Domenica 24 novembre, i romeni sono stati chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. Quattordici i candidati in lizza.

  • Secondo gli exit poll, Marcel Ciolacu (PSD S&D) ed Elena Lasconi si sono qualificati per il secondo turno, che si terrà l’8 dicembre, con il 25% e il 18% dei voti.
  • Călin Georgescu (indipendente) e George Simion (AUR, CRE, estrema destra) sono arrivati terzo e quarto. Mircea Geoana (indipendente), ex vice segretario generale della NATO, ha ottenuto solo il 5% dei voti. Il candidato del partito di minoranza ungherese UDMR, Kelemen Hunor, ha ottenuto il 4% dei voti.
  • Il voto della diaspora è stato particolarmente massiccio, con la partecipazione di almeno 800.000 persone che vivono fuori dalla Romania (pari all’8,4% dei voti). Un punto importante da notare in questa fase: questi suffragi non sono presi in considerazione dagli exit poll. L’aumento è significativo rispetto al 2019, quando il numero di elettori della diaspora era di circa 585.000 persone. Nelle ultime elezioni, questo voto aveva generalmente favorito le forze riformiste anti-corruzione – in particolare il partito USR di Elena Lasconi – ma anche l’estrema destra. Al contrario, il numero di elettori del PSD nella diaspora è molto basso.

La partecipazione totale alle urne (Paese e diaspora) era del 51,5% alle ore 20.00.

  • Il risultato di Călin Georgescu è stato una grande sorpresa per tutti gli osservatori. Georgescu non aveva superato il 7% nei sondaggi pre-elettorali, dove spesso non era stato nemmeno proposto dai sondaggisti. Agronomo di professione, Georgescu ha trascorso molti anni lavorando a livello internazionale per le Nazioni Unite nel campo della protezione ambientale ed è anche noto per le sue dichiarazioni filorusse. Un tempo vicino all’AUR, ha indubbiamente allontanato un numero significativo di elettori dalla candidatura di George Simion.
  • Sconfitto, George Simion aveva lanciato pesanti accuse di brogli già prima dell’annuncio dei primi exit poll, mettendo implicitamente in dubbio le ragioni dell’inaspettato successo di Călin Georgescu.
  • Visti i due punti che separano i candidati arrivati secondi e terzi nei primi sondaggi, e dato l’importante ruolo della diaspora, non si può escludere un’inversione di tendenza durante la notte elettorale.