Nel suo recente viaggio in Etiopia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la volontà di ridefinire i rapporti tra Italia e Africa attraverso il Piano Mattei, che verrà presentato ad ottobre. Del piano, che prende il nome dal fondatore dell’ENI, Enrico Mattei, non sono ancora chiari i dettagli, ma è molto probabile che proverà a tracciare un nuovo partenariato tra Roma e il continente africano.

  • Il piano sintetizza la volontà italiana di diventare il nuovo Hub del gas naturale europeo attraverso le nuove forniture dai paesi africani e dal golfo tramite GNL, stipulate dopo la guerra in Ucraina per sostituire le importazioni dalla Russia. 
  • Per il governo di Giorgia Meloni è anche un’occasione per approfondire i rapporti con alcuni grandi fornitori di energia. Meloni ha concluso accordi con l’Algeria, dove è andata in visita il 23 gennaio 2023, che è ormai il primo fornitore di gas dell’Italia, e con la Libia, dove l’Eni ha concluso accordi per 8 miliardi di euro per aumentare la produzione interna e le esportazioni del paese nordafricano.
  • È probabile, anche se non ci sono informazioni al riguardo, che il governo italiano intende proporre uno scambio ai paesi africani: contratti vantaggiosi sulle forniture di energia a fronte di politiche più stringenti sull’immigrazione, come ha spiegato Nando Sigona, esperto di immigrazione all’Università di Birmingham, a Table media. La strategia ricorda quella già adottata dal governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi con la Libia di Muammar Gheddafi nel 2008.

In Etiopia, Meloni ha firmato un accordo per aumentare il sostegno italiano all’economia etiope, che esce da due anni di guerra civile. Roma garantirà, in tre anni, 40 milioni di euro di sovvenzioni a fondo perduto, e 100 milioni di euro in forma di prestito, con la promessa di aumentare le risorse fino a 200 milioni di euro. Anche questo tipo di accordi potrebbe essere parte del piano Mattei, in fin dei conti un modo per aumentare l’influenza italiana nel Nord Africa e nelle regioni del corno d’Africa e provare a limitare i flussi migratori verso l’Europa.