1 – Risultati complessivi

Vincitore indiscusso di queste elezioni, il Partito per la Libertà di Geert Wilders (PVV, ID), ha ottenuto il 25% dei voti, rispetto al solo 11% delle precedenti elezioni del 2021. Questo veterano della politica olandese ha approfittato di una campagna incentrata sulla questione migratoria per avere la meglio sui suoi rivali nella settimana precedente al voto. Al secondo posto, l’alleanza di sinistra tra il Partito Laburista (PvdA, S&D) e la Sinistra Verde (GL, Verdi/EFA) è in una buona posizione. Guidata dall’ex commissario europeo per il clima Frans Timmermans, ha ottenuto il 16% dei voti, in crescita rispetto all’11%. Al terzo posto, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD, RE) dell’ex Primo Ministro Mark Rutte ha subito una grave sconfitta, scendendo dal 22% ad appena l’11% dei voti. Per gli altri partiti del governo dimessosi questa estate, la caduta è stata altrettanto brutale. Infine, con il suo nuovo partito, il Nuovo Contratto Sociale (NSC), l’ex democristiano Pieter Omtzigt ha ottenuto il 13% dei voti e il quarto posto.

2 – Seggi per gruppo di partiti

Dopo le elezioni, la Seconda camera del Parlamento olandese è stata divisa in quattro blocchi di uguali dimensioni: un blocco di sinistra e centro-sinistra con 38 seggi su 150; un blocco liberale con 33 seggi; un blocco di centro-destra (democristiani e agrari) con 35 seggi; e un blocco di estrema destra, il più forte in termini numerici, con 44 seggi. Ognuno di questi blocchi è dominato da un partito o da una coalizione: l’alleanza PvdA-GL per la sinistra, il VVD per i liberali, l’NSC per il centro-destra e il PVV per l’estrema destra. La situazione è più favorevole al centro-destra nella Prima camera (Senato), dove il partito agrario BBB ha vinto le elezioni provinciali di marzo.

3 – Le coalizioni

Per governare, il futuro esecutivo avrà bisogno almeno di una maggioranza nella Seconda Camera. Diverse combinazioni appaiono aritmeticamente possibili: una coalizione che va dalla sinistra ai liberal-conservatori e all’NSC («Grande Coalizione»), una coalizione di destra e di estrema destra VVD-NSC-PVV con o senza gli agrari del BBB, oppure un governo tecnico più complesso in caso di difficoltà a formare una coalizione classica. Il primo modello è stato sperimentato durante il gabinetto Rutte II (VVD-PvdA, 2012-2017) e ha portato al collasso dei laburisti di allora. Corrisponde a quello dell’attuale coalizione belga detta ’Vivaldi’. Nel caso dei Paesi Bassi, tuttavia, l’esercizio sembra più delicato, in quanto non solo sarebbe necessario riconciliare posizioni divergenti (in particolare sulla questione dell’immigrazione), ma anche formare un governo di almeno quattro partiti.

L’opzione di un accordo con l’estrema destra non è nuova, poiché Mark Rutte ha già goduto del sostegno esterno del PVV nel 2010-2012. Tuttavia, il PVV, che ora è diventato il partito più grande, potrebbe rivendicare la carica di Primo Ministro – un risultato clamoroso per un partito che intende perseguire una politica di «zero richiedenti asilo» e indire un referendum sull’uscita dall’UE. Fino alla sera delle elezioni, Pieter Omtzigt aveva escluso un simile scenario, esprimendo dubbi sulla capacità del PVV di difendere lo Stato di diritto. La leader del VVD Dilan Yeşilgöz, che aveva fatto una dichiarazione simile, ha detto venerdì 24 novembre che il suo partito non vuole far parte del futuro governo, ma potrebbe sostenerlo in Parlamento. Sebbene un gabinetto di destra ed estrema destra sembri lo scenario più probabile, potrebbe comunque essere in minoranza. Al contrario, l’idea di un gabinetto tecnico, proposta da Pieter Omtzigt durante la campagna elettorale, non è attualmente favorita, ma potrebbe tornare in gioco se non si riuscisse a formare una coalizione tradizionale.

Va notato che il ruolo degli agrari del BBB, che alla fine hanno ottenuto solo 7 seggi nella Seconda Camera, rimane importante per ottenere la maggioranza nella Prima Camera, dove sono il partito più grande con 16 seggi.

4 – vincitori del 2023 e del 2021

Mentre il VVD ha vinto quasi ovunque nel 2021, ora è il PVV a dominare la mappa dei comuni olandesi. I centri urbani, dove il PvdA-GL ha ottenuto la maggioranza dei seggi, non sono toccati da questa tendenza.

5 – I risultati del PVV

È nel sud e nel nord-est del Paese che il PVV ottiene i punteggi più alti, con punteggi fino al 40% a livello locale. Questo è in netto contrasto con la città di Amsterdam, dove il partito ha ottenuto solo l’8% dei voti. In generale, il divario urbano/rurale è fortemente collegato all’entità del voto per il PVV.

6 – I risultati dell’alleanza GL-PvdA

Il legame si inverte quando si tratta della principale lista di sinistra, che ottiene vittorie importanti soprattutto nelle città universitarie (36% a Groninga, 35% a Utrecht, 37% a Wageningue, ecc.) e il 28% ad Amsterdam, mentre si attesta sotto il 10% nella maggior parte dei comuni rurali.

7 – La crescita del PVV per comune

Il PVV è cresciuto in tutti i comuni del Paese. Tuttavia, la sua crescita è particolarmente marcata nelle sue roccaforti del sud e del nord-est, mentre è minima nei centri urbani. Di conseguenza, notiamo che il PVV sta diventando un partito sempre più connotato e diviso su base geografica.

8 – Partiti con la più forte crescita per comune

A livello comunale, sono tre i partiti che hanno registrato i maggiori incrementi: il PVV, l’NSC e l’alleanza GL-PvdA. Anche in questo caso, la tendenza geografica è chiara e conferma l’interpretazione di un crescente divario urbano-rurale. Nel terzo nord-est del Paese, dove i Cristiano Democratici sono tradizionalmente più forti, il nuovo partito di Pieter Omtzigt ha registrato la crescita maggiore. Nel sud e nel centro, il PVV, nonostante la sua presenza di lunga data, ha ottenuto i maggiori guadagni. Infine, nei principali comuni urbani del centro del Paese, l’alleanza GL-PvdA sembra essere la grande vincitrice.

9 – Risultato cumulativo di un’alleanza VVD+NSC+PVV per comune

Nella stragrande maggioranza dei comuni olandesi, i tre maggiori partiti di centro-destra e di estrema destra hanno ricevuto la maggioranza dei voti espressi. Tuttavia, questo non è il caso dei comuni più urbani, dove si concentra un’ampia percentuale di popolazione. Amsterdam è l’unico comune in cui i punteggi combinati dei tre partiti sono inferiori al 25%. La formazione di una coalizione di destra e di estrema destra segnerebbe un cambiamento importante nella geopolitica interna dei Paesi Bassi, a scapito delle aree urbane, soprattutto in assenza del VVD.

10 – Risultato cumulativo dei partiti di sinistra e dei social-liberali per comune

Al contrario, bisogna recarsi nelle principali città universitarie per trovare una maggioranza di centro-sinistra. La somma dei punteggi dei partiti di sinistra e dei social-liberali (Volt, D66) ha raggiunto il 64% a Utrecht, il 60% a Wageningue e Nijmegen, e il 55% ad Amsterdam. 

Nelle aree urbane e periurbane, dove la densità di popolazione rimane elevata, il totale del centro-sinistra è compreso tra il 25% e il 50%, vicino alla media nazionale. In un gran numero di comuni rurali, non supera il 20%.