Giorgia Meloni ha più volte detto di ispirarsi ai conservatori britannici, e sul lungo periodo vorrebbe trasformare Fratelli d’Italia, il suo partito fortemente connotato dalle radici post-fasciste, in una forza politica più simile a quella inglese.

  • Fino alla Brexit, Fratelli d’Italia e il Partito conservatori erano iscritti allo stesso gruppo al Parlamento europeo, l’ECR. Rishi Sunak ha sottolineato la prossimità con la sua omologa italiana: «È meraviglioso accogliere il premier italiano grande alleato su tanti fronti», ha detto.
  • La sintonia tra i due paesi e i due leader in questo momento appare abbastanza evidente: Italia e Regno Unito condividono il sostegno incondizionato all’Ucraina (per quanto gli aiuti militari inviati da Londra siano più cospicui e decisivi di quelli inviati da Roma), e per adesso rappresentano la linea “dura” dell’occidente nei confronti della Russia. Meloni ha in quest’occasione annunciato che l’Italia ha intenzione di aiutare l’esercito ucraino anche «nell’addestramento».

Il viaggio ha senz’altro anche un significato geopolitico: Fratelli d’Italia si è schierata a favore della Brexit, e da tempo sostiene che per l’Italia sia necessario approfondire i legami con il Regno Unito per controbilanciare il peso di Francia e Germania in Europa. Dopo il primo accordo commerciale post-brexit tra un paese Ue e il Regno Unito, firmato a febbraio, i due paesi hanno firmato un memorandum of understanding che approfondisce le relazioni politiche, e sottolinea come i due paesi siano «partner globali che condividono una visione reciproca su un’ampia gamma di questioni internazionali», come il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, l’immigrazione e la cooperazione in materia di difesa.

  • Su questo dossier, che prevede anche una cooperazione nel settore industriale, Londra e Roma sono già molto avanti, come dimostra l’accordo per il Global Combat Air Programme, un programma cui partecipa anche Tokyo e che svilupperà una nuova generazione di aerei da combattimento entro il 2035.

Italia e Regno Unito hanno una linea simile anche sull’immigrazione. Il governo Meloni ha reso l’attività delle navi delle ONG molto più complessa, ha limitato i casi di protezione umanitaria garantita ai rifugiati dalle leggi nazionali e ha dichiarato, l’11 aprile scorso, lo stato di emergenza sull’immigrazione. Il Regno Unito, invece, sta preparando una legge che consentirà alle autorità il trasferimento forzoso in Ruanda dei migranti che arrivano clandestinamente nel Paese. 

  • Nella dichiarazione congiunta finale, l’Italia ha assunto una posizione prudente: Sunak e Meloni condividono la necessità di «un cambio di passo necessario nell’approccio alla politica migratoria», da raggiungere grazie «all’impegno con Paesi terzi di origine e di transito», anche se la cooperazione dovrà «tenere conto degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Ue». Alcun accenno al Ruanda e alla detenzione amministrativa di 28 giorni prevista dalla proposta di legge del governo. 
  • Tuttavia, nelle dichiarazioni alla stampa, Meloni è apparsa molto meno prudente: «La lotta a trafficanti e immigrazione clandestina è qualcosa che i due governi stanno facendo molto bene: Rishi, sono assolutamente d’accordo col tuo lavoro […] Io condivido la linea Sunak, anche sul tema del Ruanda».