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In questa cronaca in forma di diario, Gilles Kepel analizza quella che si dovrebbe ormai chiamare la “guerra degli undici giorni” tra le forze armate israeliane e Hamas mettendo al centro del gioco gli attori regionali, nel contesto particolare dell’insediamento della nuova amministrazione americana.

Il piano di stimolo su larga scala adottato dal Congresso su iniziativa dell’amministrazione Biden e l’aumento delle previsioni di crescita che l’hanno seguito hanno rapidamente suscitato un dibattito in Francia e in Europa: dovremmo fare lo stesso? Se non lo facciamo, siamo a rischio di stallo?

Nella sua controversa risposta alla pandemia di Covid-19, la Svezia è andata in direzione contraria non solamente alla maggior parte dei paesi occidentali, ma anche ai propri paesi scandinavi: una scelta che ha messo in evidenza, secondo Fabrizio Tassinari, il lato oscuro del modello nordico basato sul consenso. Che conclusioni trarne sul futuro del buongoverno?

In questa ampia conversazione che apre l’edizione italiana di La Nuova Lotta di Classe di Michael Lind, Raffaele Alberto Ventura e Lorenzo Castellani partono dai temi portati avanti dal pensatore americano per ragionare sulle fratture e ricomposizioni in corso nella politica e nelle società globali.

L’impatto della pandemia Covid-19 sulle nostre vite e sulle relazioni internazionali evidenzia difetti, opportunità e una serie di grandi domande. In questo contesto, Pol Morillas ha chiesto a specialisti di alto livello di provare a ripensare la politica mondiale e porre le basi per un nuovo internazionalismo.

Il governo Draghi rappresenta una nuova stagione per l’Italia, e rimette il paese al centro delle questioni internazionali europee e transatlantiche. In questo studio, Jean-Pierre Darnis mostra come, rilanciando il trattato del Quirinale con la Francia, il nuovo presidente del Consiglio sta elaborando un’agenda che guarda oltre i confini della penisola.

Michel Onfray si è spacciato a lungo per un rappresentante delle classi popolari. Mentre la sua nuova rivista Front populaire lo colloca senza alcun dubbio all’estrema destra dello spettro politico, due storici, che avevano già parlato di lui nel 2010, discutono sulle colonne del Grand Continent i miti con cui è stata costruita questa personalità mediatica. Nelle loro parole scopriamo un falsario e un manipolatore di testi, il peso della cui voce ne esce fortemente indebolita.

Abbiamo incontrato Fabrizio Barca, statistico ed economista, coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità. Aldilà dei ruoli istituzionali da lui ricoperti – dalla Banca d’Italia all’OCSE, dal Ministero Economia e Finanze alla carica da Ministro per la coesione territoriale, Barca si presenta innanzitutto come portatore di una visione e di un’etica chiara e convinta, che fa della lotta alle diseguaglianze il punto di partenza per ogni discussione. In questo delicato momento di crisi e di cambiamento politico italiano, condivide un’analisi socio-politica del Bel Paese, indicando qual è, a suo avviso, la strada da seguire – sinceramente a sinistra.