L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, il principale impianto di arricchimento dell’Iran —, prendendo di mira un complesso sotterraneo che ospita centrifughe e “infrastrutture vitali per il funzionamento continuo del sito e l’avanzamento del progetto nucleare militare iraniano”.

  • Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, attualmente sono in funzione circa 14.000 centrifughe, mentre diverse migliaia sono installate ma inattive. 1
  • Secondo Rafael Grossi, direttore dell’AIEA, non è stato rilevato alcun “livello elevato di radiazioni” intorno al sito nucleare di Natanz.
  • Ha aggiunto che, per il momento, non sono stati osservati segni di attacchi in altri due importanti siti nucleari iraniani: l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordo – situato a circa 80/90 metri sotto terra, progettato per resistere ai tentativi di bombardamento – e l’impianto di conversione di Isfahan, che produce principalmente combustibile a basso arricchimento.
  • Fordo, sviluppato in segreto dal regime fino al 2009, ospita oggi le centrifughe più avanzate dell’Iran e il sito svolge un ruolo strategico nella capacità del Paese di arricchire l’uranio al 60%, un livello vicino a quello richiesto per uso militare. È improbabile che Israele possa colpire l’impianto senza il sostegno militare degli Stati Uniti.
  • Anche l’impianto di Bushehr non è stato colpito. 

Israele e gli Stati Uniti hanno una lunga storia di operazioni volte a colpire il programma nucleare di Teheran, con strategie che hanno avuto gradi di successo diversi. Prima dell’adozione dell’accordo sul nucleare iraniano (JCPoA) nel 2015, questi sforzi non erano mai riusciti a ritardare il programma per più di uno o due anni.

  • I servizi segreti israeliani sono infatti impegnati da tempo in omicidi mirati contro scienziati iraniani, spesso considerati il mezzo più efficace e duraturo per danneggiare lo sviluppo di un programma nucleare, con un duplice effetto: dissuadere gli scienziati dal lavorare in Iran e distruggere il know-how e l’esperienza accumulati.
  • Questi omicidi mirati hanno avuto luogo principalmente tra il 2010 e il 2012, durante il secondo mandato di Mahmoud Ahmadinejad, in un momento in cui l’Iran era oggetto di una pressione internazionale coordinata. Cinque scienziati iraniani erano già stati presi di mira in Iran: Massoud Alimohammadi il 12 gennaio 2010 2, Majid Shahriari il 29 novembre 2010 3, Darioush Rezaeinejad il 23 luglio 2011, Mostafa Ahmadi Roshan l’11 gennaio 2012 4.
  • Mohsen Fakhrizadeh, considerato il padre del programma nucleare iraniano, è stato assassinato il 27 novembre 2020 vicino a Teheran. 
  • Durante gli attacchi di questa notte, sei scienziati iraniani sono stati dichiarati morti.

I servizi segreti israeliani sono anche riusciti a infiltrarsi nel programma nucleare iraniano utilizzando virus informatici, in particolare con la diffusione del virus Stuxnet nel 2010.

  • Introdotto direttamente tramite una chiavetta USB sui computer, Stuxnet aveva disturbato il funzionamento delle centrifughe, provocando numerosi malfunzionamenti che né gli scienziati iraniani né quelli dell’AIEA erano riusciti a spiegare in un primo momento.
  • Il virus Stuxnet modificava infatti in modo sottile la velocità di rotazione delle centrifughe: inizialmente la accelerava leggermente, poi la rallentava dopo alcune settimane, rendendo impossibile la precisione necessaria per l’arricchimento dell’uranio.

Gli attacchi militari volti a distruggere gli impianti nucleari iraniani sono più complessi da condurre e hanno minori possibilità di successo 5 rispetto ai colpi mirati contro i comandanti dell’esercito. Tuttavia, il successo delle operazioni condotte nella notte del 13 giugno, segnato in particolare dall’assenza, in questa fase, di perdite israeliane, potrebbe incoraggiare l’esercito israeliano a intraprendere azioni più audaci.

  • Considerando la quantità di uranio attualmente presente in Iran e le capacità di arricchimento di cui dispone il Paese, il Centro di ricerca sulla non proliferazione e il controllo degli armamenti dell’Università del Wisconsin stimava a marzo che l’Iran sarebbe stato in grado di produrre uranio sufficiente per cinque bombe nucleari in una settimana.
  • Ciò richiede tuttavia diverse fasi aggiuntive, nonché l’integrazione in un vettore, come un missile — operazioni che potrebbero tuttavia essere realizzate in modo clandestino 6
  • È quindi difficile stimare l’impatto preciso dell’attacco israeliano sul programma nucleare iraniano. L’assassinio di sei scienziati potrebbe ritardarlo sensibilmente senza che gli impianti stessi siano stati colpiti.
  • Il disordine nell’apparato politico-militare potrebbe anche aprire la strada ad altri attacchi diretti contro gli impianti nucleari.
Note
  1. Francois Murphy, Where are Iran’s main nuclear sites and what does it use them for?, Reuters, 13 giugno 2025.
  2. « Blast Kills Physics Professor in Tehran», The New York Times, 12 gennaio 2010.
  3. «Iranian nuclear scientist killed in motorbike attack», BBC, 29 novembre 2010.
  4. «Iran nuclear scientist killed in Tehran motorbike bomb attack», The Guardian, 11 gennaio 2012.
  5. Darya Dolzikova​, Justin Bronk, The Challenges Involved in Military Strikes Against Iran’s Nuclear Programme, RUSI, 21 marzo 2025.
  6. «Iran’s Nuclear Timetable: The Weapon Potential», Iran Watch, 28 marzo 2025.