
  3. Alice Hancock, Andy Bounds e Alec Russell, “EU to demand technology transfers from Chinese companies“, Financial Times, 19 novembre 2024.