Emersa dalle profondità insondabili del web, la corrente neoreazionaria si è imposta sulla scena mondiale sulla scia della vittoria di Donald Trump su Hillary Clinton nel 2016. A lungo sotterranea, la neoreazione è diventata una presenza imprescindibile nel dibattito politico che circonda la nuova amministrazione Trump, insediatasi nel gennaio 2025.
Eterogenea, contraddittoria, spesso elaborata in blog o meme, questa corrente è difficile da cogliere.
Abbiamo voluto realizzare un catalogo che fosse meno un dizionario enciclopedico e più un tentativo di mappatura.
Questo atlante presenta una serie di figure – solo uomini, è vero: il movimento neoreazionario si interseca con il movimento maschilista – che infondono e influenzano, direttamente o indirettamente, il «pensiero NRx».
È diviso in tre corpora:
1. Il corpus principale è costituito da tre autori centrali;
2. Il corpus secondario di autori neoreazionari di secondo piano;
3. Infine, in corpora connessi o indiretti, vengono indicati autori che, pur non essendo essi stessi neoreazionari – e talvolta senza avere piena conoscenza di questa corrente – sono comunque legati allo sviluppo della neoreazione, a causa di un testo o di un aspetto particolare del loro pensiero. Per ogni autore si indicherà se appartiene direttamente e totalmente alla corrente neoreazionaria o se si tratta di un’influenza indiretta.
Infine, è necessario precisare che questo Atlante non può essere esaustivo.
Il suo obiettivo è quello di rivolgersi a coloro che conoscono poco questo mondo e di offrire una bussola stabilendo un criterio guida nell’elaborazione di un pensiero che emerge dai sotterranei digitali per consolidarsi in una visione istituzionale.
Gli autori qui citati hanno esercitato un’influenza politica e culturale reale e concreta sul mondo, sulla società e, soprattutto, sulle forme istituzionali emergenti che, in questo momento storico, stanno trasformando il potere a Washington.
In questo universo magmatico, conosciamo tutti qualche oscuro e impenetrabile blogger seguito da dodici follower, che consideriamo assolutamente indispensabile per la definizione del canone NRx. Se tuttavia ci fosse sfuggito un riferimento davvero fondamentale, potete scriverci all’indirizzo contact[at]legrandcontinent.eu.

Corpus principale
Curtis Yarvin. Il profeta dell’Illuminismo oscuro

Curtis Yarvin è la figura più nota e ormai la più visibile del pensiero neoreazionario.
A costo di una certa approssimazione, si potrebbe persino considerarlo il suo fondatore. Imprenditore, è il creatore di Tlon, società finanziata da Peter Thiel con l’obiettivo di far rinascere un’architettura decentralizzata di Internet attraverso il progetto Urbit.
Con lo pseudonimo di Mencius Moldbug, Yarvin ha pubblicato per anni il blog Unqualified Reservations, autentico crogiolo in cui si sono formati, sedimentati e poi cristallizzati i concetti fondamentali della NRx.
della Urbit Foundation — in difficoltà finanziarie — sia in queste pagine come sulle colonne del New York Times, dopo aver a lungo circolato nei margini più profondi della rete.
Il pensiero di Yarvin coniuga un neocameralismo venato di motivi feudali a un’estetica provocatoria derivata dalla cultura dei meme.
Per lui, la democrazia rappresentativa, inefficace e debole, deve essere superata da un nuovo assetto istituzionale: un governo concepito come l’estensione logica e funzionale di un consiglio d’amministrazione, guidato da una figura di Re-CEO.
A lui si deve l’introduzione nel dibattito politico e la popolarizzazione del termine Red Pill, anche se il suo significato originario in Yarvin differisce parzialmente da quello che ha assunto oggi.
Le riflessioni di Yarvin rientrano a pieno titolo nella «bloguizzazione» del pensiero politico — una riduzione in formule brevi, polemiche e facilmente condivisibili di idee altrimenti molto più complesse — perfettamente adatta alle strategie di mobilitazione virale e di disgregazione che contribuirono alla vittoria di Trump nel 2016.
Fonti
Archivi video
— Based Deleuze (Justin Murphy), discussione sull’Impero americano e la figura di Augusto (Youtube)
— Intervista con Tucker Carlson (Youtube)
Nick Land. Il precursore dell’accelerazionismo

Fondatore dell’accelerazionismo e tra le figure più controverse della cultura digitale, Nick Land è senza dubbio l’unico filosofo ad aver tentato di offrire una sistematizzazione coerente del pensiero neoreazionario, attraverso la sua teoria dell’Illuminismo Oscuro (Dark Enlightenment).
Il suo saggio The Dark Enlightenment ne rappresenta l’espressione più compiuta.
Vi si trova un’architettura concettuale che articola il pensiero di Curtis Yarvin, quello di Peter Thiel — in particolare in The Education of a Libertarian — il paleo-libertarismo di Hans-Hermann Hoppe, così come le intuizioni filosofiche dello stesso Land.
Questo testo funziona come un esoscheletro teorico, un Golem di silicio che assembla frammenti eterogenei in un vortice accelerazionista.
Non stupisce che Marc Andreessen citi Land tra le sue influenze nel Manifesto del tecno-ottimismo (2023), quando descrive la «macchina del tecno-capitale» come un motore cosciente e auto-accelerante di formazione culturale e produttiva — probabilmente l’esempio più tangibile dell’influenza diretta di Land sulle strutture del potere, considerando il ruolo di Andreessen nella nuova amministrazione.
In The Dark Enlightenment si ritrovano tutti i temi più disturbanti e virali del pensiero neoreazionario: il fallimento dei sistemi democratici rappresentativi, la loro impotenza strutturale, l’invito ad accelerare le dinamiche del tecnocapitalismo, la sostituzione degli Stati con entità di governo private modellate sui consigli d’amministrazione (i cosiddetti ordini neocamerali), una fascinazione per la cultura digitale, per le profezie auto-avveranti del caos — le iperstizioni, idee che diventano vere perché si crede in esse — e una riflessione radicale sull’eugenetica e sui determinismi culturali.
Ma è senza dubbio in Xenosystems — considerato la «Bibbia» del pensiero neoreazionario — che si trova il Land più direttamente militante. Scritto nello stesso periodo di The Dark Enlightenment, questo testo difende la necessità di una guerra culturale frontale contro l’ideologia liberal-progressista dominante, mettendo a nudo «l’energia» di una dinamica distruttiva destinata a travolgere il sistema democratico, generando una controcultura digitale e iper-capitalista.
È difficile tracciare un confine netto tra il Land «accelerazionista» — punto di riferimento intellettuale per pensatori come Mark Fisher, Kodwo Eshun o Ray Brassier — e il Land neoreazionario: il suo gesto concettuale resta teso, in modo unitario, verso la dissoluzione del reale.
Egli stesso dichiara di iscriversi nel solco di figure tutelari come Bataille, Nietzsche, Deleuze, Guattari o Lyotard. Il movimento che cerca di definire si radica in un abisso psichico in cui iperstizioni, anarco-monarchismo, autoritarismo tecno-feudale, Cina, eugenetica, evoluzione digitale e biomeccanica concorrono a disgregare la sovranità e a decostruire le stesse forme del politico.
Fonti
Archivi video
— Intervista video con Nick Land (YouTube)
— « Accelerazionismo e capitale » (YouTube)
Interviste scritte
— Intervista di Delphi Carstens a Nick Land, «Introduzione all’iperstizione», Orphan Drift Archive, 2009.
— Intervista di Marko Bauer e Andrej Tomažin a Nick Land, «L’unica cosa che imporrei sarebbe la frammentazione», rivista Šum, 25 giugno 2017.
Bronze Age Pervert (Costin Vlad Alamariu). Lo studente rumeno diventato icona reazionaria

Prima che la sua identità fosse rivelata nel 2023, Costin Vlad Alamariu non era che uno studente di teoria politica alla Columbia University, appassionato di Nietzsche, Schmitt, Strauss e dei blog online.
Sotto lo pseudonimo di Bronze Age Pervert — spesso abbreviato in B.A.P. — ha sviluppato un corpus sostanziale di riflessioni che mescolano un nietzschianesimo cibernetico, un darwinismo sociale brutale — punteggiato però da un virulento anti-darwinismo sul piano della teoria dell’evoluzione —, una teoria politica ispirata a Leo Strauss, una lettura tecno-eugenetica di Platone, riferimenti alla manosphere e alla cultura del culturismo, fusi con la retorica della Red Pill — fino a sfiorare talvolta il pericoloso continente incel.
Bannato più volte da Twitter, il suo account è stato ripristinato dopo l’acquisizione della piattaforma da parte di Elon Musk.
Definendosi lui stesso come «la vera destra di Twitter», Alamariu è diventato noto per essere stato tra i primi a concettualizzare e diffondere meme post-ironici aggressivi — immagini apparentemente assurde o umoristiche, ma che veicolano un messaggio politico chiaro, nascosto dietro la maschera dell’ironia.
testi di B.A.P. hanno circolato fino alla Casa Bianca, in particolare tra i giovani collaboratori della prima amministrazione Trump. Le sue idee sono state discusse e dibattute anche presso il Claremont Institute, uno dei think tank conservatori più influenti degli Stati Uniti.
Non vi è dubbio che B.A.P. rappresenti un punto nodale tra il neomonarchismo, il neotribalismo reazionario, la cultura del gaming, l’universo dei meme e la sfera incel più opaca. Conduce inoltre il podcast Caribbean Rhythms.
Fonti
Archivi video

Corpus secondario
Anomaly UK. Il blogger critico
Non c’è dubbio che il blog Anomaly UK sia stato a lungo uno dei centri di gravità del progetto neoreazionario e un tentativo coerente di consolidamento politico-identitario di un movimento spesso frammentato, frammentato e poco strutturato.
Questo blog si distingue per una profondità geopolitica rara in questo universo, nonché per una marcata attenzione alla costruzione di una coscienza politica e culturale autonoma, laddove altri siti si limitano alla polemica o alla speculazione isolata.
A differenza della maggior parte delle figure della neoreazione, Anomaly UK ha coltivato una prospettiva decisamente eurocentrica, con accenti quasi kojieviani, come testimonia uno dei suoi primissimi testi, dedicato all’Europa vista come superpotenza. Pubblicato inizialmente nel 2004, è stato ripubblicato nel marzo 2025, tanto appare oggi profetico al suo autore nella sua difesa dell’accelerazione tecnologica europea come condizione per il riarmo strategico.
Anomaly UK incarna così un tentativo di congiunzione tra la sfera europea e il pensiero neo-reazionario nordamericano, in netto contrasto con il globalismo, l’Islam, l’immigrazione di massa, la debolezza culturale e il pacifismo.
Nel 2013, il suo autore ha pubblicato un’introduzione alla neoreazione, un testo incisivo che non risparmia Curtis Yarvin e Nick Land, entrambi accusati di eccessiva verbosità e oscurità concettuale.
Vi si trovano anche riferimenti a Scott Alexander, autore di una vasta «Anti-Reactionary FAQ»: un importante documento critico che costituisce, in negativo, una preziosa risorsa per cogliere le principali teorie, le inflessioni dottrinali e le contraddizioni interne al movimento NRx.
In questo senso, l’Introduzione di Anomaly UK può essere letta come una sintesi utile dell’universo neo-reazionario: una sorta di sotto-atlante tematico che permette di approfondire o esplorare alcuni degli assi centrali di questa corrente.
Fonti
Michael Anissimov. Il tecnologo transumanista

Come Curtis Yarvin, Michael Anissimov è un informatico proveniente dal mondo della tecnologia, passato alla teoria politica.
Teorico transumanista, futurologo e una delle menti dietro il Singularity Institute – anch’esso cofinanziato da Peter Thiel – Anissimov appartiene alla prima generazione del movimento neoreazionario, in particolare attraverso il suo blog intitolato More Right.
Autore di due libri, concepiti come introduzioni concettuali al movimento NRx, ha visto il suo pubblico erodersi progressivamente a partire dal 2015, fino a scomparire quasi del tutto dai radar.
Rimane tuttavia, senza dubbio, uno dei nomi chiave della corrente, in particolare per la sua critica transumanista della democrazia rappresentativa. Anissimov sostiene l’idea che il governo dovrebbe evolvere verso una struttura analoga a quella di una start-up digitale, al fine di superare, grazie all’intelligenza artificiale, i costi di transazione sociale e politica che i sistemi democratici rendono strutturalmente inevitabili e inefficienti.
Fonti
Spandrell. L’anti-bioleninista
Spandrell è autore del blog Bloody Shovel, lanciato nel 2011 e diventato progressivamente un punto di riferimento all’interno delle reti neoreazionarie.
Si presenta come «un uomo europeo che vive in Asia e scrive un blog sul passato e sul futuro della civiltà».
È particolarmente noto per aver teorizzato il concetto di bioleninismo — o bioleninism —, una critica al progressismo basata su premesse biologiche. L’idea è che i sistemi occidentali contemporanei si basano e favoriscono lo sviluppo di gruppi biologicamente inferiori, così come il leninismo si basava sulle classi sociali inferiori.
Spandrell rivendica l’influenza di Curtis Yarvin, sebbene se ne distingua per una certa distanza critica, in particolare nei confronti del modello politico promosso da Yarvin: mentre quest’ultimo invoca una forma di monarchia tecnocratica e centralizzata, Spandrell si mostra spesso più scettico e pessimista sul futuro dell’Occidente.
Fonti
Charles Haywood. Il fondazionalista tecno-medievale

Uomo d’affari, ex avvocato, laureato all’Università di Chicago – una delle alma mater preferite, insieme a Stanford, della “PayPal Mafia” — Charles Haywood è anche startupper e teorico politico.
È il fondatore della dottrina nota come fondazionalismo, che ha attirato l’attenzione preoccupata di una parte del mondo accademico.
Il foundationalism è una forma di tecnomedievalismo che Haywood stesso definisce future past: un ibrido tra utopia tecnologica e forme sociali tradizionali, che incrocia ordini cavallereschi medievali e corporazioni mercantili, adattati all’era digitale.
Le sue principali fonti di ispirazione vanno da Thomas Paine a Carl Schmitt, da Ernst Jünger a Patrick Deneen (vedi infra), da Robert Heinlein a Jordan Peterson, senza dimenticare alcuni pensatori comunitaristi ed economisti progressisti come Mariana Mazzucato.
La forma ultima del suo pensiero politico mira all’instaurazione di un ordine post-democratico, di ispirazione cristiana e confessionale, tecno-ottimista, con sfumature isolazioniste e nazionaliste, in opposizione frontale al globalismo detestato.
Zero HP Lovecraft. Il mago del bizzarro
Zero HP Lovecraft è un autore di fantascienza. Dalla fine degli anni 2010, pubblica sul suo blog personale racconti di ispirazione cyberpunk, esplorando la mutazione tecnologica, l’intelligenza artificiale, il transumanesimo e, più in generale, le conseguenze sociali dell’innovazione tecnologica.
Con uno stile speculativo e spesso ironico, offre una critica della modernità e del progressismo contemporaneo, che gli ha valso un pubblico fedele negli ambienti neoreazionari.
Zero HP Lovecraft si dichiara apertamente neoreazionario e manifesta spesso il suo interesse per l’accelerazionismo. Seguendo le orme degli scritti di Nick Land, dimostra che esiste un forte legame tra neoreazione e fantascienza.
Fonti

Corpus correlato: influenze e confluenze
Libertarismo
Hans-Hermann Hoppe. L’allievo di Rothbard e Habermas diventato teorico del mileismo

Hans-Hermann Hoppe è oggi il teorico vivente più influente dell’anarco-capitalismo, nella sua variante paleo-libertaria.
Allievo e stretto collaboratore di Murray N. Rothbard, di cui ha assunto la cattedra di economia all’Università del Nevada dopo la sua morte, Hoppe si è formato inizialmente in Germania, dove ha conseguito un dottorato sotto la guida di Jürgen Habermas.
Si è fatto conoscere sia per il suo stile provocatorio e tagliente, che gli ha valso la simpatia di una parte dell’alt-right e dei troll dei forum digitali, sia per la sua critica feroce e metodicamente articolata della democrazia rappresentativa.
La sua opera più citata nella sfera NRx rimane senza dubbio Democracy: the God that Failed (2001), che raccoglie e amplia una serie di interventi tenuti al Mises Institute di Auburn (Alabama). Questo libro ha esercitato un’influenza considerevole, sia negli ambienti dell’alt-right che nell’ecosistema neo-reazionario, anche se il suo contenuto è stato spesso trasformato, semplificato o distorto sotto forma di meme.
Tra i punti centrali del suo lavoro si possono evidenziare: una critica della democrazia basata su criteri di efficienza economica — tema caro sia agli startupper della Silicon Valley che ai neoreazionari —, un confronto sinottico tra democrazia rappresentativa e monarchia assoluta, che secondo lui offre maggiori garanzie in materia di protezione della proprietà privata e rapidità decisionale, una difesa di un modello istituzionale radicalmente policentrico che culmina in una teoria del superparticularismo e della secessione individuale, in linea con le intuizioni di Ludwig von Mises.Si oppone frontalmente alla cultura progressista e afferma la necessità di un fondamento di valori di ispirazione conservatrice.
Hoppe non è propriamente un neomonarchico: la sua difesa della monarchia si basa su una dimostrazione di efficienza costruita secondo il metodo a priori della scuola austriaca. Le sue posizioni più controverse — come quella della «rimozione», ovvero l’espulsione fisica, cioè l’esclusione di elementi ritenuti indesiderabili all’interno di un ordine sociale completamente privatizzato – hanno alimentato la sua immagine controversa.
La sua vicinanza intellettuale a Peter Thiel, che è stato invitato a una conferenza del suo circolo in Turchia — alla quale alla fine ha rinunciato — ha ulteriormente rafforzato il suo status di riferimento tra i neoreazionari e i troll radicali.
Non c’è dubbio che rimanga una lettura imprescindibile del corpus, anche se non è, in senso stretto, un pensatore del movimento NRx. Negli ultimi anni, tuttavia, Hoppe ha avviato un significativo riavvicinamento alle tradizioni più classiche della reazione, come dimostrano i suoi recenti lavori su Karl Ludwig von Haller.
Fonti
Interventi e conferenze
— Riflessioni di un veterano del libertarismo reazionario
— Sulla teoria del «removal» e i meme
Frammenti post-liberali
Nessuno dei pensatori citati in questa sezione ha un legame diretto con la neoreazione.
Tuttavia, ognuno di essi ha formulato idee o visioni che sono state, talvolta in modo strumentale, riprese o riciclate da figure neoreazionarie. In particolare: i legami tra fattore religioso, conflittualità politica e simbolismo del potere sovrano, nonché una critica spesso radicale della democrazia rappresentativa e del liberalismo.
Rod Dreher
Giornalista americano, ex collaboratore del Wall Street Journal e oggi editorialista di The American Conservative, Rod Dreher è autore, tra l’altro, di The Benedict Option, una delle espressioni più singolari della strategia detta «via d’uscita» (exit) — tema centrale del pensiero neoreazionario, come sottolineato da Curtis Yarvin e ampiamente trattato da Nick Land. Per Dreher, questa via d’uscita assume la forma di un cristianesimo da riformare e preservare dalla corrosione della modernità, per resistere alla degenerazione del progressismo.
Interventi video
— The Benedict Option (YouTube)
— The Benedict Option and the Future of the West (YouTube)
Patrick J. Deneen

Professore di teoria politica all’Università di Notre Dame, Deneen è diventato uno dei critici più acuti e articolati degli effetti di frammentazione sociale e politica che, secondo lui, il liberalismo ha generato nel cuore della civiltà occidentale.
In Why Liberalism Failed (2018) e Regime Change: Toward a Postliberal Future (2023), elabora una visione post-liberale alimentata da riferimenti cristiani e comunitaristi, incentrata sul concetto di bene comune.
Il suo primo libro ha avuto una diffusione considerevole: Barack Obama lo ha raccomandato – pur contestandone la tesi – come un’opera che non può lasciare indifferenti.
J. D. Vance rivendica Deneen come una sua influenza fondamentale.
Intervista in uscita su Il Grand Continent il 3 luglio
Adrian Vermeule

Professore di diritto costituzionale ad Harvard, Vermeule è il promotore di una dottrina istituzionale ispirata al cristianesimo patristico, nota come Common Good Constitutionalism.
In essa difende l’idea che le costituzioni e la scienza del diritto debbano mirare al bene comune piuttosto che a una libertà astratta e autoreferenziale. Questo modello si oppone frontalmente all’idea di neutralità liberale e sostiene un orientamento morale del potere.
Fonti
Intervista in uscita su Grand Continent
I techbros: Peter Thiel e Marc Andreessen
Lo sviluppo della neoreazione si basa sul sostegno di grandi imprenditori del settore tecnologico.
Questi ultimi non si limitano a finanziare i progetti dei neoreazionari: hanno l’ambizione di diventare essi stessi teorici. Se la figura principale è innegabilmente Peter Thiel, va anche sottolineata l’influenza di Marc Andreessen.
Peter Thiel

Peter Thiel è un imprenditore e investitore americano. Cofondatore di PayPal, è una figura emblematica della Silicon Valley. Fin dagli anni 2000, Thiel si è distinto per le sue posizioni libertarie e le sue critiche alle istituzioni democratiche tradizionali, dichiarando in particolare nel 2009 che la libertà e la democrazia non erano più compatibili.
Thiel è arrivato al punto di difendere la creazione di città-Stato autonome, finanziando progetti concreti come i “seasteads” (attraverso il Seasteading Institute).
Alla fine si è avvicinato alla corrente neoreazionaria, e in particolare a Curtis Yarvin, di cui ha finanziato la start-up Tlon — che organizza lo sviluppo di Urbit. È stato poi uno dei pochi imprenditori californiani a sostenere Donald Trump nel 2016, prima di diventare uno dei motori dell’ascesa politica di JD Vance.
Marc Andreessen
Marc Andreessen è un imprenditore e investitore statunitense, noto per aver creato Mosaic e Netscape.
Figura centrale dell’innovazione, incarna anche una visione radicalmente ottimista del progresso tecnologico. Dopo essere stato a lungo affiliato al Partito Democratico, Andreessen ha contribuito al finanziamento della seconda campagna di Trump. Inizialmente tecno-libertario, le sue posizioni si avvicinano oggi alla neoreazione, in particolare attraverso una critica radicale delle istituzioni democratiche, ritenute incompatibili con l’innovazione tecnologica. Nel suo Manifesto del tecno-ottimismo del 2023, difende una visione elitaria, prometeica e post-umanista del futuro, rifiutando i freni etici o politici al progresso.
Uno dei principali riferimenti di questo testo dai toni nietzschiani è Nick Land, che Andreessen considera uno dei suoi «santi patroni».
«L’Empire de l’ombre. Guerre et terre au temps de l’IA»
A cura di Giuliano da Empoli. Postfazione di Benjamín Labatut.
Con i contributi di Daron Acemoğlu, Sam Altman, Marc Andreessen, Lorenzo Castellani, Adam Curtis, Mario Draghi, He Jiayan, Marietje Schaake, Vladislav Sourkov, Peter Thiel, Svetlana Tikhanovskaïa, Jianwei Xun e Curtis Yarvin.
Da scoprire in libreria e abbonandosi alla rivista.
Jack Donovan. Il satanista maschilista

Figura provocatoria, enigmatica, autoproclamatosi barbaro, Jack Donovan può essere considerato uno dei precursori filosofici di Bronze Age Pervert.
Iniziatore della Manosphere e della Male Supremacy, è autore della teoria dell’Androphilia, secondo la quale l’omosessualità maschile sarebbe una via iniziatica da opporre alla femminilizzazione dell’Occidente, alla retorica dei diritti LGBT e alle teorie di genere.
Il suo esplicito rifiuto delle donne e del femminismo lo ha reso influente tra gli incel e in alcuni circoli neoreazionari.
Ex membro della Chiesa di Satana fondata da Anton LaVey e neopagano dichiarato, Donovan sviluppa nei suoi libri, come The Way of Men o Becoming a Barbarian, una mistica virilista ispirata ai Männerbund germanici e al tribalismo premoderno. La sua figura, spesso descritta come un Conan il Barbaro adattato alla cultura americana contemporanea, è citata come influenza da Chuck Palahniuk, autore di Fight Club.
Un tempo vicino all’Alt-Right, in particolare per il suo legame con Milo Yiannopoulos, Donovan se ne è pubblicamente allontanato a partire dal 2018, considerando questa corrente emarginata dall’ascesa del movimento Dark MAGA. La sua influenza persiste tuttavia nella Nuova Destra europea e, in particolare, nella corrente neo-reazionaria affascinata dal suo neopaganesimo virilista.
Interventi video
— Recapturing Heroic Masculinity – Jack Donovan – Full Interview – 21 Studios (YouTube)
— Interview with Jack Donovan – Caffeine & Philosophy (YouTube)
Steve Sailer

Steve Sailer è senza dubbio una delle voci che permette di collegare la neoreazione e l’alt-right.
Scrittore, blogger, ex editorialista del National Review, si è evoluto da una posizione paleoconservatrice verso territori caratterizzati dal “realismo razziale” e dall’idea della biodiversità umana.
Fondatore dell’Human Biodiversity Institute, un gruppo di estrema destra dedicato allo studio delle differenze etniche e genetiche e della loro influenza sulla cultura e sulle società, ha visto le sue idee ampiamente riprese sotto forma di meme dai troll dei forum Reddit, 4chan, 8kun e persino dagli ambienti neonazisti di Stormfront.
Sailer è spesso descritto come una figura che fa da ponte tra la neoreazione e l’alt-right, in particolare per l’influenza diretta che ha esercitato su figure di questa corrente come Richard B. Spencer. È stato anche definito un precursore ideologico del trumpismo, in particolare per la sua famosa “Sailer Strategy”: una linea politica iper-populista incentrata sulla riconquista dell’elettorato bianco disaffezionato, combinata con una comunicazione digitale aggressiva e una visione autoritaria e decisionista del potere.
Fonti
La nostra intervista con gli autori dell’Atlante è disponibile qui