Nella notte tra il 12 e il 13 giugno, Tsahal e il Mossad hanno condotto un‘operazione militare coordinata su larga scala contro l’Iran, mobilitando oltre 200 velivoli dell’aviazione militare e mezzi di terra preposizionati sul territorio iraniano.
L’obiettivo israeliano era quello di decapitare il comando militare dell’esercito iraniano e di danneggiare il suo programma nucleare prendendo di mira in particolare gli scienziati.
- Secondo Axios, un responsabile di Tsahal ha affermato che Israele aveva ricevuto indicazioni secondo cui l’Iran stava accelerando l’acquisizione della bomba nucleare e che il Paese stava perdendo ogni giorno visibilità sui progressi iraniani: “Ci troviamo attualmente in una finestra strategica di opportunità e vicini a un punto di non ritorno, e non avevamo altra scelta che agire” 1..
- In totale, più di un centinaio di obiettivi sono stati colpiti dall’IDF. I caccia hanno sganciato più di 300 bombe e munizioni già nelle prime ondate dell’attacco.
- Più di una dozzina di radar di rilevamento e lanciamissili di difesa antiaerea sarebbero stati distrutti nella parte occidentale del Paese, consentendo l’ingresso degli F-15, F-16 e F-35 israeliani nello spazio aereo iraniano.
La città di Teheran sembra aver subito il maggior numero di attacchi, con una ventina di località distinte.
Tra gli obiettivi figurano in particolare le residenze dei leader dell’esercito e degli scienziati nucleari, ma anche il quartier generale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e siti militari e nucleari, secondo Israele. Il complesso militare di Partchine, a 30 chilometri a sud-est della capitale, sembra essere stato particolarmente colpito.
- Al momento non è stato comunicato alcun bilancio dalle autorità iraniane, ma diverse immagini diffuse sui social network mostrano intere strade coperte di detriti.
- Sono stati presi di mira circa 25 scienziati e sono stati confermati almeno due decessi.
Siamo stati in grado di identificare 18 città e obiettivi colpiti dall’esercito israeliano fuori Teheran. Tra questi figurano in particolare l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, il reattore nucleare di ricerca di Arak e le basi missilistiche di Kermanshah e Piranshahr, nella parte occidentale del Paese.
- Sebbene siano state avvistate esplosioni a Tabriz, non vi è alcuna conferma che la raffineria di petrolio della città sia stata danneggiata dai raid.
- Sembra che il settore petrolifero iraniano (oleodotti, pozzi, raffinerie…) sia stato in gran parte risparmiato dall’attacco.
- Israele non sembra aver preso di mira, per il momento, nemmeno l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordo (il secondo del Paese dopo quello di Natanz), né le infrastrutture nucleari di Isfahan e la centrale nucleare di Bushehr.
In rappresaglia all’attacco, l’Iran ha lanciato più di un centinaio di droni a lungo raggio nella mattinata. Una parte di questi è già stata intercettata dall’esercito israeliano e giordano sopra gli spazi aerei siriani, iracheni, sauditi e giordani. Nessuno di essi ha finora raggiunto il territorio israeliano.
Note
- Barak Ravid et Dave Lawler, «Israel strikes Iran’s nuclear sites, kills military chiefs and scientists», Axios, 13 giugno 2025.