Domenica 25 settembre 2022, i Verdi-SI hanno ottenuto 3,5 % dei voti, un risultato esiguo se paragonato all’importanza del voto “verde” in altri paesi europei. Eppure, la consapevolezza ambientale e la paura del cambiamento climatico sono presenti nella società italiana. Perché non si traducono in un voto per un partito che mette questi temi al centro della sua offerta politica?

Cominciamo con alcuni dati statistici per vederci più chiaro: in un sondaggio dell’Eurobarometro dedicato alla percezione dei cittadini europei sul cambiamento climatico, pubblicato nel luglio 2021, 84% degli intervistati italiani ritiene che sia un problema molto grave. Sono al di sopra della media europea (78%), come anche dei francesi (81%) e dei tedeschi (79%). Tuttavia, meno di un intervistato su dieci afferma che il cambiamento climatico è il problema più grave che il mondo si trovi ad affrontare (media UE 18%). Più precisamente, si trova solo al quarto posto, mentre nell’UE è al secondo (fatta eccezione per la Germania, che lo colloca al primo, al 28 %). 1

Questi risultati sono stati confermati pochi mesi dopo da un sondaggio lanciato dall’istituto di ricerca IPSOS in occasione della COP26 di Glasgow del novembre 2021: la grande maggioranza degli italiani (81%) considera il cambiamento climatico una vera e grave emergenza che deve essere affrontata al più presto.  2

Un’offerta politica che si adatta agli interessi degli elettori? Un’estate di fuoco climatica ed elettorale

Con un’estate 2022 caratterizzata da temperature ben al di sopra delle medie stagionali (giugno + 2,88 gradi; luglio + 2,26 gradi), una siccità senza precedenti (- 45% delle precipitazioni durante la prima metà del 2022),  3

le conseguenze del cambiamento climatico sembrano aver conquistato la penisola italiana. Ciò si riflette anche nell’aumento del numero di eventi meteorologici cosiddetti “estremi” (alluvioni, grandinate, trombe d’aria e cicloni) rispetto alla media annuale.  4

Questo quadro, unito alla crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, hanno contribuito a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione climatica. Italiani chiamati alle urne dal Presidente Mattarella dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi il 21 luglio scorso.

Le parole chiave “clima” ed “energia” sono diventate dunque protagoniste di questa campagna elettorale “sotto l’ombrellone”.  5

Tuttavia, è necessario guardare aldilà dei discorsi, capire quale realtà si cela dietro le parole. Con questo obiettivo, il think tank italiano “per il clima” ECCO ha valutato i programmi dei partiti politici che hanno partecipato allo scrutinio il 25 settembre 2022.  6

Una sintesi dei loro punti principali fornisce un’interessante visione d’insieme delle principali proposte dei partiti intorno a queste tematiche.

In primo luogo, il clima. La riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra è discussa solo da due coalizioni: Verdi-SI (I Verdi-Sinistra Italiana; obiettivo dichiarato: -70% rispetto al 1990) e Azione-Italia Viva (i centristi di Calenda e Renzi; obiettivo: -41% rispetto al 2018). Gli altri partiti principali si limitano a ribadire la riduzione del 55% di queste emissioni entro il 2030. La maggior parte dei partiti sembra nascondere la testa sotto la sabbia: la Strategia di lungo periodo al 2050, che avrebbe dovuto essere inviata alle Nazioni Unite nel 2020 come stabilito dagli accordi di Parigi, viene ignorata da tutti i partiti. Solo i Verdi-SI propongono di anticipare l’obiettivo della neutralità climatica dal 2050 al 2045, seguendo l’esempio della Germania. Infine, solo la coalizione di centro-sinistra (PD con Verdi-SI) propone l’adozione di una legge quadro sul clima.

L’estate di fuoco appena trascorsa poteva lasciar pensare che il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici sarebbe stato al centro del dibattito pubblico. Così non è stato. Solo il PD, Verdi-SI e Fratelli d’Italia hanno resuscitato il piano di adattamento, impantanato nell’iter parlamentare dal 2018, come uno degli strumenti della transizione ecologica.

L’unico tema realmente dibattuto è stato quello della gestione dei rifiuti, un tema “visibile” per i cittadini, con una forte divisione tra i favorevoli (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, centristi) e i contrari (M5S, PD, Verdi-SI) agli inceneritori. Ricordiamo al lettore che la crisi politica che ha portato alle dimissioni di Draghi è stata causata da un disaccordo su un inceneritore a Roma.  7

In secondo luogo, l’energia. Con la Russia che usa il gas come arma di ricatto, sta emergendo un consenso sulla necessità di limitare i costi energetici per salvaguardare l’economia e le famiglie. In questo dibattito, sono le tecnologie di transizione a determinare le divisioni: il centrodestra e i centristi sostengono il ritorno in auge del nucleare (che non viene utilizzato dal 1990), mentre il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle vi si oppongono, puntando piuttosto sull’efficienza energetica e sull’aumento delle energie rinnovabili, secondo gli obiettivi europei. La questione del gas è fondamentale: il PD, +Europa ma anche Azione-Italia Viva e la coalizione di centrodestra sono favorevoli a nuovi gassificatori; i Verdi-SI sono contrari, mentre il M5S non si esprime. L’aumento dell’estrazione nazionale di petrolio e gas è favorito dai centristi e dal centrodestra, ma fortemente respinto dal M5S, dal PD e da +Europa. I Verdi-SI vanno oltre e chiedono la piena adesione dell’Italia al programma BOGA (“Beyond Oil and Gas Alliance”), che prevede la fine della produzione fossile entro il 2045.

In questo contesto, il ruolo dell’UE (con il pacchetto Fit for 55 e il Green Deal) è il pomo della discordia per eccellenza. Non sorprende che la coalizione di centro-destra guidata da Giorgia Meloni chieda una revisione degli obiettivi climatici ed energetici dell’UE, senza specificare quali e come. Il centro-sinistra e il M5S confermano i piani europei, mentre i centristi e +Europa non si posizionano esplicitamente. Il centro nevralgico della politica energetica ed estera dell’Italia è il Mediterraneo: che sia per lo sviluppo della green economy con partnership basate sulle energie rinnovabili e su nuovi modelli agricoli e industriali sostenibili (PD e Verdi-SI), oppure per consentire al Paese di diventare il nuovo hub energetico europeo, diversificando i paesi da cui l’Italia importa gli idrocarburi (centristi e centrodestra).

In breve, il centrodestra e i centristi prevedono un sistema energetico basato sul gas e sul nucleare, con una revisione degli obiettivi europei; i partiti progressisti (M5S e centrosinistra) vogliono rimanere sulla strada tracciata dall’UE, puntando sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

In breve, il centrodestra e i centristi prevedono un sistema energetico basato sul gas e sul nucleare, con una revisione degli obiettivi europei; i partiti progressisti (M5S e centrosinistra) vogliono rimanere sulla strada tracciata dall’UE, puntando sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle energie rinnovabili.

Hanna corsini

Questa analisi dei programmi mostra chiaramente che l’interesse degli elettori per il clima è proporzionale a quello dei loro futuri rappresentanti. In effetti, l’ambiente si trova solo al terzo posto (19%, ex aequo con la riduzione delle tasse), dietro alla lotta alla corruzione (22%) e all’insicurezza (21%). Tuttavia, è possibile avere una visione più articolata mettendo in relazione i temi con i diversi poli politici: per gli elettori di centro-sinistra, l’emergenza climatica è in cima alla lista (31%). Allo stesso modo, è una questione seria per gli elettori del terzo polo (a pari merito con la sicurezza, 28%), mentre al contrario gli elettori del centro-destra ne sono indifferenti.  8

Infine, va notato che nella seconda potenza manifatturiera d’Europa, nessuno dei partiti politici cita il clima come potenziale chiave di volta della politica industriale nazionale.

Perché il voto verde è assente dal quadro politico italiano? Un’analisi multifattoriale

Durante le elezioni europee del 2019, un’onda verde ha attraversato il continente europeo.  9

Ma si è fermata alle porte delle Alpi: Europa Verde, il partito “verde” italiano, ha ottenuto solo il 2,3% dei suffragi.  10

Il risultato è stato ancora più chiaro nelle ultime elezioni politiche del 2018, dove il partito Italia Europa Insieme (Verdi-PSI-Area Civica in coalizione con il PD dell’ex premier Matteo Renzi) ha ottenuto solo 0,6% dei voti.  11

Come comprendere l’assenza di un voto verde in Italia? Nei prossimi paragrafi, cercheremo di far luce su questo fenomeno socio-politico presentando diverse piste per comprenderne i fattori determinanti e la loro interazione. 

Innanzitutto, alcuni elementi possono essere riassunti attorno a un concetto: l’individualismo. Il proverbio “chi fa da sé, fa per tre” riassume chiaramente una delle caratteristiche marcanti della società italiana, l’individualismo appunto. Non sorprende, quindi, che 87% dei cittadini ritiene che in Italia si pensi prima di tutto a se stessi, con un picco nel Nord-Est (92%) e un relativo calo nel Sud, dove le il livello resta comunque elevato (83%). La questione è piuttosto divisiva se si considera la famiglia politica: il 20% degli elettori del PD e del centro pensa che gli italiani si prendano cura gli uni degli altri, contro il 17% degli elettori di M5S, FdI e Lega, il 13% dell’elettorato di sinistra e 8% degli indecisi e degli astenuti.  12

La diffidenza verso lo Stato è ancora ben rappresentata nelle statistiche. Un’ultima indagine dell’ISTAT per l’anno 2021 mostra che le tendenze sono rimaste molto stabili, con livelli di fiducia  13 piuttosto elevati verso le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco (rispettivamente 70% e 90%). All’ultimo posto troviamo i partiti politici (anche se in leggero aumento rispetto al 2017): quasi una persona su quattro non ha fiducia, e almeno una persona su due mostra bassi livelli di fiducia.  14

Non è lo scopo di quest’articolo di dare una spiegazione storico-sociale del fenomeno dell’individualismo. Tuttavia, il suo impatto sul tema qui trattato non deve essere sottovalutato. Ne è una chiara manifestazione l’attivismo ambientalista locale: numerose sono le mobilitazioni contro progetti ritenuti particolarmente inquinanti e/o pericolosi per la salute pubblica. Ad esempio, il movimento di cittadini NO-TAV nato nei primi anni ‘90 in Val di Susa contro la linea di alta velocità Lione-Torino  15 o le proteste contro il gassificatore di Piombino, che il governo Draghi voleva installare nella città portuale toscana nel luglio 2022. Questa decisione presa “dall’alto” senza consultare i territori  16 ha suscitato l’indignazione a Piombino: interessante è da notare che quasi tutti i partiti si siano opposti al progetto a livello locale, mentre i leader a livello nazionale, spesso appartenenti agli stessi partiti, sono rimasti piuttosto silenziosi.  17

Ciò è coerente con i dati statistici resi disponibili dall’Istituto IPSOS: la responsabilità della difesa del pianeta dipende, secondo il 40% degli intervistati, dalle scelte quotidiane dei cittadini, con una distanza di almeno dieci punti percentuali in confronto alle leggi e alle regole imposte dal governo (30%) e alle azioni e dei processi produttivi delle aziende private (28%). In questo senso, tra le soluzioni più efficaci per ridurre i problemi ambientali, l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini (35%) si colloca al primo posto, seguita da regole e divieti per le aziende (26%), dalla tassazione dei processi inquinanti e non sostenibili (22%) e dall’imposizione di regole e divieti ai cittadini (16%).  18

Secondo il think tank ECCO, due italiani su tre ritengono che i leader politici (nazionali e locali) non siano affidabili quando parlano di ambiente. Un atteggiamento che dipende in gran parte dalle condizioni economiche degli intervistati: solo il 17% della popolazione meno abbiente si fida dei politici nazionali, il 22% della classe media e il 39% dei più ricchi. Al contrario, gli imprenditori delle PMI che combattono il cambiamento climatico e creano posti di lavoro godono di grande fiducia (69%). Anche le iniziative promosse dai cittadini (60%) e dagli attivisti ambientali locali (58%) godono di un buon livello di fiducia.  19

Il quadro delineato ci mostra un Paese frammentato,  20 con cittadini che non si fidano del governo nazionale e dei politici (soprattutto sulla questione ambientale). Questo sentimento di sfiducia verso lo Stato e la politica in senso lato crea un cocktail esplosivo quando in connubio con l’individualismo di una società ancora “giovane” come quella italiana. Ciò impedisce, in ultima analisi, la traduzione di una coscienza ecologica all’interno del quadro politico italiano, che invece richiederebbe un impegno collettivo verso un obiettivo comune e condiviso. Logicamente, le azioni individuali – promosse da comitati civici o da imprenditori locali – sono considerate più efficaci nella lotta contro il cambiamento climatico e nella protezione dell’ambiente.

Questo sentimento di sfiducia verso lo Stato e la politica in senso lato crea un cocktail esplosivo quando in connubio con l’individualismo di una società ancora “giovane” come quella italiana. Ciò impedisce, in ultima analisi, la traduzione di una coscienza ecologica all’interno del quadro politico italiano, che invece richiederebbe un impegno collettivo verso un obiettivo comune e condiviso.

hanna corsini

Un altro elemento interessante è la storia del movimento verde e la sua evoluzione all’interno della politica italiana. I Verdi sono un partito politico dal 1987, anno della loro prima partecipazione alle elezioni politiche (ove ottennero quasi un milione di voti).  21

Tra il 1990 e il 2005, i Verdi hanno fatto parte di governi di centro-sinistra (le coalizioni dell’Unione e dell’Ulivo), ottenendo risultati concreti, come l’approvazione della legge sui parchi nazionali (1991).  22

Allo stesso tempo, la perdita dei referendum per l’abolizione della caccia (nel 1990, riproposto nel 1997) e contro l’uso dei pesticidi (nel 1990) per mancato quorum mostra, tuttavia, le difficoltà del partito nel comprendere la società italiana. Nelle parole del sociologo Gianfranco Bettin (ex candidato sindaco di Venezia): “i Verdi si sono sempre sentiti grilli parlanti, depositari della verità ed in quanto tali esentati dal lavoro di convincere le persone. Bravi a costruire un messaggio, incapaci di creare relazioni per radicarlo”. All’inizio degli anni Duemila potevano contare dodici deputati e altrettanti senatori. 23

Eppure l’emblema del partito (“il sole che ride”) non descrive perfettamente la realtà del movimento: le lotte interne (non solo tra i politici ma anche all’interno delle associazioni) hanno progressivamente allontanato gli elettori. Dal 2008 e fino a domenica scorsa, i Verdi non avevano più alcuna rappresentanza politica a livello nazionale. Come ha affermato Angelo Bonelli, ex presidente della Federazione dei Verdi, intervistato in occasione delle elezioni europee del 2019 dal quotidiano tedesco Die Süddeutsche Zeitung: “Abbiamo commesso degli errori (…) compreso io”.  24

Il 10 luglio 2021, I Verdi hanno deciso di concludere la loro avventura politica, e di fondersi in una nuova entità: Europa Verde(già sperimentata in occasione delle elezioni europee del 2019).  25

Bonelli n’è il portavoce con Eleonora Evi, europarlamentare eletta con il M5S, che ha lasciato il movimento nel 2021 per unirsi all’avventura “verde”. Non è un caso: gli elettori disillusi dai Verdi si erano rifugiati nell’astensione o nel Movimento 5 Stelle, che, soprattutto agli esordi, aveva una forte colorazione ambientalista (una delle punte della stella simboleggia l’ambiente). Nella campagna politica del 2018, i grillini si sonopresentati come paladini dell’ambiente proponendo la fine dei progetti TAV e TAP (Trans-Adriatic Pipeline – che collega l’Italia all’Azerbaijan) e la chiusura dell’impianto siderurgico dell’Ilva di Taranto. Durante il governo Conte I, però, la realtà politica ha preso il sopravvento: non solo i progetti TAV e TAP hanno proseguito il loro corso, ma soprattutto, l’Ilva non è stata chiusa ma venduta ad Arcelor-Mittal.  26

La disillusione sembra dominare gli elettori sensibili alla questione ecologica: prima abbandonando i Verdi a causa dei loro errori e delle loro lotte interne, poi allontanandosi dal Movimento 5 Stelle che ha tradito le promesse ambientaliste del 2018, sono oggi orfani di un’offerta politica che difficilmente sembra soddisfarli.

La disillusione sembra dominare gli elettori sensibili alla questione ecologica: prima abbandonando i Verdi a causa dei loro errori e delle loro lotte interne, poi allontanandosi dal Movimento 5 Stelle che ha tradito le promesse ambientaliste del 2018, sono oggi orfani di un’offerta politica che difficilmente sembra soddisfarli.

hanna corsini

L’Italia presenta quindi una cultura politica in cui lo spazio dato all’ambiente sembra essere piuttosto ridotto. Per molto tempo, l’opinione dominante sembrava essere che nulla dovesse ostacolare il progresso, che tutto dovesse essere sottomesso a due “dogmi”: il diritto al lavoro e la prosperità economica.  27

La “cementificazione” delle coste, la costruzione di stabilimenti pericolosi per la salute in prossimità delle città (di cui l’Ilva di Taranto è un triste esempio), la mancata gestione dei rifiuti industriali (lo scandalo della Terra dei fuochi, l’interramento illegale e l’innesco di fuochi selvaggi a cielo aperto di rifiuti tossici da parte dei camorristi tra le province di Napoli e Caserta), l’urbanizzazione in zone sismiche… Insomma, una subordinazione del “paesaggio” al fattore economico, al progresso e al lavoro.

Con amarezza, Bonelli evoca una cattiva abitudine degli italiani e dei loro governanti, il famoso “condono edilizio”, retaggio della forte componente cattolica del Paese: un’idea d’espiazione dei peccati alimentata dai governi (di destra come di sinistra), abituati a dichiarare a intervalli regolari una generale “amnistia” edilizia per regolarizzare gli edifici costruiti senza le necessarie autorizzazioni, in cambio del pagamento di una somma di denaro allo Stato. Secondo Bonelli, nel Sud Italia un edificio su due è in attesa di regolarizzazione. La prospettiva del perdono ex-post deresponsabilizza i cittadini delle loro azioni individuali – una cultura molto diversa da quella delle società protestanti del Nord Europa.  28

In questo contesto, l’unicità dell’Alto Adige non deve sorprendere: con la sua vicinanza alla cultura austriaca, la provincia autonoma di Bolzano ha un partito verde molto attivo (conosciuto con il nome trilingue Verdi-Grüne-Vërc). Alle ultime elezioni provinciali del 2018, questa formazione ha ottenuto il 6,8% dei voti (quarto partito, ben davanti ad esempio al PD, al M5S o a FdI).  29

Alle elezioni europee del 2019, Europa Verde ha ottenuto il 6,4% nella regione autonoma del Trentino-Alto Adige, con un picco dell’8,7% nella provincia di Bolzano.  30

Non è un caso che Europa Verde sia nata dalla fusione della Federazione dei Verdi con, tra gli altri, i Verdi dell’Alto Adige. Un’unicità che si conferma anche durante queste elezioni 2022: Verdi-Si ottengono 5,9 % dei suffragi nella regione autonoma del Trentino-Alto Adige.  31

L’ultimo elemento da analizzare è la sociologia del voto dei Verdi, soprattutto se messa in confronto con altri Paesi europei. Le elezioni europee del 2019 rappresentano un interessante punto di partenza per progredire nella riflessione. In Francia, EELV (Europa-Ecologia-I Verdi) si è piazzato al terzo posto (comunque a quasi dieci punti dal testa a testa tra RN e Renaissance) con il 13,48% dei voti.  32

I risultati in Germania sono ancora più significativi, con un 20,5% che determina un terzo posto al livello nazionale, che cela una crescita del 9,8% rispetto alle elezioni del 2014.  33

Come presentato nell’analisi di Jérôme Fourquet e Sylvain Manternach, il voto per EELV in Francia è fortemente legato ai territori più prosperi, ovvero le grandi metropoli e le grandi città universitarie come Lille, Bordeaux, Strasburgo e Lione, dove il voto supera la soglia simbolica del 20%. Un voto urbano che rivela la gentrificazione di metropoli come Parigi, dove il voto per EELV domina nei quartieri del centro e dell’Est (con una concentrazione soprattutto nel Nord-est). Il voto verde si sta radicando anche nelle aree economicamente più dinamiche (Bretagna, Alsazia), attirando manager e laureati.  34

Secondo i sondaggi organizzati il giorno delle elezioni, EELV ha ottenuto i migliori risultati tra i 25-34enni (28%) e i 18-24enni (25%) – con, tuttavia, un alto tasso di astensione tra i più giovani (60% tra i 18-34enni), che va sempre tenuto in considerazione.  35

In Germania, l’elettore “verde” tipo è giovane (34,9% tra i 18-24enni e 26,7% tra i 25-34enni), ha un titolo di laurea (33%) o un diploma di maturità (31%).  36

Inoltre, la geografia del voto può essere riassunta come segue: città verdi, campagne nere ed est blu. Nelle città dell’ex Germania Ovest (compresa Berlino) si registra un forte voto verde, mentre nelle campagne continua a dominare la CDU/CSU, cioè i cristiano-democratici (anche se con significative variazioni regionali).  37

L’ex Germania dell’Est, invece, è caratterizzata da punteggi elevati per l’AfD (Alternative für Deutschland, estrema destra) e la Linke (sinistra radicale), e da punteggi bassi per i Verdi e i Liberali. Complessivamente, tenendo conto della divisione Ovest-Est, i Verdi hanno ottenuto il 22,5% dei voti nell’ex Repubblica Federale Tedesca (e l’AfD solo 8,8%), mentre i rapporti si sono invertiti nell’ex Repubblica Democratica Tedesca, con l’AfD che ha raggiunto il 21,1% (secondo solo alla CDU/CSU con il 21,5%) e Die Grünen con 11,6%.

In Italia il quadro è molto diverso. Sebbene Europa Verde abbia ottenuto i migliori risultati nella fascia di età 18-35 anni (2,9%), ha anche registrato il maggior numero di astenuti (50,5% rispetto al 45,7% per tutte le età). Tra i giovani, la Lega di Salvini ha ottenuto il punteggio più alto, con il 31,6% (seguita dal PD al 19,8% e dal M5S al 18,7%). Un quadro simile emerge se si guarda al livello di istruzione: ancora una volta, i Verdi ottengono il loro miglior risultato tra i più istruiti (con laurea) con il 4,2% dei voti. Tuttavia, il partito più votato da questi elettori è il PD, con il 27,5% dei voti, seguito da La Lega con il 24,2%.  38

Tenendo conto della geografia del voto, è il PD a conquistare le grandi città del Centro-Nord (Roma, Torino, Genova e Milano), la Lega piuttosto le città del Nord-Est (Venezia, Padova e Verona) mentre il M5S rimane forte nei grandi centri del Sud (Napoli, Palermo, Bari, Messina).  39

Tuttavia, questi risultati non hanno nulla a che vedere con la mancanza di interesse dei giovani italiani per la questione ecologica. Al contrario: il 96% dei giovani tra i 18 e i 35 anni (generazioni Millennials e Z) vorrebbe che la società italiana si impegnasse maggiormente nella salvaguardia dell’ambiente e nella lotta ai cambiamenti climatici. Al centro del programma di un partito politico ideale, al quarto posto (31%) vedrebbero “più ambiente e meno profitti”. In realtà, il problema nasce da una sfiducia nella politica che sembra essere ancora più accentuata tra i giovani, con almeno il 60% che dichiara di avere un rapporto distante e disaffezionato con la politica.  40

In realtà, il problema nasce da una sfiducia nella politica che sembra essere ancora più accentuata tra i giovani, con almeno il 60% che dichiara di avere un rapporto distante e disaffezionato con la politica.

hanna corsini

La panoramica sulla sociologia del voto verde, confrontata con Francia e Germania, rivela giovani italiani interessati al clima ma che non si fidano della politica. Così, se decidono di andare alle urne, tendono a rivolgersi alla Lega. Anche il divario urbano/rurale non gioca a favore del voto dei Verdi, con differenze marcate tra il Nord-Est/Ovest e il Sud.

Conclusione

Visti i risultati delle elezioni 2022, l’arrivo al parlamento di undici deputati e tre senatori della coalizione verdi-sinistra sigla una piccola vittoria per il movimento ecologista italiano, soprattutto considerando la sua storia recente (per quasi quindici anni sono rimasti in attesa di rappresentanza nazionale). Eppure, la marginalità di questo movimento è ancora confermata. Un’analisi multifattoriale ha fatto luce sulle ragioni di questo fenomeno. Spesso considerata come un laboratorio politico in Europa che sperimenta offerte politiche innovative, l’Italia ci mostra il futuro dei partiti verdi nel continente, destinati alla disillusione di fronte all’immensa sfida della transizione ecologica? Se così fosse, sarebbe urgente che gli altri partiti verdi europei analizzassero attentamente i fattori che hanno determinato il fallimento dei loro cugini italiani.

Spesso considerata come un laboratorio politico in Europa che sperimenta offerte politiche innovative, l’Italia ci mostra il futuro dei partiti verdi nel continente, destinati alla disillusione di fronte all’immensa sfida della transizione ecologica?

hanna corsini

In realtà, il caso italiano è più rappresentativo di quanto non appaia a prima vista. Questa rappresentatività diventa chiara non nel confronto con i partiti verdi di Paesi come la Francia o la Germania, o con i Paesi del Nord Europa in senso lato, ma con quelli dei Paesi del Sud e dell’Est. Anche in questo caso, le elezioni europee del 2019 potrebbero fornire qualche indicazione. In Spagna, ad esempio, il partito Verdes de Europa (parte di una coalizione chiamata Compromiso por Europa) ha ottenuto solo 1,33%.  41 In Grecia, il partito Οικολόγοι Πράσινοι ha ottenuto 0,87%.  42

Se si guarda verso l’est, il quadro diventa ancora più chiaro: in Polonia, ad esempio, nessun deputato è stato inviato a sedersi con i gruppi verdi europei.  43

Lo stesso vale per l’Ungheria, dove il partito verde LMP (Lehet más a politika) rappresenta il 2,18% dei voti.  44

Quello che accomuna tutti questi Paesi è l’apparente assenza di un voto verde.

Questo significa che la questione ambientale, o meglio la sua espressione attraverso le elezioni, è una frattura (elettorale) che attraversa l’Europa in senso verticale (Nord-Sud) e orizzontale (Est-Ovest). Cosa significa questo per la futura composizione del Parlamento europeo, per il lavoro avviato dal Consiglio dell’UE, dove ci saranno governi con una componente “verde” e altri senza? L’azione ambientale a livello europeo sarà dunque ostacolata da questa divisione? Una valutazione sarà necessaria quando il piano Fit for 55 e il Green Deal saranno messi in pratica negli Stati membri. In ogni caso, le elezioni italiane hanno dimostrato che questa frattura non solo è presente, ma sarà al centro della scena politica europea negli anni a venire.

Note
  1. Speciale Eurobarometro 513 sul cambiamento climatico (marzo-aprile 2021, data di pubblicazione luglio 2021) https://europa.eu/eurobarometer/surveys/detail/2273
  2. Sondaggio di IPSOS (data di pubblicazione 4 novembre 2021) https://www.ipsos.com/it-it/cop26-glasgow-sostenibilita-lotta-cambiamento-climatico-punto-vista-italiani”
  3. https://www.repubblica.it/green-and-%20blue/2022/08/05/news/cnr_fino_adesso_il_2022_e_lanno_piu_caldo_di_sempre-360507847/
  4. https://www.rainews.it/articoli/2022/09/maltempo-in-italia-eventi-climatici-estremi-in-pericoloso-aumento-gi-130-da-inizio-anno-1c891903-ab81-4b83-b8e5-49f7ee28ad9f.html
  5. Emblematico il video su Facebook lanciato da Giorgia Meloni il 30 agosto 2022 sul tema dell’ambiente. https://www.secoloditalia.it/2022/08/meloni-sullambiente-dalla-sinistra-solo-manifesti-ideologici-ci-vuole-una-tutela-seria/
  6. Per vedere la tabella in dettaglio https://eccoclimate.org/wp-content/uploads/2022/09/un-programma-per-il-clima.pdf
  7. https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/07/04/news/cinque_stelle_no_termovalorizzatore_roma_per_restare_al_governo-356510775/
  8. Sondaggio di IPSOS (data di pubblicazione 25 luglio 2022) https://www.ipsos.com/it-it/elezioni-politiche-principali-motivi-temi-driver-voto-italiani
  9. https://www.lemonde.fr/idees/article/2019/05/28/elections-europeennes-vague-verte-sur-l-europe_5468494_3232.html
  10. https://www.europarl.europa.eu/election-results-2019/it/risultati-nazionali/italia/2019-2024/
  11. In particolare, lo 0,6% alla Camera dei Deputati e lo 0,54% al Senato https://st.ilsole24ore.com/speciali/2018/elezioni/risultati/politiche/static/italia.shtml
  12. Indagine per il think tank ECCO (data di pubblicazione luglio 2022) https://eccoclimate.org/wp-content/uploads/2022/07/More-in-common-14luglio830.pdf
  13. Su una scala da 0 (nessuna fiducia) a 10 (alta fiducia), i livelli presi in considerazione sono compresi tra 6 (incluso) e 10.
  14. Indagine ISTAT (data di pubblicazione 16 maggio 2022) https://www.istat.it/it/files/2022/05/Fiducia-cittadini-istituzioni2021.pdf
  15. Il movimento NO-TAV è persino entrato nel dizionario “Treccani”: https://www.treccani.it/enciclopedia/no-tav%20/
  16. https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/14/rigassificatore-a-piombino-accordo-governo-regione-toscana-la-nave-impianto-restera-in-funzione-in-porto-per-non-piu-di-tre-anni/6660866/
  17. https://pagellapolitica.it/articoli/posizioni-partiti-rigassificatore-piombino
  18. Sondaggio di IPSOS (data di pubblicazione 4 novembre 2021) https://www.ipsos.com/it-it/cop26-glasgow-sostenibilita-lotta-cambiamento-climatico-punto-vista-italiani
  19. Indagine per il think tank ECCO (data di pubblicazione luglio 2022) https://eccoclimate.org/wp-content/uploads/2022/07/More-in-common-14luglio830.pdf
  20. Quasi la metà degli intervistati per il rapporto del think tank ECCO afferma che l’Italia di oggi è abbastanza o molto divisa (47%). Una sensazione particolarmente sentita da chi si trova in difficoltà economiche (48%) e molto meno dai benestanti (37,5%). Solo il 17% delle persone in difficoltà si considera pienamente parte della società, contro 80% delle persone più abbienti. Indagine per il think tank ECCO (data di pubblicazione luglio 2022) https://eccoclimate.org/wp-content/uploads/2022/07/More-in-common-14luglio830.pdf
  21. https://www.treccani.it/enciclopedia/movimenti-ecologisti_%28Enciclopedia-Italiana%29/
  22. https://natura.legambiente.it/wp-content/uploads/Legge_394-1991_Legge_quadro_aree_protette.pdf
  23. https://www.linkiesta.it/2022/08/verdi-partito-elezioni-2022-sondaggi/
  24. https://www.sueddeutsche.de/politik/gruene-italien-politik-1.4488166
  25. https://europaverde.it/
  26. https://www.wired.it/attualita/politica/2019/04/17/movimento-5-stelle-tav-tap-ilva-giravolte-ambiente/
  27. https://www.sueddeutsche.de/politik/gruene-italien-politik-1.4488166
  28. https://www.sueddeutsche.de/politik/gruene-italien-politik-1.4488166
  29. https://www.consiglio-bz.org/it/elezioni/risultati-elezioni-provinciali.asp
  30. https:/elezioni.repubblica.it/2019/europee/italia/italia-nord-orientale/trentino-alto-adige/
  31. https://elezioni.repubblica.it/2022/senatodellarepubblica/
  32. https://www.interieur.gouv.fr/Elections/Les-resultats/Europeennes/elecresult__europeennes-2019/(percorso)/europei-2019/EE.html
  33. https://www.bundeswahlleiter.de/europawahlen/2019/ergebnisse/bund-99.html
  34. Per un’analisi più dettagliata, si veda il rapporto scritto dagli autori per la Fondation Jean Jaurès https://www.jean-jaures.org/publication/les-ressorts-du-vote-eelv-aux-elections-europeennes/
  35. https://www.ouest-france.fr/elections/europeennes/europeennes-en-france-les-electeurs-eelv-sont-surtout-des-jeunes-s-etant-decides-tardivement-6369187
  36. https://www.welt.de/politik/deutschland/article194198267/Europawahl-2019-Wer-waehlte-wen-nach-Alter-Beruf-Geschlecht.html
  37. https://www.researchgate.net/publication/334770828_Europawahl_2019_Grune_Stadte_schwarzes_Land_blauer_Osten
  38. Analisi dopo il voto delle elezioni europee 2019 pubblicata da IPSOS https://www.ipsos.com/sites/default/files/ct/news/documents/2019-05/elezioni_europee_2019_-_analisi_post-voto_ipsos.pdf
  39. https://www.reuters.com/article/europee-citta-voto-idITKCN1SX17N-OITTP
  40. Sondaggio di IPSOS (data di pubblicazione 23 giugno 2022) https://www.ipsos.com/it-it/millenials-generazione-z-rapporto-giovani-politica-italia
  41. https://www.europarl.europa.eu/election-results-2019/fr/resultats-nationaux/espagne/2019-2024/
  42. https://www.europarl.europa.eu/election-results-2019/fr/resultats-nationaux/grece/2019-2024/
  43. https://www.europarl.europa.eu/election-results-2019/fr/resultats-nationaux/pologne/2019-2024/
  44. https:/www.europarl.europa.eu/election-results-2019/fr/resultats-nationaux/hongrie/2019-2024/