Battezzata «Operazione Ragnatela» (Павутина), l’operazione che si è svolta nelle ultime ore sul suolo russo è stata resa possibile dall’infiltrazione preventiva di centinaia di droni esplosivi, nascosti all’interno di container attivabili a distanza e posizionati nei pressi di obiettivi militari strategici.
- Colpisce in particolare la profondità degli attacchi: le basi aeree prese di mira si trovano a Irkutsk (in Siberia) e nella regione di Murmansk (nord-ovest della Russia), a oltre 4.000 chilometri dall’Ucraina.
Supervisionata direttamente dal presidente Zelensky, l’operazione sembra avere inflitto alla Russia perdite stimate intorno ai 7 miliardi di dollari, segnando un rovescio strategico che va ben oltre la semplice guerra psicologica.
- Secondo i servizi di intelligence militare ucraini, gli attacchi di oggi, domenica 1° giugno, avrebbero distrutto il 34% dei bombardieri strategici russi in grado di trasportare missili da crociera 1.
- Tra i velivoli distrutti, come mostrano le immagini diffuse dall’esercito ucraino, figurano modelli particolarmente sensibili come i Tu-95 (bombardieri nucleari a lunghissimo raggio) e i Tu-22 M3 (bombardieri tattici supersonici).
- Come osserva Yaroslav Trofimov, «una parte significativa, se non la maggioranza, della flotta di bombardieri strategici ancora operativi — che costituisce una delle tre gambe della triade nucleare, insieme alle forze di attacco terrestri e navali — sembra essere stata distrutta oggi».
L’elemento logistico dell’Operazione Ragnatela
Questa operazione rivela un’altissima inventiva tattica e sembra essere stata condotta dai servizi ucraini senza il supporto diretto di forze esterne.
- Sciami di droni nascosti in container caricati su mezzi pesanti sono stati infiltrati in profondità nel territorio russo, con l’obiettivo di colpire basi militari particolarmente sensibili.
- Sebbene l’operazione abbia richiesto una lunga fase preparatoria, pare sia stata realizzata esclusivamente con droni FPV di fabbricazione ucraina — l’Ucraina ha sviluppato dal 2022 un’importante industria nel settore dei sistemi senza pilota — e camion civili, facendo leva su un eccellente livello di coordinamento dell’intelligence ucraina.
Ihor Lachenkov, uno degli influencer ucraini più seguiti, ha condiviso sul proprio canale Telegram una serie di immagini che documenterebbero le diverse fasi di questa vasta operazione di dissimulazione 2.
- Il SBU avrebbe inizialmente introdotto in Russia i droni, seguiti da casette mobili in legno montate su camion, all’interno delle quali i droni sarebbero stati nascosti sotto i tetti.
- Una volta posizionate nei pressi degli obiettivi, le coperture sarebbero state aperte a distanza per consentire il decollo diretto dei droni verso le basi militari russe.
- Foto esclusive mostrano i preparativi dei droni poco prima degli attacchi contro i bombardieri russi.
- Il SBU afferma che gli operatori dell’attacco si trovano tuttora in Ucraina e che qualsiasi arresto annunciato da Mosca sarebbe una messinscena orchestrata per finalità di propaganda interna.
Una fonte militare francese contattata dalla rivista osserva: «Non c’è nulla di nuovo dal punto di vista tecnico: si tratta semplicemente dell’assemblaggio di tecnologie conosciute da anni».
- «Tutti sapevano che, in teoria, era possibile. Ma nessuno lo aveva ancora fatto prima. In questo caso è stato realizzato su larga scala. I risultati sono evidenti a tutti», prosegue.
- Del resto, come ricorda Shashank Joshi, la Rheinmetall presentava già lo scorso anno un container marittimo montato su camion, dotato di 126 celle di lancio per droni.

La novità risiede nella combinazione di incursioni in profondità, con munizioni di piccolo calibro, a bassa tracciabilità e a lunga gittata.
Conseguenze per il proseguimento dei negoziati
Un nuovo ciclo di colloqui russo-ucraini è previsto a Istanbul domani, 2 giugno, ma senza aspettative concrete di progressi significativi, dopo il rifiuto di Vladimir Putin di un cessate il fuoco e l’assenza di reazioni rilevanti da parte degli Stati Uniti.
- Mosca dovrebbe presentare in quell’occasione un «memorandum» contenente le proprie condizioni per porre fine al conflitto. Nonostante le pressioni di Kiev, il Cremlino ha rifiutato di trasmettere in anticipo il documento. La Russia, a questo stadio, sembra disposta a fare ben pochi compromessi. Sul finire della scorsa settimana, Vassili Nebenzia, rappresentante russo presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che Mosca è pronta a proseguire e intensificare le operazioni militari in Ucraina per tutto il tempo che riterrà necessario 3.
- L’obiettivo di Kiev resta quello di ottenere «un cessate il fuoco totale e incondizionato», nonché il ritorno dei prigionieri e dei bambini ucraini deportati.
- Nel frattempo, mentre Donald Trump continua a sostenere che l’Ucraina non abbia «alcuna carta in mano», il negoziatore ucraino con la Russia ha condiviso su X un messaggio accompagnato da una sola frase: «Il Re dei droni».
- Questo attacco mirato contro siti militari fa seguito a diverse ondate di attacchi con missili da crociera e droni contro civili da parte della Russia, tra cui quello del 25 maggio che ha colpito più di 30 città ucraine con 300 attacchi e oltre 70 missili.
L’Operazione Ragnatela e la nuova forma della guerra
Secondo una fonte militare francese interpellata dalla rivista, l’Operazione Ragnatela mette in luce tre conseguenze fondamentali:
- Anzitutto, essa rivela ancora una volta la fragilità della dissuasione nucleare. L’attacco coordinato ha colpito basi di bombardieri strategici con capacità nucleare, provocando perdite significative, e dimostra i limiti della potenza dissuasiva di fronte a minacce ibride.
- In secondo luogo, nel nuovo modo di condurre la guerra, è l’attacco ad avere il predominio. Offensivi cyber-fisiche, tecnologicamente semplici ma eseguite con precisione, mostrano che un’azione ben pianificata può alterare l’equilibrio di un conflitto nel giro di pochi minuti.
- Infine, dopo l’utilizzo dei cercapersone contro Hezbollah, diventa evidente la necessità, per le forze armate — in particolare quelle della NATO — di prepararsi a fronteggiare queste nuove minacce: tanto sul piano della protezione della dissuasione nucleare, oggi più vulnerabile, quanto sul rischio di proliferazione di queste capacità verso attori non statali.
Note
- Служба безпеки України, Telegram, 1 giugno 2025.
- Лачен пише, Telegram, 1 giugno 2025.
- Daryna Vialko, Russian representative warns of war escalation at UN, Ukraine urges response, 30 mai 2025.