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Ogni politico europeo che pronunci le abusate espressioni “autonomia strategica” e “sovranità tecnologica”, per contrappasso dovrebbe recarsi a piedi in una cittadina dei Paesi Bassi che si chiama Veldhoven, sede e base di ASML. Gli europei sono infatti i campioni mondiali della politica industriale a parole: per troppi anni, mentre gli altri (americani, cinesi, coreani, giapponesi, vietnamiti e molti altri) agivano, gli europei si sono dedicati all’onanismo intellettuale. Appunto, l’elaborazione di infinite formule per descrivere la propria sovranità, invece di praticarla. Durante questo infinito festival della retorica, che in tutta evidenza dura fino ai nostri giorni, è avvenuta comunque una silenziosa produzione di innovazione. Il suo simbolo è un leader mondiale della supply chain dei semiconduttori, che ama descriversi come “la più importante azienda di cui non avete mai sentito parlare”. Per capire la sua storia, bisogna lasciare le grandi capitali europee alle nostre spalle. Occorre recarsi a Veldhoven.
Ma cosa diavolo è Veldhoven? Comune di poco più di 40mila abitanti, parte dell’area metropolitana di Eindhoven, Veldhoven nasce nel 1921 dalla fusione di tre comuni (Veldhoven-Meerveldhoven, Zeelst e Oerle), costituiti con la riorganizzazione dell’epoca napoleonica. Lo sviluppo industriale dell’area, fino alla seconda metà del Novecento, è legato alla produzione di sigari. Non c’è alcuna avvisaglia che questa periferia debba arrivare al centro della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Per questo, poche cose sono più necessarie oggi, in Europa, di capire il successo di ASML e trarre da esso alcune lezioni. Possiamo farlo anche grazie ai fondamentali contributi di autori a cavallo tra il giornalismo, l’accademia e l’impresa, come René Raaijmakers e Jorijn van Duijn 1.
Il laboratorio di Philips e Arthur Del Prado
L’incredibile storia di ASML ha inizio nel laboratorio di fisica di Philips, Natuurkundig Laboratorium, noto come NatLab. Il laboratorio viene avviato nel 1914 dai fratelli Gerard e Anton Philips, fondatori dell’azienda. All’inizio degli anni ’60, Philips è guidata da Frits, figlio di Anton, ed è un’azienda globale con 230mila dipendenti e un fatturato di 2 miliardi di dollari. Le attività di NatLab sono ben integrate nel portafoglio di prodotti. I fisici e gli ingegneri del laboratorio, negli anni ’60, come tanti altri, si interessano alla litografia, che è un processo di produzione dei semiconduttori attraverso la stampa sui microchip di sempre più piccoli canali e porte che formano il circuito integrato, attraverso una sagoma (maschera) che definisce lo schema del circuito. In estrema sintesi, il wafer di silicio viene coperto da un materiale speciale e la macchina è utilizzata per proiettare il circuito integrato nel wafer. Il ritmo dell’innovazione è segnato dalle capacità di queste macchine, e dalla tecnologia che utilizzano, per processi sempre più accurati, sicuri e ovviamente miniaturizzati di stampa.
Per seguire questi processi, su cui non è disposta a investire molte risorse, Philips avvia una collaborazione con Advanced Semiconductor Materials (ASM), piccola azienda che nel 1980 fattura 50 milioni e ha una forte impronta internazionale, con l’avvio di ASMPT a Hong Kong e ASM America negli anni ’70, alle quali si affianca ASM Japan nel 1982. Il fondatore e amministratore delegato della società è Arthur Del Prado. Nato nel 1931 (come Morris Chang), Del Prado è uno dei protagonisti più importanti della storia europea dei semiconduttori. Del Prado nasce a Batavia, capitale delle Indie orientali olandesi, e da bambino viene internato in un campo giapponese, prima di rientrare nei Paesi Bassi. Negli anni ’50 si sposta negli Stati Uniti, per studiare alla Harvard Business School, ma decide di muoversi verso la Silicon Valley, dove fa un incontro decisivo con Dean Knapic, che aveva collaborato strettamente con William Shockley, premio Nobel per l’invenzione del transistor prima di fondare una nuova azienda di materiali, Knapic Electro-Physics. Nel 1958 Del Prado torna in Europa e nel 1968 fonda ASM International. Del Prado ha quindi una grande esperienza nel settore, una visione internazionale e la capacità di gestire processi in modo snello rispetto a un gigante come Philips.
Da questo curioso fidanzamento nasce nel 1983 ASM Litographic Systems (ASML), una joint venture per lo sviluppo, la produzione e la vendita di macchinari litografici avanzati, che inizialmente occupa poche decine di persone. Alla guida della nuova azienda è chiamato il dirigente di Philips Gjalt Smit, ingegnere aeronautico di formazione, grande amante all’Italia.
I decisivi anni ’80
Non si può capire il caso di ASML senza tenere presente il decennio in cui avviene il suo sviluppo: gli anni ’80. È il decennio della sfida tecnologica tra Stati Uniti e Giappone: la crescita vorticosa delle capacità dei conglomerati nipponici, la rincorsa statunitense e le preoccupazioni per l’impoverimento manifatturiero. È un’epoca che, come mostrato da Chip War di Chris Miller e dalle altre storie dell’industria 2, contiene diverse lezioni per la nostra, anche per i rapporti tra economia, commercio e tecnologia. Ed è un’epoca di grande trasformazione e vivacità per l’industria, in tutti i suoi segmenti, dall’ecosistema fabless reso possibile dalla rivoluzione di Morris Chang, fino ai macchinari.
ASML, in pochi anni, attraverso un’attenzione per il prodotto, la qualità e il servizio clienti, guadagna fiducia e quote di mercato, mentre anche nella litografia si combatte il conflitto tra Stati Uniti e Giappone, che domina con Canon e Nikon, che sembrano irraggiungibili. Gli Stati Uniti subiscono il declino del loro campione, GCA. Il programma pubblico-privato Sematech, secondo il suo leader Robert Noyce, nasce con l’obiettivo esplicito di salvare la litografia negli Stati Uniti. Quest’obiettivo non sarà raggiunto.
Gli anni ’80 vedono anche la nascita di TSMC, e anch’essa comincia il suo cammino grazie a Philips: l’azienda olandese, già attiva negli investimenti in elettronica a Taiwan, accetta di investire nella startup di Morris Chang, fidandosi delle sue competenze. Diluisce le sue quote nel corso degli anni e nel 2008 esce completamente dall’azionariato 3. Nonostante il collegamento con Philips, all’inizio TSMC è diffidente nei confronti di ASML, che poi sa conquistare la sua fiducia. L’azienda di Taiwan diventa il principale cliente di ASML già nel 1989.
Gli investimenti di ASML nei suoi primi anni di vita sono consistenti. Del Prado, anche per le difficoltà finanziarie di ASM, deve uscire dall’azienda. Un punto decisivo è la quotazione in borsa nel 1994. Al tempo, ASML ha già il 18% del mercato della litografia e deve confrontarsi coi giganti giapponesi. La valutazione potenziale sembra essere di circa 250 milioni. Ma nessuno dà retta alle loro previsioni, almeno tra gli investitori olandesi tradizionali. Il profitto dell’azienda nel 1995 consente di correggere al rialzo la valutazione.
Questo processo ci ricorda una lezione della storia di ASML: la grande ambizione. Il gruppo di tecnici, ingegneri e manager non si sottraggono alla sfida della borsa, anche in uno scenario difficile. Ottengono risorse fondamentali per l’espansione dell’azienda. Dopo la quotazione, i dipendenti di ASML indossano in ufficio una maglietta dal messaggio inequivocabile: «Batteremo i giapponesi».
Zeiss, Trumpf, Imec
Come è potuto accadere? In che modo ASML ha battuto i giapponesi e ha costruito la sua posizione di leadership, che l’attuale CEO, Peter Wennink, ha descritto candidamente come un monopolio dei macchinari più avanzati, quelli basati sulla litografia ultravioletta estrema?
Dalla sua nascita, ASML riesce, in modo originale per un’azienda europea, a quadrare il cerchio tra la capacità di ricerca e la resa di mercato. Tiene insieme la capacità scientifica e l’attenzione per il risultato commerciale su vasta scala.
I processi aziendali si basano su una grande attenzione per i clienti e per i fornitori. L’attuale “ondata politica” dell’industria dei semiconduttori tende spesso a sottovalutare quanto siano importanti e consistenti i rapporti di clientela e fornitura, basati sulla fiducia reciproca e sulla qualità e affidabilità dei prodotti e dell’assistenza tecnica. Nella sua crescita, ASML diviene punto centrale di un quadrilatero europeo, con due aziende tedesche, Zeiss e Trumpf, e un centro di ricerca belga, Imec.
Zeiss, come ha detto Angela Merkel qualche anno fa, è l’azienda simbolo dell’economia sociale di mercato, la dottrina economica e politica tedesca impiantata nell’Unione Europea. L’azienda di ottica fondata nell’Ottocento, e ammirata da Adriano Olivetti, viene divisa in due nella guerra fredda, e tra le due Zeiss c’è una lunga vicenda legale, che si risolve negli anni ’80. La Zeiss d’Occidente già dagli anni ’70 è attiva nella supply chain dei semiconduttori con gli strumenti di ottica di supporto per la litografia, per aziende come l’americana GCA. Nel 1983, dapprima Zeiss non accetta di lavorare per ASML, che è costretta a rivolgersi ai francesi di CERCO. Gjalt Smit non li ama. Li definisce, come riporta René Raaijmakers, “persone amabili, ottime per andare a cena e per discutere Debussy e Rousseau, ma pessime per investirci i nostri soldi”. Il manager non si perde d’animo, torna a Oberkochen (sede della Zeiss d’Occidente) e riesce a convincere Zeiss.
Gli ingegneri dei due gruppi forgiano rapporti solidi, guidati da un brillante laureato in ingegneria elettrica e in fisica, Martin van den Brink, destinato a diventare presidente e chief technology officer di ASML. Dal 2001, il gruppo Zeiss ha creato un’azienda dedicata all’industria dei semiconduttori, Carl Zeiss SMT (Semiconductor Manufacturing Technology).
L’azienda, che ha sede a Oberkochen, è il principale partner commerciale di ASML per l’ottica delle sue macchine, e in particolare gli specchi utilizzati nelle macchine più avanzate. Nel 2016, per fornire le enormi risorse di ricerca e sviluppo necessarie per giungere alla commercializzazione della litografia ultravioletta estrema, ASML acquista il 24,9% di Carl Zeiss SMT per 1 miliardo di euro e accetta di supportare la ricerca e sviluppo e gli investimenti in conto capitale per ulteriori 760 milioni in sei anni 4.
La connessione europea di ASML tocca anche un altro campione tedesco. Si tratta di Trumpf, un’azienda di Ditzingen (Stoccarda) che fattura più di 4 miliardi. Trumpf è stata fondata nel 1923 ed è un’azienda di macchinari, che ha una presenza significativa negli Stati Uniti dalla fine degli anni ’60. Il fondatore Christian Trumpf, non avendo figli, ha scelto come suo successore negli anni ’60 un brillante ingegnere e manager che ha iniziato la sua carriera in azienda come apprendista, Berthold Leibinger. Leibinger supervisiona la diversificazione delle attività aziendali verso le tecnologie laser, negli anni ’80 e ’90. Queste capacità di Trumpf vengono utilizzate nella litografia ultravioletta estrema.
Un altro attore essenziale è il centro Imec (Interuniversity MicroElectronics), creato in Belgio nel 1984 e finanziato dal governo fiammingo. Con sede principale a Leuven, è presente in tutto il mondo tra Europa, Nord America e Asia con sette laboratori di ricerca con più di quattromila ricercatori di cento nazionalità differenti. La camera pulita da 300mm di Imec attira una rete articolata di fornitori. I suoi partner (più di seicento tra agenzie governative, governi, università e aziende) possono sperimentare in quelle aree, e il modello di business riesce a coinvolgere aziende concorrenti in spazi adiacenti, senza che ci siano problemi sulla proprietà intellettuale.
Anche in Imec, vediamo un successo dei ricercatori/manager europei: il centro parte con un consistente sostegno pubblico del governo fiammingo, ottenuto grazie alle capacità dei fondatori, per poi riuscire nel corso degli anni ad avere sempre più ricavi dai privati, attraverso programmi congiunti come quelli con ASML. Ma anche Imec dovrà poi sottostare al macrotrend su cui concluderemo la nostra analisi, la guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina: ha infatti cessato la sua collaborazione con entità cinesi, come la fonderia Smic.
Gordon Moore e il segreto americano di ASML
Il puzzle del successo di ASML comincia a indicare alcuni tasselli. Ricercatori ambiziosi che sanno pensare come manager; laboratori di grandi aziende che si uniscono a piccole imprese internazionalizzate; realtà manifatturiere che sanno scommettere su nuove linee di attività; risorse finanziarie significative per la crescita; centri di ricerca che partono con investimenti pubblici ma sanno attivare ricavi e collaborazioni private. Non è abbastanza per spiegare gli oltre 21 miliardi di ricavi di ASML nel 2022, con un margine operativo lordo superiore al 50%.
Nel puzzle di ASML, dobbiamo inserire il tassello degli Stati Uniti, fondamentale per la sua grande scommessa tecnologica, la litografia ultravioletta estrema. Si tratta di una tecnologia sviluppata negli anni ’90 dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, insieme ad alcune aziende private, guidate da Intel. Nel 1997 5, il gruppo prende il nome di EUV LLC e si impegna a investire 250 milioni di dollari di fondi privati in tre anni, in vista della commercializzazione della tecnologia. EUV LLC riceve il supporto di entità governative e private come la DARPA, la SIA, Sematech; oltre a fornitori di tecnologia come 3M, Integrated Solutions, Northrop Grumman, (SIA), Tinsley Laboratories, TRW; le aziende di macchinari ASML, Nikon, Silicon Valley Group (SVG), Ultratech Steppers.
Le opportunità della tecnologia vengono esposte, in una conference call dell’11 settembre 1997, dall’allora segretario all’Energia degli Stati Uniti, Federico Peña, e da Gordon Moore, presidente emerito e co-fondatore di Intel, noto a tutti per la creazione nel 1965 della “Legge di Moore”, il metronomo del mercato dei semiconduttori. Per Moore, che dedica alla litografia ultravioletta estrema un essenziale articolo del 1995, questa nuova tecnologia è la possibilità di far avanzare le capacità dell’industria oltre limiti che sembrano invalicabili. Ma tutto ciò ha conseguenze politiche. Del resto, qual è la prima domanda che ricevono Peña e Moore dai giornalisti? Eccola:
Potreste dirmi quali azioni state prendendo per far sì che siano i produttori americani di macchinari a beneficiare di questo programma e che non serva invece a perpetuare il dominio dei produttori giapponesi nella litografia? Credo che ci sia una certa preoccupazione al Congresso su questo punto.
Ecco un punto decisivo del cammino tra tecnologia, economia e politica dell’industria dei semiconduttori. Gli attori pubblici (Pentagono, Dipartimento dell’Energia) e privati (Intel) degli Stati Uniti hanno finanziato una tecnologia che può aiutare l’avversario dell’epoca, il Giappone. Le aziende americane del settore sono uscite di scena ed entrate in crisi. Qualcuno si trova nel posto giusto al momento giusto: l’azienda di Veldhoven.
In questa tabella ho indicato alcune tra le più rilevanti acquisizioni di ASML. Ricordiamo che, per acquisire aziende negli Stati Uniti, soprattutto in settori così sensibili, occorre l’autorizzazione governativa attraverso il processo del Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS). Oggi l’ambito di intervento del CFIUS è stato ampliato dalla legge bipartisan Foreign Investment Risk Review Modernization Act (FIRRMA) del 2018 ma l’autorizzazione del CFIUS è stata sempre necessaria per questo settore, visto che i poteri del Comitato si sono sviluppati proprio nell’ambito del conflitto tra Stati Uniti e Giappone sui semiconduttori negli anni ’80 (Exon–Florio Amendment del 1988).
Qui si collocano alcuni tornanti decisivi della storia di ASML. A partire dall’acquisto di Silicon Valley Group (SVG) per 1,6 miliardi di dollari tra il 2000 e il 2001. L’acquisizione renderebbe ASML il più grande produttore di equipaggiamento di litografia al mondo, in grado finalmente di superare Nikon. SVG non è un’azienda qualsiasi. Con una sua sussidiaria, Tinsley Laboratories, rifornisce di strumentazione ottica i satelliti spia degli Stati Uniti. Questo legame col Pentagono secondo l’amministratore delegato di SVG non è più attivo da anni ma è destinato ad avere profondi effetti politici. ASML e SVG notificano insieme al CFIUS il 5 febbraio 2001. La stampa riporta un possibile accordo, in cui ASML si impegnerebbe a investire negli Stati Uniti e a rendere i prodotti di Tinsley disponibili per il Pentagono, senza poterne trasferire all’estero la tecnologia. Ma in questo processo si inserisce la politica, con un attivismo che alimenta l’opposizione del Pentagono.
Un’altra azienda della Silicon Valley, Ultratech, preme perché il CFIUS blocchi la transazione e perché forzi la vendita di Tinsley Laboratories. Dal lato opposto, si muove Intel, che ha bisogno di SVG come fornitore e ha un rapporto solido con ASML. La decisione finale del CFIUS è di autorizzare l’acquisizione, ma ASML deve garantire investimenti significativi in ricerca e sviluppo e deve vendere Tinsley. L’acquisto di SVG, annunciato nel 2000, viene perfezionato solo il 3 maggio 2001. L’integrazione è di grande successo. Brion e Cymer sono altre acquisizioni fondamentali per l’identità americana di ASML.
Nella strada costosa e negli straordinari dividendi della commercializzazione della litografia ultravioletta estrema, questi passaggi non possono essere sottovalutati. Sono anche questi passaggi a rendere possibili le macchine più avanzate, TWINSCAN NXE:3400C e TWINSCAN NXE:3600D. Il loro prezzo di listino supera i 200 milioni di dollari e per il trasporto richiedono 40 container, 20 camion e tre Boeing 747. Oggi il gigante di Veldhoven ha 4.700 fornitori, di cui 800 sono relativi alla produzione e pesano per il 70% delle spese. I fornitori critici sono circa 200, e pesano per il 92% delle spese. In questa meraviglia del nostro tempo, in questo trionfo della civiltà delle macchine, la politica torna inevitabilmente a bussare.
L’ombra cinese e la tempesta geopolitica
Immaginate di essere un giurista che lavora per il Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Dopo una brillante carriera in qualche università Ivy League e poi in uno studio legale, vi trovate in uno dei centri della politica mondiale di oggi, dove si gestisce la competizione tra Stati Uniti e Cina. Lavorate infatti per l’agenzia di Washington che amministra e presidia i controlli sulle esportazioni e che interviene sulle supply chain globali. Eravate abituati a studiare il diritto ma ora dovete prendere confidenza con l’incisione al plasma, con la deposizione, il drogaggio, l’epitassia, la litografia computazionale e tutti gli arcani procedimenti dell’industria dei semiconduttori. E dovete pensare ad ASML, e in particolare al rapporto tra ASML e la Cina.
ASML ha cominciato le sue attività in Cina nel 2000, e nella Repubblica Popolare ha complessivamente più di 1.000 dipendenti. Nel 2022 la Cina è il terzo mercato per le vendite dell’azienda con circa 3 miliardi, dietro Taiwan e Corea del Sud con rispettivamente 8 e 6 miliardi e davanti a Stati Uniti e Giappone con rispettivamente 2 e 1 miliardo.
Nel 2018 è cominciata la campagna degli Stati Uniti per bloccare la vendita delle macchine più avanzate di ASML alla Cina. Per capire questa campagna, dobbiamo ricordare che le autorizzazioni alle esportazioni su materiale relativo alla sicurezza nazionale, anche nel contesto europeo, sono competenza interna, anche se vi sono sistemi di cooperazione e di scambio di informazioni. Perciò ASML chiede un’autorizzazione governativa per l’esportazione delle sue macchine ai clienti. La Cina diviene un cliente sempre più rilevante.
Il percorso è stato lineare fino a quando un’azienda cinese, con ogni probabilità Smic, ha chiesto una delle macchine avanzate. Allora gli Stati Uniti fanno pressione sul governo olandese affinché l’autorizzazione non sia concessa. Durante la visita ufficiale del primo ministro Rutte negli Stati Uniti, a luglio 2019, gli viene mostrato un rapporto di intelligence sulle ripercussioni dell’acquisizione cinese della tecnologia di ASML. Il governo olandese segue le indicazioni di Washington.
Negli ultimi anni di guerra tecnologica, emergono anche le campagne cinesi per acquisire proprietà intellettuale di ASML. Per esempio, nel processo ASML vs XTAL, in cui si dimostra che l’azienda cinese ruba un software di Brion, una delle società americane acquisite dagli olandesi. Nel 2023, è resa nota un’altra accusa di furto di dati da parte di un dipendente cinese. Queste vicende vanno lette in una cornice più ampia.
In primo luogo, quella dei controlli sulle esportazioni approvati dal Bis il 7 ottobre 2022, che colpiscono alla giugulare l’industria cinese dei semiconduttori, e l’importante annuncio dei governi del Giappone e dei Paesi Bassi, essenziali per chimica e macchinari della supply chain, di aderire a controlli simili, ancorché non specificati e per ragioni diplomatiche non organizzati con un linguaggio esplicito anticinese, come quello americano. In secondo luogo, la volontà di ASML di mantenere una presenza in Cina: è sicuramente in atto un processo di derisking rispetto a fornitori e clienti cinesi da parte dell’azienda, ma ASML – come altre aziende – non può aderire a una visione per cui la Cina, fondamentale non solo come mercato ma anche per alcuni nodi maturi di semiconduttori, venga tagliata fuori del tutto. In terzo luogo, la posizione di ASML è piuttosto sicura: l’azienda pensa che sia improbabile essere scalzata da qualunque società cinese o americana nei suoi vantaggi competitivi, perché è troppo avanti.
È essenziale capire che, per quanto possano esserci schemi anche elaborati di furto della proprietà intellettuale di ASML, ciò non può portare a riprodurre le sue macchine. La tecnologia è troppo complicata e alcuni annunci roboanti, come quelli che negli scorsi mesi hanno riguardato Huawei e Applied Materials, non impensieriscono il gigante di Veldhoven.
L’innovazione prosegue il suo cammino. Jensen Huang di NVIDIA ha presentato a marzo 2023 cuLitho, un insieme di strumenti e algoritmi per accelerare la litografia computazionale attraverso l’uso di GPU, in alcuni casi fino a 40 volte, e collaborerà su questo con ASML, TSMC e Synopsys. A volte la strada è in salita. Nel difficile incrocio tra domanda e offerta, l’industria dei semiconduttori resta ciclica, e quindi ASML è pronta ad affrontare un peggioramento della quotazione, ma anche dei suoi conti e della crescita stratosferica che ha immaginato (dai 44 ai 60 miliardi nel 2030).
C’è un altro non detto, in questa vicenda. Forse ASML dovrà guardarsi anche dagli Stati Uniti, che con i nuovi investimenti su scienza e ricerca del Chips & Science Act potrebbero pensare di scalzare il re che hanno contribuito a portare sul trono. Con possibilità ridotte di riuscirci. Potrebbe esserci una discrasia tra gli interessi puramente commerciali di ASML, e la sua enorme influenza tecnologica che porta giocoforza anche ad azioni di diplomazia pubblica e di lobbying, con gli stessi apparati di sicurezza olandesi. Di recente, l’agenzia di intelligence dei Paesi Bassi ha dichiarato la Cina come maggiore minaccia alla sicurezza economica. La parola “geopolitica” compare inevitabilmente molte volte nel rapporto finanziario Annuale 2022 di ASML, che riconosce la situazione geopolitica come “fattore sincero di rischio e incertezza”.
Conclusione
In un’immagine dei suoi profili social ad aprile, ASML ha annunciato di aver accolto nella sua sede i primi amministratori delegati dell’azienda, Gjalt Smit e Win Troost. I due manager, con qualche innegabile rimpianto, hanno “riflettuto sul viaggio di ASML dalle umili origini con 31 dipendenti al ruolo di leader globale dell’industria dei semiconduttori con più di 40.000 dipendenti”.
È una storia incredibile che mette insieme tutti gli elementi che abbiamo descritto. Il laboratorio di Philips e Arthur Del Prado, le sfide degli anni ’80, la capacità di unire ricerca, impresa e finanza in una grande ambizione, i vincoli politici degli Stati Uniti nello scontro col Giappone, gli stretti rapporti europei con i fornitori, l’attività dei centri di ricerca pubblici e privati, la grande discontinuità tecnologica, il fattore geopolitico.
Quando penso a ASML, ma anche ad altre aziende ignote, quasi invisibili, che popolano il paesaggio industriale europeo, penso che noi europei dobbiamo essere consapevoli e severi. Consapevoli del fatto che anche in questo continente in declino rispetto ad altre aree del mondo, più dinamiche e ormai più rilevanti, è successo qualcosa di grande, può succedere qualcosa di grande. Severi perché parlare di autonomia strategica e sovranità tecnologica non serve letteralmente a nulla. Bisogna smetterla.
Perché non proviamo ad abolire queste chiacchiere e per un anno non ci concentriamo solo, ossessivamente, sulle storie di imprese che si sono realizzate in Europa, sugli ingegneri, gli scienziati e i manager che hanno portato avanti veri successi tecnologici? Ciò di certo contribuirebbe alla formazione degli europei e a un’Europa presa sul serio, più sul serio, dal resto del mondo.
Note
- René Raaijmakers, ASML’s Architects, Techwatch Books, Nijmegen, 2019; Jorijn van Duijn, Fortunes of High-Tech: a History of Innovation at ASM International, Techwatch Books, Nijmegen, 2019
- Chris Miller, Chip War: The Fight for the World’s Most Critical Technology, Scribner’s, 2022; Daniel Nenni, Paul McLellan, Fabless: The Transformation of the Semiconductor Industry, SemiWiki.com, 2013
- Dan Nystedt, “Original TSMC Investor Philips Sells off Final Shares”, PC World, 14 agosto 2008
- ZEISS and ASML strengthen partnership for next generation of EUV Lithography due in early 2020s, Veldhoven-Oberkochen, 3 novembre 2016
- Intel News Release, Government-Industry Partnership To Develop Advanced Lithography Technology, 11 settembre 1997