Il Corriere ha rivelato oggi, 6 dicembre, che una nota d’addio per formalizzare il ritiro dell’Italia dall’iniziativa delle Vie della Seta è stata consegnata «tre giorni fa»1.

  • I benefici economici dell’accordo sono stati considerati insufficienti per l’Italia, sia in termini di infrastrutture che di commercio. 
  • Mentre le importazioni cinesi in Italia sono quasi raddoppiate dalla firma dell’accordo – raggiungendo i 57 miliardi di euro nel 2022 – le esportazioni italiane verso la Cina sono solo leggermente aumentate. 

Il carattere sobrio dei negoziati e l’assenza di annunci pubblici riflettono il desiderio dell’Italia di uscire dall’iniziativa senza clamore diplomatico e di evitare un deterioramento delle relazioni con la Cina, un gioco di equilibri per la diplomazia italiana

  • Con l’uscita dell’Italia, la Cina perde l’unico membro del G7 a partecipare all’Iniziativa delle Nuove vie della seta. 
  • Tuttavia, 17 paesi dell’Unione Europea rimangono membri dell’iniziativa, tra cui il Portogallo.  

L’uscita dell’Italia si inserisce in un contesto di calo degli investimenti cinesi all’estero e nell’ambito dell’iniziativa delle Nuove vie della seta, dopo la pandemia di Covid-19. Anche il numero di nuovi membri è in calo rispetto agli anni precedenti.