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Dopo un soggiorno a Palo Alto, Carl Schmitt si trasferisce a Washington. Ma è davvero possibile consolidare un impero se lo scettro passa nelle mani dei giganti del digitale?

Questa terza e ultima parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin esplora gli elementi più radicali e contraddittori della teoria politica che ispira le élite controrivoluzionarie trumpiste.

«Ogni rivoluzione dipende da un gruppo di persone giovani e di talento disposte a superare i propri limiti. In questo momento, Washington pullula di questi giovani rivoluzionari».

Nella seconda parte della nostra lunga intervista con Curtis Yarvin, abbiamo cercato di comprendere la teoria del potere di colui che ispira la nuova élite reazionaria che vuole sovvertire la democrazia americana.

Un metodo di sviluppo web che cerca di hackerare il cuore dell’America potrebbe distruggere il duo Trump-Musk — e anche spiegare l’avvicinamento tra Washington e Mosca.

Al centro dell’accelerazione reazionaria, il D.O.G.E. si basa su una contraddizione interna che rischia di compromettere l’Impero Trump.

Andrea Venanzoni introduce un concetto chiave.

Restaurare l’impero — con i geek al comando. Inaugurare una nuova era — quella dell’Illuminismo nero. Trasformare lo Stato in una startup e rinchiudere gli individui giudicati inutili. Mescolando Matrix e Aristotele, il blogger neo-reazionario Curtis Yarvin vuole porre fine al «fallito esperimento democratico degli ultimi due secoli» e instaurare una nuova monarchia. Potrebbe far sorridere, ma l’autore ha l’attenzione della cerchia ristretta di Trump: bisogna prenderlo sul serio.

Traduciamo e commentiamo la sua recente intervista al New York Times.

Quali sono i libri da leggere per capire la Casa Bianca?

Questo può sembrare un paradosso, dato che Trump si è costruito attorno a una retorica anti-establishment e antipolitica, ma negli ultimi anni attorno alla sua figura si è raccolta un’élite — eterogenea ma strutturata: dalla Silicon Valley al mondo del venture capitalism.