Solo un membro dell’Unione europea, la Slovacchia, ha condannato gli attacchi statunitensi alle infrastrutture nucleari iraniane nella notte tra il 21 e il 22 giugno.
Due terzi dei membri (19 Stati su 27) hanno dato il loro implicito sostegno all’operazione americana, affermando di condividere lo stesso obiettivo di Washington, ovvero impedire a Teheran di dotarsi di armi nucleari.
- I ministeri degli Esteri estoni e rumeni hanno ricordato la “minaccia” rappresentata dall’Iran con il suo tentativo di acquisire la bomba atomica.
- Il ministro degli Esteri lituano Kęstutis Budrys ha dichiarato che “le azioni decise degli Stati Uniti hanno creato l’opportunità di tornare al tavolo dei negoziati e di rilanciare le discussioni” ed esorta l’Iran a “scegliere la pace piuttosto che la guerra” 1.
- La Danimarca e la Lettonia hanno affermato che gli Stati Uniti hanno agito per “affrontare la minaccia” rappresentata dal programma nucleare iraniano, mentre la Repubblica Ceca afferma di “comprendere le questioni di sicurezza” che hanno spinto gli Stati Uniti ad agire 2.
- Sebbene queste dichiarazioni non costituiscano un sostegno diretto all’operazione, come nel caso dell’Argentina, dell’Ucraina o di Israele in particolare, contribuiscono comunque a presentare l’operazione come un ricorso alla forza “necessario”.
In altre dichiarazioni, la maggior parte dei membri dell’Unione ribadisce il proprio desiderio di non vedere l’Iran dotato di armi nucleari, ma insiste maggiormente sull’importanza di privilegiare la via diplomatica.
- In dichiarazioni dal tono molto simile, Austria, Belgio, Finlandia, Portogallo e Svezia, in particolare, affermano che all’Iran non deve essere “consentito di accedere alle armi nucleari”, che rappresenterebbero “una minaccia per la sicurezza internazionale”, prima di invocare un “ritorno al tavolo dei negoziati”.
- La diplomazia olandese afferma che «all’Iran non può mai essere consentito di possedere un’arma nucleare», aggiungendo che “per i Paesi Bassi i negoziati sono l’unico mezzo per giungere a una soluzione duratura” 3.
- Allo stesso modo, Bulgaria, Croazia, Irlanda, Italia e Lussemburgo insistono sul rischio di destabilizzazione regionale e sulla necessità di porre fine all’escalation.
La Francia e la Germania, i due membri dell’Unione che fanno parte dell’E3 insieme al Regno Unito, insistono quindi sulla necessità di proseguire gli sforzi diplomatici.
- I tre hanno condotto negoziati con l’Iran alla vigilia degli attacchi. Nei loro primi comunicati, insistono sul fatto che l’Iran non può dotarsi di armi nucleari.
- Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot precisa che la Francia “non ha partecipato né a questi attacchi né alla loro pianificazione” e che Parigi è pronta a contribuire all’elaborazione di una “soluzione negoziata nel quadro del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari”, che appare come l’unica via per una “risoluzione duratura” di questo conflitto 4.
- Il cancelliere tedesco Friedrich Merz menziona da parte sua un impegno congiunto tra Germania, Francia e Regno Unito per limitare l’escalation e avviare nuovi negoziati.
- In un comunicato congiunto pubblicato la sera del 22 giugno, i tre hanno dichiarato: “Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Abbiamo sempre affermato chiaramente che l’Iran non deve mai poter dotarsi di armi nucleari e non deve più rappresentare una minaccia per la sicurezza regionale” 5.
Solo alcuni membri dell’Unione non menzionano il programma nucleare iraniano nelle loro dichiarazioni, insistendo soprattutto sulla minaccia alla sicurezza rappresentata dall’attacco.
- In un comunicato del governo, la Spagna ribadisce “il suo appello alla moderazione e al rispetto del diritto internazionale” 6.
- Sia la Slovenia che la Slovacchia ricordano l’importanza del rispetto della Carta delle Nazioni Unite.
- L’Ungheria dichiara che è nel suo interesse “impedire la comparsa di nuovi arsenali nucleari nel mondo», ma insiste sulla necessità di evitare un’escalation poiché la situazione ha «un impatto diretto sulla sicurezza dell’Europa” 7.
- Infine, la Grecia e Cipro ritengono essenziale dare priorità alla stabilità e alla sicurezza regionale.
Malta e Polonia non hanno ancora pubblicato comunicati ufficiali, ma il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha espresso il timore che il conflitto in Medio Oriente possa far passare in secondo piano la guerra in Ucraina 8.
Note
- Pubblicazione di Kęstutis Budrys su X, 22 giugno 2025.
- Pubblicazione di Jan Lipavský su X, 22 giugno 2025.
- Pubblicazione di Caspar Veldkamp su X, 22 giugno 2025.
- Pubblicazione di Jean-Noël Barrot su X, 22 giugno 2025.
- Dichiarazione congiunta dei paesi E3 sugli sviluppi in Iran, Presse- und Informationsamt der Bundesregierung, 22 giugno 2025.
- El Gobierno de España expresa su máxima preocupación por la situación en Oriente Medio, Ministerio de Asuntos Exteriores, Unión Europea y Cooperación, 22 giugno 2025.
- Pubblicazione di Péter Szijjártó su X, 22 giugno 2025.
- Michał Blus, “Chore ambicje przywódców”. Dosadne słowa Radosława Sikorskiego“, Wydarzenia, 23 giugno 2025.