Il budget di Trump segnerà la fine della politica climatica dell’amministrazione Biden ?

Nel corso di un voto molto stretto, su una base largamente partigiana, la Camera dei Rappresentanti ha votato giovedì 22 maggio il progetto di legge sul bilancio richiesto dall’amministrazione Trump. Questo testo, che contribuirebbe ad aumentare il deficit di quasi 4.000 miliardi di dollari in 10 anni, porterebbe anche all’eliminazione di vasti programmi di crediti d’imposta per l’acquisto di veicoli elettrici, l’installazione di pannelli solari, le ristrutturazioni energetiche e la costruzione di nuove abitazioni ad alta efficienza energetica.

Se dovesse passare al Senato nella sua forma attuale, il «One Big Beautiful Bill Act» metterebbe in gran parte fine al programma climatico approvato dal Congresso sotto l’amministrazione Biden.

• Trump così come molti eletti repubblicani hanno denunciato l’Inflation Reduction Act (IRA) — la legge simbolo approvata nel 2022 senza alcun sostegno del GOP — come una «green new scam»: una «truffa verde» che avrebbe contribuito in larga misura all’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti.
• Nel corso degli ultimi tre anni, l’IRA ha stanziato 321 miliardi di dollari di investimenti nella produzione di energia pulita e nella transizione climatica.
• La legge ha inoltre contribuito alla creazione di oltre 320.000 posti di lavoro nella costruzione e gestione di nuove infrastrutture, in particolare nelle regioni rurali a maggioranza repubblicana.
• Se gli eletti del GOP desiderano abrogare il maggior numero possibile di programmi climatici per finanziare le riduzioni fiscali richieste da Trump, questo approccio rischia anche di danneggiare la loro base elettorale.

Gli ultimi dati pubblicati dal Rhodium Group indicano che i distretti a maggioranza repubblicana hanno beneficiato di quasi l’80% degli investimenti realizzati nell’ambito dell’IRA tra la fine del 2022 e il primo trimestre del 2025 ¹. Inoltre, oltre i tre quarti (76%) degli investimenti in corso devono servire a finanziare progetti a basse emissioni di carbonio (costruzione di parchi eolici, pannelli solari, fabbriche di batterie elettriche…) in questi stessi distretti conquistati dal GOP l’anno scorso.

A partire da settimana prossima, dal 2 giugno, i senatori repubblicani dovranno lavorare per trovare un equilibrio che permetta di mantenere, o quantomeno di rallentare, la soppressione di questi programmi, pur rispettando le linee guida fissate dalla Casa Bianca.

• Per il momento, almeno 8 senatori repubblicani hanno espresso pubblicamente delle preoccupazioni riguardo alla componente climatica del progetto di legge approvato dalla Camera — un numero sufficiente a minacciarne l’adozione ². Nessuno, tuttavia, ha dichiarato chiaramente che voterà contro il testo nella sua forma attuale.
• In una lettera indirizzata in aprile al capo della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune, quattro senatori del GOP hanno sottolineato l’importanza di «mantenere un quadro fiscale stabile e prevedibile» per le imprese che hanno avviato investimenti contando sui crediti d’imposta e su altri programmi dell’IRA ³.
• Il deputato dello Utah John Curtis ha denunciato «un problema per il futuro in materia di energia pulita e di energia in generale» ⁴, mentre Lisa Murkowski ha dichiarato in un’intervista che esiste «un’ondata di sostegno a favore di un approccio più prudente e coscienzioso alla modifica dei crediti dell’IRA», in opposizione ai «colpi di martello» applicati dai Repubblicani della Camera ⁵.
• Il GOP si è fissato il 4 luglio come scadenza per approvare il disegno di legge in entrambe le camere del Congresso, al fine di offrire a Trump una vittoria significativa per i 250 anni della Dichiarazione d’Indipendenza.

Oltre alle conseguenze di questo disegno di legge sul settore dell’energia pulita e sull’economia, il Zero Lab dell’Università di Princeton stima che, allo stato attuale, il One Big Beautiful Bill Act aumenterebbe le emissioni di gas serra di circa 0,5 miliardi di tonnellate all’anno nel 2030, ridurrebbe le vendite annuali di veicoli elettrici di circa il 40% e “porrebbe fine” ai settori dell’idrogeno pulito, della compensazione e del controllo delle emissioni di anidride carbonica (CO₂) e dell’energia nucleare ⁶.