Dario Saltari


Il mondo dello sport ha reagito in modo drammatico e massiccio all’invasione dell’Ucraina, prendendo posizioni molto più politiche di quelle a cui ci aveva abituati negli ultimi anni, anche nel calcio. Dopo l’effetto shock, è possibile che questa reazione immediata abbia effetti trasformativi a lungo termine, scrive Dario Saltari.

Contrastando la retorica portata avanti dalla FIFA, secondo cui l’assegnazione della Coppa del Mondo avrebbe spinto il Qatar a “fare dei passi in avanti”, Dario Saltari mostra perché non è affatto così – e incoraggia a continuare il dibattito su un boicottaggio della prossima Coppa del Mondo.

Le Olimpiadi “della Rinascita” che si aprono oggi a Tokyo saranno le prime nella storia a tenersi senza spettatori. Al di là delle condizioni particolari legate alla pandemia, vale la pena di analizzare la narrazione che circonda la decisione di mantenere questo evento, che è stato concepito fin dall’inizio come un tentativo di redenzione dopo il disastro di Fukushima nel 2011.

Andriy Shevchenko, stella del calcio internazionale e oggi allenatore della nazionale ucraina, è stato al centro delle ripetute crisi che hanno colpito lo spazio post-sovietico dalla dissoluzione dell’URSS. Da icona sportiva a politico fallito dopo la sua breve carriera con il partito Ukrajina – Vpered, si è spesso trovato scisso tra un’identità russa e una ucraina, in una situazione in cui il calcio conferma di essere il calcestruzzo delle identità nazionali europee.