Gli Stati membri sono attualmente soggetti a dazi doganali del 10% su tutte le importazioni (che riguardano circa 380 miliardi di beni), del 25% sulle automobili e sui componenti e del 50% — contro il 25% precedente — sull’acciaio e sull’alluminio 1.
- Secondo il calendario fissato dalla Casa Bianca, in assenza di un accordo, dazi doganali del 20% — ma che potrebbero aumentare — sarebbero imposti a partire dal 9 luglio, quando scadrà la «pausa» di 90 giorni sui dazi reciproci annunciata da Donald Trump il 9 aprile.
- L’amministrazione ha inoltre inviato una lettera in cui chiede ai paesi di presentare le loro migliori offerte entro oggi, 3 giugno, al fine di accelerare i negoziati commerciali 2. Secondo una fonte informata sulle discussioni, nessuna lettera di questo tipo è stata inviata all’Unione 3.
La speranza di un accordo mutualmente benefico sembra tuttavia essere stata spazzata via dalla minaccia di Donald Trump del 23 maggio di aumentare al 50% i dazi doganali su tutte le importazioni europee a partire dal mese di giugno. Sebbene la scadenza sia stata nuovamente rinviata a luglio a seguito di una telefonata con la presidente Ursula von der Leyen, al momento non vi sono indicazioni che i negoziati abbiano registrato progressi.
- Gli Stati Uniti avrebbero respinto una proposta di Bruxelles che sottolineava i vantaggi di un’eliminazione coordinata dei dazi doganali sui prodotti industriali, in particolare la costruzione di data center comuni e un maggiore allineamento delle politiche nei confronti della Cina.
Lo scenario principale a Bruxelles sarebbe ora che i dazi doganali del 10% su tutte le importazioni europee sono destinati a rimanere e non sono negoziabili per la Casa Bianca, che li considererebbe una fonte di reddito.
- L’unico accordo che sembra possibile sarebbe quindi simile a quello ottenuto dal Regno Unito, che comprende principalmente concessioni unilaterali.
- Esso distingue tuttavia i dazi doganali «reciproci» del 10 % dai dazi settoriali, per i quali possono essere concesse quote per un determinato volume di esportazioni. Ad esempio, nel caso del Regno Unito, si tratta di 100 000 automobili alle quali viene applicata un’aliquota del 10 %, pari a circa l’80 % del totale delle automobili esportate ogni anno sul mercato statunitense.
Tale posizione sembra tuttavia difficilmente sostenibile per un’ampia maggioranza dell’opinione pubblica europea e resta incerto come potrebbe essere sostenuta politicamente.
- Secondo l’ultimo Eurobarometro, l’80% degli intervistati ritiene che se altri paesi aumentassero i dazi doganali sulle importazioni provenienti dall’Unione, quest’ultima dovrebbe imporre dazi doganali in cambio per difendere i propri interessi.
Le esportazioni degli Stati membri verso gli Stati Uniti rappresentano circa il 3% del PIL europeo. Prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il tasso medio ponderato dei dazi doganali applicati dagli Stati Uniti sulle importazioni di prodotti europei era del 2,5% per i prodotti agricoli e dell’1,5% per i prodotti non agricoli. Per l’Unione, tali aliquote sono rispettivamente del 4,2% e dello 0,9%.
- Se entro il 9 luglio non sarà raggiunto un accordo e i dazi doganali statunitensi saranno aumentati al 10%, l’Unione potrebbe decidere di imporre una serie di misure di ritorsione a partire dal 14 luglio.
- Gli Stati membri hanno approvato l’introduzione di dazi doganali su 21 miliardi di euro di prodotti americani, in risposta ai dazi doganali sull’acciaio e sull’alluminio. Si tratterebbe delle prime misure che potrebbero entrare in vigore rapidamente. Nel contempo, la Commissione sta preparando un secondo elenco che riguarda circa 95 miliardi di euro di merci statunitensi. Esso potrebbe includere beni quali gli aerei Boeing, le automobili e il bourbon.
- La Commissione spera inoltre che la battaglia legale sulla legalità dei dazi reciproci si intensifichi negli Stati Uniti: il tribunale commerciale internazionale degli Stati Uniti aveva respinto tali dazi doganali mercoledì 28 maggio, ritenendo che il presidente americano avesse ecceduto le sue competenze imponendo dazi non mirati, un atto di competenza del Congresso. Giovedì 29, una corte d’appello federale li ha ripristinati.
Note
- Josh Wingrove, Trump Signs Order Hiking Steel, Aluminum Tariffs to 50%, Bloomberg, 3 giugno 2025.
- Jeff Mason Jarrett Renshaw, US seeks best trade offer from countries this week, White House says, Reuters, 3 giugno 2025.
- Julia Payne, EU did not receive US letter demanding best offer in trade talks -source, Reuters, 3 giugno 2025.