Il conflitto in Israele e a Gaza è entrato nell’agenda dell’incontro tra il Presidente turco e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz. La visita era stata pianificata prima dell’inizio del conflitto. L’ultima visita di Erdoğan a Berlino risale al 2020.

  • Mentre la Germania ha espresso un forte sostegno a Israele dal 7 ottobre – Scholz ha detto al Bundestag il 12 ottobre che «la sicurezza di Israele è ragione di Stato per la Germania» – il Presidente turco ha, al contrario, assunto una posizione più radicale contro lo Stato ebraico. Il 15 novembre, in un discorso ai parlamentari del suo partito, Erdoğan ha descritto Israele come uno «Stato terrorista».
  • All’inizio di questa settimana, in una conferenza stampa, Scholz ha contestato direttamente le precedenti osservazioni di Erdoğan, che aveva denunciato il «fascismo» di Israele. In effetti, aveva fatto le stesse osservazioni nel 2018, durante il voto del Parlamento israeliano sulla Legge su Israele, Stato-nazione del popolo ebraico.

La visita si svolge 10 giorni dopo che la Commissione Europea ha pubblicato la sua relazione annuale sulla Turchia, nell’ambito del processo di adesione del Paese all’UE.

  • Nella relazione, la Commissione ha puntato il dito contro le «gravi carenze nel funzionamento delle istituzioni democratiche della Turchia», il continuo «regresso democratico» e la mancanza di equità nelle elezioni presidenziali del maggio 2023 che hanno riportato Erdoğan al potere1.
  • Respingendo queste accuse, il Ministero degli Esteri turco ha risposto in un comunicato criticando allo stesso tempo la posizione europea sulla guerra di Sukkot: «Consideriamo gli sforzi dell’UE di criticare la posizione della Turchia sulla guerra tra Hamas e Israele come un complimento. L’UE si trova dalla parte sbagliata della storia di fronte a un massacro che ricorda l’oscurità del Medioevo. L’UE deve ricordare che le politiche basate sui valori universali, sul diritto internazionale e sui principi umanitari non possono essere limitate all’Ucraina o ad altre parti dell’Europa, ma devono essere perseguite ovunque, Medio Oriente compreso»2.

La visita arriva anche in un momento in cui il Cancelliere tedesco sembra fare una svolta in termini di politica migratoria e sta adottando una posizione più dura sull’immigrazione.

  • In un’intervista rilasciata a Der Spiegel in ottobre, Scholz ha chiesto «fermezza» e ha affermato che è necessaria l’espulsione di massa «di tutti coloro che non hanno il diritto di rimanere in Germania»3.
  • L’accordo tra l’Unione Europea e la Turchia firmato nel 2016, volto a limitare l’arrivo di richiedenti asilo nell’Unione dal territorio turco in cambio di un sostegno finanziario, rimane una questione chiave nelle relazioni tra l’Unione e la Turchia. È prevista una nuova fase di negoziati, con il Commissario europeo Margaritis Schinas che il 7 ottobre ha dichiarato di essere aperto a «migliorare» l’accordo4.
Note
  1. European Commission, «Key findings of the 2023 Report on Türkiye», 8 November 2023.
  2. Ministero degli Esteri turco, «Comunicato stampa sulla relazione della Commissione europea sulla Türkiye per l’anno 2023», 8 novembre 2023.
  3. Der Spiegel International, «We have to deport people more often and faster» , 20 October 2023.
  4. FranceInfo, «Migrants : l’Union européenne pour un renouvellement du pacte UE-Turquie de 2016», 7 ottobre 2023.