Il Corriere ha rivelato oggi, 6 dicembre, che una nota d’addio per formalizzare il ritiro dell’Italia dall’iniziativa delle Vie della Seta è stata consegnata «tre giorni fa» 1.
- Sebbene l’Italia avesse manifestato il desiderio di ritirarsi dall’iniziativa già da diversi mesi, i dettagli sulla data e sulla natura di questo ritiro erano rimasti sconosciuti fino ad oggi.
- Il ritiro sarà ratificato prima del rinnovo automatico del memorandum d’intesa «non vincolante» firmato nel marzo 2019 dal governo Conte I, che sarebbe dovuto avvenire il 24 marzo 2024.
- I benefici economici dell’accordo sono stati considerati insufficienti per l’Italia, sia in termini di infrastrutture che di commercio.
- Mentre le importazioni cinesi in Italia sono quasi raddoppiate dalla firma dell’accordo – raggiungendo i 57 miliardi di euro nel 2022 – le esportazioni italiane verso la Cina sono solo leggermente aumentate.
Il carattere sobrio dei negoziati e l’assenza di annunci pubblici riflettono il desiderio dell’Italia di uscire dall’iniziativa senza clamore diplomatico e di evitare un deterioramento delle relazioni con la Cina, un gioco di equilibri per la diplomazia italiana.
- Con l’uscita dell’Italia, la Cina perde l’unico membro del G7 a partecipare all’Iniziativa delle Nuove vie della seta.
- Tuttavia, 17 paesi dell’Unione Europea rimangono membri dell’iniziativa, tra cui il Portogallo.
L’uscita dell’Italia si inserisce in un contesto di calo degli investimenti cinesi all’estero e nell’ambito dell’iniziativa delle Nuove vie della seta, dopo la pandemia di Covid-19. Anche il numero di nuovi membri è in calo rispetto agli anni precedenti.
Note
- Corriere della Sera, «L’Italia è uscita dalla Via della Seta: la nota d’addio consegnata a Pechino», 6 dicembre 2023.