Riunite a Pechino per un incontro di tre giorni che si è concluso ieri, martedì 23 luglio, 14 fazioni palestinesi hanno raggiunto un accordo sulla formazione di un «governo di riconciliazione» per gestire gli affari a Gaza e in Cisgiordania dopo la guerra. Tuttavia, tale governo potrà essere formato solo quando sarà in vigore un cessate il fuoco nell’enclave.

Nel loro ultimo incontro a Pechino, ad aprile, le principali fazioni palestinesi – tra cui Hamas e Fatah — si sono allontanate senza raggiungere un accordo sulla governance che dovrebbe emergere a Gaza dopo la guerra tra Israele e Hamas.

  • Nella mattinata di martedì 23 luglio, ultimo dei tre giorni di negoziati appena conclusi tra le principali fazioni palestinesi, Pechino ha annunciato il raggiungimento di un accordo1.
  • La «Dichiarazione di Pechino», firmata oggi, potrebbe porre fine al lungo periodo di divisioni tra i due principali gruppi palestinesi, Hamas e Fatah, iniziato nel 2007.
  • Fatah, il partito politico guidato dal presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha ripetutamente criticato Hamas, che considera in parte responsabile della guerra. Hamas, che amministra de facto Gaza, considera Fatah troppo moderato.

Hamas era rappresentato a Pechino da Haniyeh, il leader politico del movimento, mentre Fatah ha inviato 3 emissari. Fatah domina l’Autorità Palestinese, identificata dalla maggior parte degli occidentali (compresi gli Stati Uniti) come l’attore chiave nella ricostruzione di Gaza dopo la guerra.

  • Attraverso questo incontro, organizzato dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, la Cina intende accrescere il proprio ruolo nella geopolitica del Medio Oriente. Già nell’ottobre 2023, Pechino aveva fatto riferimento alla «storica ingiustizia» che colpisce i palestinesi.
  • Il contenuto della dichiarazione non è stato reso pubblico. I media legati alle fazioni palestinesi che hanno partecipato citano comunque due priorità: la ricostruzione della Striscia di Gaza e l’organizzazione di elezioni generali2.
  • Secondo una copia dell’accordo ottenuta dal media Al Mayadeen, legato a Hezbollah, Egitto, Algeria, Cina e Russia «aiuteranno le fazioni palestinesi» a monitorare l’attuazione delle clausole dell’accordo3.

Questa vittoria diplomatica di Pechino testimonia il peso di cui la Cina gode nel mondo arabo e l’immagine di attore che lavora per la pace che proietta agli occhi delle fazioni palestinesi. Un accordo di cessate il fuoco a Gaza e il ritiro di Tsahal dall’enclave saranno comunque necessari per qualsiasi forma di attuazione degli accordi. Da parte sua, Israele continua a opporsi fermamente a qualsiasi partecipazione di Hamas alla governance di Gaza.

Note
  1. Pubblicazione su X (Twitter) da parte di CGTN, 23 luglio 2024.
  2. Christian Shepherd, Vic Chiang e Suzan Haidamous, « China says Hamas and Fatah sign ‘Beijing declaration’ on Palestinian unity », The Washington Post, 23 luglio 2024.
  3. « Al Mayadeen obtains Palestinian faction’s crucial Beijing declaration », Al Mayadeen, 22 luglio 2024.